Prova


Non preoccuparti della pioggia, lasciala cadere” (Marco Brignoli, Rifugio Baroni al Brunone, Sentiero delle Orobie Orientali)

martedì 9 ottobre 2012

Il verde perduto delle nostre città

Quando ero piccolo, diciamo in quarta o quinta elementare, tornando a casa da scuola vidi una squadra di operai intenti alla manutenzione degli alberi della via in cui abitavo. Brandivano enormi seghe elettriche e potavano rami e rametti in un rumore assordante. Nell'aria si spandeva un pungente odore di legna bruciata e, nei riflessi della luce solare, volava polvere di segatura. Vedendo quella scena apocalittica, ed essendo già allora un ferocissimo ambientalista, cominciai a sibilare bestemmie atroci all'indirizzo di quella gentaglia che stava tagliando le "mie" piante. Sicuramente - nella mia mente - avevano in progetto di spianare tutto e farci un parcheggio in cemento armato.
Una vecchina udendo le mie imprecazioni cominciò a borbottare litanie e a segnarsi forsennatamente. Entrato in casa poi continuai le mie tremendissime lamentazioni con mamma e papà, e questi mi fecero capire che quei signori non avenano nessuna intenzione di abbattere gli alberi. Li stavano semplicemente potando. Non ne fui per niente persuaso ed anzi, mi armai della mia cerbottana - con i bussolotti con punta d'ago, induriti con la colla vinilica - e mi appostai a pochi metri dai potatori: se solo c'avessero provato gli avrei ridotto il di dietro un colabrodo. Per loro fortuna avevano ragione i miei genitori. Domenica su La Repubblica c'era un articolo che raccontava di quanto verde stiano perdendo le nostre città a causa di malattie, nuovi posti auto e fondi insufficienti. Una città senza alberi è una città più triste, più grigia, meno accogliente ed armoniosa. Ed anche meno sonora. Il rumore del vento tra le foglie è quanto di più bello ci sia in una città strangolata dal traffico...! Senza parlare poi del cinguettio degli uccelli. Possiamo farne a meno in questi tempi di crisi? O volete toglierci anche questi...? "Sempre meno alberi nelle città italiane. Gli abbattimenti aumentano vertiginosamente, le ripiantumazioni sono invece insufficienti, complice anche il profondo rosso delle casse comunali. A Roma, negli ultimi due anni, sono stati sradicati 6.647 esemplari, appena 2.198 sono stati sostituiti. A Palermo, il punteruolo rosso ha decimato 10mila palme, sono solo duemila quelle piantate. Un parassita del legno ha aggredito betulle, aceri, platani e pruni a Milano: 133 gli abbattimenti, la promessa è di seminarne altri. Promesse, appunto. Ma intanto l'Italia butta via il patrimonio arboreo delle sue città continua a leggere l’articolo di Repubblica

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