Prova


Non preoccuparti della pioggia, lasciala cadere” (Marco Brignoli, Rifugio Baroni al Brunone, Sentiero delle Orobie Orientali)

venerdì 12 dicembre 2014

Regali natalizi e non solo...

Amici, avete letto l’ultima genialata dei nostri governanti? Per i dipendenti statali no regali oltre i 150 euro. Ottima notizia, non trovate? Va be’ magari proprio ottima no..., ma meglio questo che niente. In fin dei conti 150 euro non sono tantissimi, anche se in una nazione come la nostra - corrotta e marcia fino al midollo - potrebbero essere un bel volano per aumentare il già dilagante malaffare tangentizio.
Spinto da curiosità sono andato a vedere la norma:
divieto per il dipendente di chiedere regali, compensi o altre utilità, nonché il divieto di accettare regali, compensi o altre utilità, salvo quelli d’uso di modico valore (non superiore a 150 euro) - anche sotto forma di sconto. I regali e le altre utilità comunque ricevuti sono immediatamente messi a disposizione dell’Amministrazione per essere devoluti a fini istituzionali
Al che ho fatto un salto sulla sedia: non c’è il minimo accenno al cumulo di regali…! E se, puta caso, un tangentista - anche per interposte persone - mi regala 20 doni da 150 euro? Ovvero tremila euro di regalo???? Niente, la norma non è chiara, ovviamente, e quindi nelle maglie larghe della disposizione, tutto è possibile.
Così, per scrupolo, sono andato a dare un’occhiata anche alla normativa vigente negli Stati Uniti: da quelle parti i dipendenti pubblici non possono accettare doni di valore superiore a 20 dollari: 20 DOLLARI. E i regali non sono cumulabili (se ne ricevi due - uno da 15 e l’altro da 6 - rinunci a uno dei due…). TASSATIVO.
Ma quelli sono barbari…, puritani…, manettari, giustizialisti… ovviamente, e i corrotti e gli evasori li sbattono in gattabuia senza pensarci su due volte…! Noi invece siamo più evoluti, siamo avanti...!!! Ecco perché siamo ormai ridotti con le pezze al culo…
VIVA L’ITALIA

Costi della politica 2014 a quota 3 miliardi di euro, tra cui Presidenza della Repubblica (228 milioni), Camera (943 milioni), Senato (505 milioni), Corte Costituzionale (52,7 milioni): +0,3% rispetto al 2013; Presidenza del Consiglio, 484 milioni (+ 5,6%); rimborsi elettorali, 91 milioni (- 0,4% … ma solo per la rinuncia del M5S) - fonte: Uil su dati del bilancio dello Stato - .
I sacrifici devono farli solo i cittadini di serie B. Poi danno la colpa all’anti-politica…!

- Rapina a mano armata, 3 anni e 6 mesi di reclusione (condanna cancellata dall’indulto del 1986, Governo Craxi)
- Rapina, ricettazione, detenzione e porto abusivo di armi da fuoco, 1 anno e 6 mesi di reclusione (condanna cancellata dall’indulto del 1990, Governo Andreotti)
- Associazione a delinquere, detenzione e porto abusivo di armi, ricettazione continuata, 6 anni e sei mesi di reclusione (condanna dimezzata dall’indulto del 2006, Governo Prodi)
In Italia delinquere conviene….

Polemica sul preside della scuola bergamasca che ha vietato il presepio a scuola per tutelare la cultura degli studenti non cattolici…! Chi protesta di più? Quello che si è sposato con rito druida…

Approvata la “voluntary disclosure” (leggasi condono fiscale edulcorato): il Governo conta di incassare 6,5 miliardi di euro.
Fantastico…, con un’evasione fiscale stimata a 91,4 miliardi di euro all’anno (dati Mef), noi ci accontentiamo di recuperare qualche briciola…! Sempre che arrivino anche quelle…

TFR in busta paga: cioè vi danno i vostri soldi..., li tassano di più..., e dovete pur ringraziare...! Ottimo e abbondante per la truppa.

domenica 7 dicembre 2014

Il presepe è una cosa seria...

Amici,
Avete letto la notizia della scuola statale bergamasca in cui il preside ha proibito il presepe onde evitare disturbo agli studenti stranieri di altre religioni, culture e tradizioni? Io non so come la pensiate - e d’altra parte io pure non saprei che posizione prendere. La scuola è statale, e di conseguenza deve essere laica. Alcuni sostengono tuttavia che nulla vieta che accanto al presepe possano essere realizzati altri simulacri di religioni diverse (che so, tipo un Budda assiso placidamente, o anche il trio Shiva Visnù e Bramaputra in allegra compagnia e perché no pure l’assai misterioso Manitù, divinità dei pellerossa, il popolo più poetico di tutta l’umanità). In fondo si dice che le diversità arricchiscono. Bene. Il problema è che nessuno è disposto a tollerare le religioni altrui, a quanto pare. E questo, volenti o nolenti dobbiamo ammetterlo: è dai tempi delle Crociate che ci scanniamo in nome di Dio. D’altra parte… anche sul concetto di incontro tra culture diverse c’è da ragionare: ahimè negli ultimi tempi l’incontro si è trasformato più che altro in scontro…
Va be’, ma torniamo a bomba: nella vicenda della scuola bergamasca non si sono fatte attendere le polemiche e le strumentalizzazioni politiche. E chi tra tutti gli esponenti politici si è distinto per il livello di indignazione? Ma è ovvio, colui che, qualche anno fa ha pensato bene di sposarsi, non già seguendo i dettami di Santa Madre Chiesa…, ma ricorrendo ad un pacchianissimo RITO DRUIDICO (con tanto di elmetti con le corna, fiasche di idromele e gonnellini scozzesi).
Aveva ragione Flaiano: “La situazione è grave, ma non seria…”
P.S. Alessa’, in allegato la foto del presepe mio dell’anno passato. Che dichi, te piace? Tutta roba comprata all’Ipercoop(pe).
(Yanez)

Piccolo problema: l’Islamismo non prevede nessun tipo di rappresentazione del divino. E dunque, che ci mettiamo vicino ai Re Magi? La verità è che siamo italiani, e quindi incapaci di prendere decisioni drastiche e decise; sempre lì a mediare, a contrattare, a inciuciare, affinché nessuno si incazzi per davvero. Ricordate le Falkland? Il tempo di preparare una flotta e gli inglesi hanno attraversato l’oceano per andare a riprendersele (quattro pecore e du’ pecorari gallesi); se a noi avessero invaso Linosa saremmo ancora qui ad appellarci all’ONU con sdegnata e vibrata protesta (ah, dimenticavo i due soldati di marina - anzi uno - che in India hanno messo le radici). Per diana, siamo in Italia e qui la gente fa il presepe, punto. È una tradizione secolare che ha perfino perso il suo significato religioso, e pertanto infischiamocene di chi si sente offeso - come sopra - da quattro pecorelle e du’ pecorari…
(Salvo)

Accidenti, come si fa a parlare male di un presepe? Luigi mi chiede un parere sul presepe suo dello scorso Natale, ma io non posso e non voglio mentire, perciò testé dichiaro che il presepe di Luigi è semplicemente orrendo per una serie di motivi:
1) I personaggi sono di pessima fattura
2) Le figure sono distribuite a casaccio senza alcun criterio logico
3) Le proporzioni sono del tutto ignorate: personaggi alti quanto le case e anche di più
4) Le pecore sono sbilenche e quasi tutte uguali: ma che vanno a passo di marcia militare?
5) Non si vedono il bue e l’asinello che con i loro fiati scaldarono il piccolo Gesù, sicuramente sono all’interno della grotta, ma appunto troppo lontani per scaldare il Bambino, ma abbastanza vicini per appestare la povera Maria e San Giuseppe
6) Non è chiaro quale sia il pastore bifolco che governa il gregge, gregge peraltro del tutto scomposto
7) Non si vedono cani pastori
8) Non c’è il fieno per il bue e l’asino e l’ambiente dove sono rinchiusi è troppo angusto, e per questo Luigi rischia una denuncia per maltrattamento di animali
9) Si notano i soliti personaggi che con la Natività non hanno assolutamente nulla a che vedere: venditori di pesce, venditori di salumi, venditori di frutta ecc., tutte figure che c’entrano come i cavoli a merenda (di derivazione napoletana, il che costituisce una pesantissima aggravante).
10) La disposizione delle case è del tutto casuale, sono ammassate e non rispettano alcun piano urbanistico e/o regolatore
11) Sulla grotta della Natività ci sono alcune pecore accovacciate: gli ovini non si rilassano su superfici rocciose, ma su campi erbosi e soffici, una grave incongruenza che oltre a denotare crassa ignoranza da parte dell’autore del presepe potrebbe rafforzare la precedente denuncia per maltrattamento di animali
12) Il venditore di pesce urla in maniera sguaiata e a gran voce, rovinando l’atmosfera sacra dell’Evento (altra denuncia per schiamazzi notturni, nonché gravissima incongruenza, non si è mai visto vendere il pesce di notte)
13) Non ci sono i Re Magi o se ci sono non si individuano chiaramente
14) L’Angelo sulla grotta ha la faccia da cretino
15) Ho ingrandito l’immagine e ho fatto una scoperta raccapricciante: il venditore di salumi somiglia in maniera impressionante al Silvio e frega sul peso, ha taroccato la bilancia. Suprema vergogna, basterebbe solo questo ultimo aspetto per dare fuoco al tutto!

GIUDIZIO FINALE

Il presepe di Luigi dello scorso Natale è orrendo, osceno, irriverente, farraginoso, incongruente, disordinato, confuso, vergognoso, indelicato, offensivo, illegale, truce, cinico, sarcastico, buffo, eretico, ateo! Una boiata gigantesta, un errore sesquipedale, una cazzata universale, una puttanata fatta coi piedi A quanto pare l’autore all’Ipercoop(pe) ha preso un’iper-sòla. Se ne consiglia l’immediata distruzione e gettare il tutto nella pattumiera, senza por tempo in mezzo. 
(Alessandro)

Quest’anno anch’io pensavo di fare un bel presepe… E se poi lo vede il Proff? M’è passata la voglia.
(Salvo)

Grazie Alessandro, amico mio…! Grazie infinite: anche io ho espresso giudizi assai poco lusinghieri su questo presepe, che in effetti non è stato realizzato propriamente dalle mie mani, bensì da quelle di mia madre. Quante… e quante volte le ho detto di porre un po’ più di attenzione alla distribuzione dei personaggi sulla scena…, quante e quante volte le ho detto di non mettere bestie sui tetti delle abitazioni…, quante e quante volte le ho detto di togliere di mezzo i volgari bottegai e i pizzicagnoli ladri…! Quante… Ma lei niente. Ora le sta bene: le ho testé letto il tuo giudizio severo, ma onesto!!! C’è rimasta un tantino male, ma in fondo le critiche servono per migliorare…, o no?
Grazie ancora, amico mio. E spero che la prossima immagine del presepe 2014 che ti invierò al più presto possa riscontrare un minimo di miglioramento rispetto all’obbrobrio dell’anno passato. 
Ciao.
(Yanez)

lunedì 24 novembre 2014

GENERALE “INVERNO”

Amici,
I due intrepidi romani, alle prese con il giro del mondo in bicicletta, sono arrivati in Cappadocia: “Siamo stati sfortunati… tre giorni in Cappadocia, ma praticamente non siamo riusciti a vederla! Pioggia, neve, vento e nebbia! Benvenuto inverno!” (Simona e Daniele).
BRRRR che freddo… Ma ve l’immaginate che significa trascorrere tutto l’inverno in giro in bicicletta…? La notte dormire nella tenda…!?!?! E sono ancora in Turchia: pensate quando arriveranno in Russia, in pieno GENERALE INVERNO. Ammazza che coraggio…
(Yanez)

Sì, un coraggio al limite della follia che solo l’ammore (quello vero, con due m) può alimentare. Finché dura. Io, dal calduccio del mio divano, mi permetto di affermare che i due intrepidi hanno commesso un errore nella tempistica della programmazione: come tutti quelli che hanno sfidato le steppe della Russia, avrebbero dovuto infatti lasciare i nostri lidi in primavera, in modo da esser lì all’inizio dell’estate… Comunque, secondo me, nun je la fanno. Troppo freddo. Troppi chilometri. “Dura no, dura minga!”
(Salvo)

Hanno calcolato di passare l’inverno in Russia per essere in primavera in Nepal per fare il passo più alto del giro a 5000 metri.
(Lorenzo)

Esattamente, hanno scelto questa tempistica (che può apparire assurda… ed è assurda…, ma ha una sua logica) perché transitando dalla Russia in pieno inverno, riusciranno - sempre se tutto va secondo i piani - a raggiungere l’Himalaya in primavera inoltrata: vale a dire nel momento giusto per affrontare il passo di montagna più alto del loro intero viaggio…
(Yanez)

Sì giusto, lo scrive anche Lorenzo, e ora che guardo la mappa ne scorgo una logica. Resta il fatto che attraversare la Russia d’inverno per poi puntare a sud in primavera è un’impresa: c’è una differenza di 20 gradi (Nord) di latitudine! Se fossero rimasti intorno al 40mo parallelo - attraverso per esempio Turchia e Azerbaijan - e poi giù verso il 30mo parallelo attraverso Iran, Pakistan e India, (paesi tutto sommato percorribili) si sarebbero avvicinati al Nepal in ambienti climatici meno ostili dell’inverno russo… Ma io parlo così perché mi piace sognare sulle storie di viaggi, se hanno fatto quella scelta avranno avuto le loro ragioni. In bocca al lupo!
(Salvo)

In effetti è la stessa cosa che ho detto a Simona: “Ma perché non passate dallIran…, che pare sia oltre che una miniera di meraviglie - l’antica Persia - anche un paese estremamente ospitale e generoso?” La risposta è stata: “Perché il secondo passo di montagna più alto del mondo (ne devono superare ben sette: ndr) si trova tra Georgia e Russia. E quindi, dobbiamo obbligatoriamente passare da lì”. Tuttavia, sul programma iniziale è sovvenuto un piccolo problema: giunti a Istanbul sono andati al consolato russo per richiedere regolare passaporto, ma, con loro grande sorpresa, si sono accorti che le autorità reputano il loro viaggio in bicicletta non sicuro in zone “destabilizzate”. Sicché, a questo punto, e in attesa di ricevere nuove comunicazioni dalla Farnesina, hanno deciso di “perdere” un po’ di tempo in Cappadocia. Qualora dal Ministero degli Esteri italiani non dovessero pervenire buone notizie, allora sì, dovranno optare per il “PIANO B”, ovvero lasciar perdere la Russia e transitare molto più a sud, ovverosia attraverso Iran, Pakistan, India…
Ammazza che robba…! Aòh, io tanti chilometri potrei percorrerli solo a bordo di un treno lanciato nell’immensità della Transiberiana (che ne dite, lo facciamo?).
(Yanez)

Cierto chessì…! Però in primavera, quando le nevi si sciolgono e sul viso delle giovani contadine siberiane fioriscono i colori del melograno maturo…
(Salvo)

venerdì 21 novembre 2014

Cielo all’alba sulla Pianura Padana

“Quanto è bello il cielo di Lombardia quando è bello”.
Così diceva el Don Lisander (Manzoni) ammirando la volta celeste in una giornata di bel tempo. Stamattina, poco dopo dell’alba, anche sulle nostre teste (padane) si poteva assistere ad uno spettacolo meraviglioso: dall’oscurità che ormai cedeva alla luce del giorno, emergevano regali, basse nuvole barocche, rotondeggianti e soffici, immobili e unite a schiera, a colorare di rosa - ora tenue, ora acceso - il tetto di questo fantastico mondo.
 Buongiorno a tutti.

mercoledì 19 novembre 2014

Povera Italia...

Ma l’avete sentita l’ultima? Ieri i telegiornali hanno dato ampio risalto ad una notizia proveniente dal Veneto, una notizia che dovrebbe far scalpore se non fossimo il paese che siamo.
Succede che il signor N. M. viene avvisato da alcuni residenti che la sua casa di campagna, in provincia di Padova, appare inspiegabilmente abitata, anche se egli non vi si reca da giorni. N.M. allarmato si precipita in loco ed effettivamente trova la casa, non solo aperta, ma anche abbondantemente vissuta: ovvero chi ha violato la proprietà privata, non ha pensato di svaligiarla, ma ci si è proprio installato in pianta stabile: camino acceso, letti disfatti, avanzi di pasti consumati sulla tavola, indumenti riposti negli armadi etc… Degli occupanti abusivi tuttavia non vi è alcuna traccia. A questo punto N.M. chiama i Carabinieri, e scatta l’appostamento. Dopo breve infatti ecco che arrivano i “soliti ignoti”: si tratta di quattro rumeni (tre uomini e una donna) che con grande nonchalance fanno ritorno alla “loro” nuova dimora. E ovviamente portano un po’ di spesa. Scatta l’arresto. Portati immediatamente davanti al giudice per il processo per direttissima, vengono condannati per violazione di proprietà privata e occupazione abusiva. Il giudice tuttavia, ordina il rilascio immediato degli stessi, valutando la vicenda delittuosa come conseguenza di “disagio sociale”. Ovvero, siccome questi tizi versavano in condizioni disperate, allora meglio essere clementi e dire loro: “Ok, vi perdoniamo…, però non lo fate più”. Ed infatti, tanta e tale è la paura di questa sentenza draconiana, che i quattro appena scarcerati, pensano bene… udite udite, di tornare ad occupare l’abitazione di N.M.
Che ve ne pare? Strepitoso, non trovate? Ecco, io mi domando e dico: ma che razza di paese è mai questo? Che razza di giustizia è mai questa che tutela sempre e soltanto i delinquenti e se ne sbatte della parte lesa? Sempre…! E il tutto sempre scrupolosamente a norma di legge. Io non mi capacito come ancora esista un minimo di legalità in questa nostra disgraziata Nazione, e come i criminali non ci sputino direttamente in faccia mentre passiamo per strada. Un popolo imbelle - quale ormai siamo - , inibito anche nella sua legittima richiesta di ottenere giustizia dallo Stato, non può che soccombere definitivamente di fronte alla ribalderia dei delinquenti abituali. Tanto più se provenienti da paesi in cui, per esempio, per un furto, tagliano la mano destra (o anche altre appendici meno nobili). Capirai, da noi per un furto - sempre se e quando ti prendono - ti danno un buffetto sulla guancia… e solo al termine del terzo grado di giudizio! Poveri noi…

P.S. E tutto ciò al netto del discorso molto più ampio ed ecumenico sulla distribuzione della ricchezza nel nostro ingiusto Mondo: il signor N.M. non è sicuramente un poveraccio e la casa è pressoché disabitata; mentre i quattro rumeni sono dei disperati…
Ma questo - come si suol dire - è un altro discorso.

martedì 11 novembre 2014

VERGOGNA

Io non riesco proprio a capirlo questo Paese (lo scrivo ancora con la “P” maiuscola… non me ne capacito): davvero verrebbe voglia di espatriare assistendo alle turpitudini che si realizzano giorno dopo giorno sotto gli occhi dei cittadini… Ultima tra tutte, la vicenda del terremoto dell’Aquila del 2009. Nessuno colpevole per quelle 309 vittime, rimaste sotto le macerie, dopo che qualcuno di molto autorevole aveva detto loro più o meno: “Andate pure a dormire tranquilli…, che tanto non accadrà nulla”. E poi sappiamo com’è andata a finire.
Ecco, di fronte a tutto questo, lo Stato - e di conseguenza l’italiano medio - non fa che indignarsi…, o meglio “… si costerna, s’indigna, s’impegna… poi getta la spugna con gran dignità”, come direbbe De Andrè. E insieme all’indignazione, urla al vento la più gettonata tra tutte le parole più inutili del nostro tempo: VERGOGNA

 Avviso ai naviganti: dato che in Italia nessuno si vergognerà mai di nulla - rassegnatevi all’idea - , tutte le imprecazioni tipo “vergogna”, “vergognatevi”, “dovete solo vergognarvi” etc etc… sono del tutto inutili. Oltreché, alla lunga, fastidiose.
Tenetevi la vostra indignazione - altra parola abusata - e fatevene una ragione…!

giovedì 6 novembre 2014

Motilità, un dramma dei nostri giorni

Avete mai visto la pubblicità di BEBA C (nome inventato ovviamente) in televisione? Negli ultimi giorni si può osservare su quasi tutte le emittenti, e in diverse fasce di orario e ascolto. Di cosa si tratta? Semplicissimo: si vede una modella vestita da astronauta - senza il casco - che corre con sguardo truce (e vorrei anche vedere, visto quello che l’attende) lungo dei corridoi illuminati da luci al neon. Dove va la modella? La sua è una missione speciale: al secondo piano di uno stabile c’è una signora di mezza età che soffre di una stitichezza cronica e potenzialmente clamorosa. Ebbene, la nostra modella - bellissima peraltro - è la personificazione di una supposta effervescente in grado di portare sollievo alla disperata…! Come termina la vicenda? Come tutte le storie a lieto fine, anche questa si conclude in allegria: “Missione compiuta”.
Devo ammettere che la prima volta che ho visto questa pubblicità sono scoppiato a ridere senza pudore. Anche perché ad accompagnare le immagini sovviene una grafica animata che illustra il percorso della suppostona… e l’effetto che provoca nell’apposito pertugio. Se l’intento dei pubblicitari era quello di rapire l’attenzione del telespettatore, ci sono pienamente riusciti. Onore al merito.
È un po’ di tempo che faccio caso a questi tipi di reclame, e non per motivi legati alla mia motilità intestinale che - grazie a Dio - è più che soddisfacente. Il fatto è che ultimamente se ne vedono da per tutto, sulle televisioni, sul giornali, sui settimanali…, ovunque. C’è la pulzella, meschina, che soffre le pene dell’inferno, ma poi arriva l’amica intelligente che le consiglia un vasetto di yogurt al bifidus attivo - ne ha una scorta da far impallidire la dispensa di Fantozzi traboccante di pane - e il terribile dramma trova un finale scoppiettante; c’è la cantante sudamericana che fa la danza del ventre per dimostrare che lei, sempre grazie a qualche piccolo aiutino, ha un ottimo rapporto con la sua “regolarità”; e poi ci sono quelli che si rivolgono ai rimedi naturali (erbe, bacche, pozioni magiche…); quelli che si abboffano di confetti lassativiquelli che divorano chili e chili di prugne secche della California, infarinati di portentosa mannite. E nonostante ciò, la stitichezza è ancora tra noi…, una disgrazia che non intende abbandonarci!
Ecco, io non saprei dire se tutti questi tristi problemi sono un fenomeno legato ai nostri tempi (stress, inquinamento, cibi velenosi etc…) o se anche le generazioni prima della nostra hanno sofferto alla stessa maniera. So solo che l’industria del settore - e quella pubblicitaria al traino - stanno facendo affari d’oro. Con quali risultati proprio non saprei: bisognerebbe lanciare un sondaggio (“stitici di tutto il Mondo fateci sapere qualcosa…”)
Tuttavia, se mi è consentito un consiglio ai nostri lettori che soffrono di questo tragico disturbo, mangiate LENTICCHIE. Da fonte più che certa… pare che siano portentose…!

P.S. Quante monete avranno dato a quella splendida modella per questa strabiliante performance interpretativa? Mah… chi può dirlo…?!?! Però sono convinto che se avessero affidato a qualcuno di noi la parte, sarebbe stato molto più convincente il messaggio… Tipo v’immaginate il sottoscritto…, o anche il Trucido (testa grossa)…, che arriva con la cartelletta sottobraccio e le bollicine tutto intorno…, e bussa alla porta di quella disperata che non fa la popò da una settimana - e che vi guarda con una faccia tremendamente sofferente ed angustiata…???? Io sarei scoppiato a riderle in faccia, senza ritegno. Mi sarei buttato a terra e mi sarei rotolato come un bacherozzo acciaccato! Avrei fatto impazzire il regista…, peggio di quello di Febbre da cavallo (“Col fischio…? Senza fischio…?” - “Cacciatemelo via…”)

A volte ritornano...

Amici,

Qualche settimana fa ho regalato a Salvatore una bottiglia di Unicum, lamaro svizzero nato nel lontano 700 e ancora prodotto e distribuito in (quasi) tutti gli esercizi commerciali dItalia. Oggi è toccato a me: Davide mi ha regalato una bottiglia… udite udite di Petrus Boonekamp! Imbottigliato nei lontani anni 80. Ovvero una autentica rarità!
Paolo Villaggio sostiene che gli amari siano lultimo stadio dellalcolismo cronico. E forse ha ragione. Dopo questa fase, affermano gli esperti, pare che si comincino a vedere serpenti marroni sui muri. Ovvero, il baratro totale.
Ad ogni modo io vedo in questo regalo un gesto di grande ed autentica amicizia.

E dunque, alla salute!

Diego: «Che eleganza la bottiglia ti dice già tutto dellamaro: forte, sobrio elegante. Il Mario Monti degli amari»

Yanez: «La pubblicità degli anni 70 recitava: “Dopo mangiato lamarissimo che fa benissimo”. 45 gradi di puro piacere…!»

Diego: «Quelli erano amari, non i Montenegro, i Cynar, limoncini e limoncette ed altre bevande inutilmente zuccherine…»

Yanez: «Infatti…, l’amaro dolce potevamo inventarlo solo noi italiani»

Andrea: «Provo quasi invidia…»

Yanez: «Dimmi la verità, Andrea: ma a te hanno mai regalato una bottiglia di Petrus

Andrea: «No…, ci devono solo provare…»

Yanez: «A me l’hanno regalata sabato scorso. Mi sono commosso: è da almeno 30 anni che non ne sentivo più parlare…»

Yanez: «Che dite, provo a berne un goccio? Magari a stomaco pieno. Anzi, magari prima redigo un paio di paginette di ultime volontà, poi mi abboffo sconciamente - l’ultimo pasto del condannato è sempre abbondante… - e infine mi tiro giù un bicchierino…»

Andrea: «Per le paginette immagino che ci metterai poco tempo, ma se vuoi condividere l’assaggio (e relativa mangiata) io ci sto…»

Fiorella: «L’amaro più amaro del Mondo. Ma una volta non aveva la bottiglia rotonda? O mi sbaglio?»

Yanez: «Ma Fiò, non scherzare…, per cortesia: quello a cui ti riferisci tu è l’Unicum…! Altro immenso elisir di lunga vita…»


Rebus

Allora io vorrei chiedere ai sapientoni, quelli che hanno sempre una risposta per tutto, vorrei chiedere: se Superman è così intelligente come lo descrivono, come mai mette le mutande invece che sotto, sopra la tuta???? Eh, come mai???
E non rispondetemi “per mettere in risalto le forme che tanto non è affatto vero...!

giovedì 30 ottobre 2014

Alì boma ye…

Amici, non so voi quanto siate appassionati di box - nel senso della “noble art” - e quanto siate legati ai miti e alle leggende del passato (ahimè, oggi non si sa più neanche chi sono i campioni del Mondo delle categorie più importanti). Io per tanti anni ho seguito questo sport - il vero unico sport… inteso come sopraffazione dell’avversario secondo regole cavalleresche - con grande interesse. Mio padre, da grande appassionato, non si perdeva mai un incontro in televisione - venivano trasmessi in prima serata, e col commento magistrale di Paolo Rosi - ed io con lui. Ero così piccolo che mettevo una coperta sul tavolo della cucina e mi ci sdraiavo sopra per assistere a quello spettacolo. Questa passione è andata avanti per anni, fino a… diciamo Mike Tyson: l’ultimo vero campione del Mondo del pesi massimi - detentore delle corone delle tre federazioni pugilistiche maggiori: WBA - WBC - IBF - . Dalla detronizzazione di quel portento di forza in poi, non s’è capito più nulla e il pugilato è inesorabilmente caduto nell’oblio.
Ebbene, oggi, 30 ottobre 2014 ricorre una data - anniversario - che non può passare sotto silenzio. Il 30 ottobre 1974 - quarant’anni fa, Cassius Clay (altresì detto Mohammed Alì) riconquistò il titolo mondiale battendo per KO George Foreman a Kinshasa, nello Zaire, nell’incontro passato alla storia come The Rumble in the Jungle (ricordato nel film-documentario Quando eravamo re). Ali - come si legge su Wikipedia - vinse l’incontro grazie ad una tattica che nessuno avrebbe mai pensato che attuasse; persino i suoi allenatori erano increduli e non si capacitavano. Clay si incollò alle corde per 8 riprese, facendo sfogare tutta la potenza di cui disponeva Foreman contro un bersaglio inaspettatamente “elastico” costituito dal corpo di Ali e le corde del ring; pur venendo colpito da pugni micidiali l’azione elastica delle corde attenuava la potenza dei colpi di Foreman. Quando, verso la fine dell’ottavo round, si accorse che Foreman era stremato, Ali sferrò una serie di jab e uppercut che fecero crollare il rivale al tappeto per il conteggio finale. Fu una vittoria memorabile.
Nell’ottobre del ’74 avevo due anni e otto mesi e devo ammettere che non ricordo quel match. Posso tuttavia immaginare che, anche in quell’occasione, mio padre non abbia perso quell’incontro; e di conseguenza io con lui. Anche perché si trattava di uno degli avvenimenti sportivi più importanti della storia recente della box: Clay - dato ampiamente sfavorito a causa dell’età: aveva 10 anni più del campione - riprovava a vincere il titolo a distanza di anni (era stato sospeso dall’attività nel ’67 perché si era rifiutato di andare a combattere in Vietnan), e soprattutto veniva dai due incontri spaventosi con Joe Frazier (il primo perso malamente - e con una mandibola fratturata - ; e il secondo vinto ai punti). Clay battendo Frazier era diventato lo sfidante ufficiale per il titolo. Titolo detenuto appunto dal texano George Foreman, una montagna umana cattivissima. La tattica di Clay sul ring fu formidabile e la sua rinomata arte di punzecchiare l’avversario (“Mi hanno detto che sai dare pugni, George!” - “Mi hanno detto che potevi colpire come Joe Louis”) mandarono in bestia l’avversario. Una furia cieca aggredì Clay per otto riprese, ma il Campione tenne botta senza grosse conseguenze. E infine, al momento opportuno, Alì estrasse dalla manica l’asso vincente…! E Foreman cadde al tappeto inesorabilmente. Tra lo stupore di tutti.
Onore dunque al più grande boxeur di tutti i tempi.

Alì vs Foreman (Highlights):


lunedì 20 ottobre 2014

Mai perdere l’occasione di…

I romani antichi dicevano:
“Mai perdere l’occasione di fare una buona battuta…, anche al costo di perdere un’amicizia”.
Ecco, io oggi ho seguito alla lettera il consiglio… e temo di aver perso un’amicizia.
Che poi in realtà proprio amicizia non era: diciamo conoscenza.
Cos’è accaduto? Semplice: la “conoscenza” bazzica assiduamente Facebook  e di tanto in tanto scrive delle considerazioni personali che secondo lei sono molto simpatiche e spiritose. Oggi per esempio ha scritto: “Ma quanti cacchio di idioti ci sono in circolazione?” Ebbene, cosa avrei potuto scrivere io, a commento di cotanta proditoria asserzione?
Facilissimo (come segnare un goal dopo un assist di Totti):
“Se te ne stessi a casa, ce ne sarebbe uno in meno in giro…”

Dite che me la sono persa questa amicizia???

venerdì 10 ottobre 2014

Altro profondo enigma...

Mi spiegate, per favore, che c’ha trovato di bello o affascinante la splendida Betty (altro che Wilma....) in quel mezzo nanerottolo - brutto come il peccato originale - di Barny????
Una bella spiegazione convincente però…! Non mi accontento di mezze verità.
GRAZIE

giovedì 9 ottobre 2014

Altro argomento interessante…

Articolo sul sito de La Repubblica:
«C’è una forma di consapevolezza dopo la morte - Gli scienziati britannici hanno analizzato migliaia di casi di arresto cardiaco: il 40 per cento dei sopravvissuti aveva “ricordi” nei minuti in cui erano clinicamente morti»
Ovvero la vita dopo la morte… Toccatevi… toccatevi tutti per favore…
Io, come tutti del resto, ho una fifa blu della morte…, anche perché spesso mi tocca di guardarla negli occhi facendo il soccorritore della Croce Rossa.
Eppure non vi nascondo, sì non vi nascondo che ho una grande curiosità di sapere cosa c’è dopo! Ovvero, cosa ci attende una volta superato il “grande oceano”. E questa curiosità ce l’ho da sempre. E voi?
(Yanez)

Dopo la morte per i meritevoli esiste l’Eternità. Quello che si dice sull’esistenza di un’altra vita, sulla realtà di un Regno Celeste di cui Gesù di Nazareth è stato il messaggero principale, è tutto vero. Io ho acquistato un libro molto interessante di cui vi consiglio caldamente la lettura: Oltre la vita - testimonianze di pre-morte, di Lucia Pavesi, De Vecchi Editore. Si tratta di testimonianze autentiche di esperienze reali di persone dichiarate clinicamente morte e poi tornate alla vita. Viene descritto come si identifica la pre-morte: i nove requisiti - statistiche, interpretazioni scientifiche: psichiatriche, psicologiche, farmacologiche - come cambia la vita dopo l’esperienza di pre-morte ecc. ecc.
Compratelo, è molto molto interessante. Leggetelo, meditate e… temete!
P.S. Leggete pure la testimonianza di Gloria Polo, una donna colombiana morta a causa di un fulmine e poi riportata in vita dai medici. Questa tipa parla di cose davvero spaventose! Ai non credenti io dico: FATE ATTENTI e STATE ATTENZIONE!!!
(Alessandro detto Er Proff)

Non so cosa c’è dopo la vita, ma sono consapevole che prima o poi dovrò morire e spero che ciò avvenga in qualche zona in montagna dove non potranno più recuperare il mio corpo
(Lorenzo)

Fate attenti, state attenzione perché la vita, la coscienza non può finire così su questo pianeta di merda, sarebbe semplicemente assurdo. Suor Faustina era una mistica, ed Ella, al contrario di quel cazzaro psicopatico imbecille e deficiente di Paolo B., la Madonna l’ha vista veramente (o almeno io ci credo). La Madre celeste le ha fatto vedere il Paradiso e l’Inferno. Suor Faustina ne ha parlato. Per gli immeritevoli la punizione sarà tremenda. Provate a leggere gli scritti di Suor Faustina, roba da fare accapponare la pelle! Una delle punizioni peggiori è la consapevolezza che la condizione in cui verremo a trovarci dopo morti non finirà mai e non cambierà mai. MAI!!! DIO è descritto come una entità infinitamente misericordiosa e buona, ma anche infinitamente giusta. Il Suo giudizio è insindacabile e infallibile, EGLI è il Giudice unico e supremo, non c’è giuria e non ci sono avvocati, nessun pubblico ministero o cancelliere, anche perché le pratiche sono moltissime ogni giorno e non si saprebbe dove mettere tutte le carte che sono troppo voluminose. Per di più negli ultimi millenni ci sono state pesanti proteste da parte di molte anime ecologiste che si lamentano per l’utilizzo eccessivo di carta, perciò è stato applicato un taglio netto a tutto il personale amministrativo. Ci consola però il fatto che il giudizio dell’Onnipotente è sempre esattissimo e imparziale.
Ad ogni modo ragazzi occhio, ragazzi, fate attenti e state attenzione, perché una volta arrivati lì non potremo fare assolutamente nulla per noi stessi, nulla! Lo dice Suor Faustina e c’è da crederci…
(Alessandro detto Er Proff)

In effetti è un gran bel mistero… Se Dio è misericordioso, e perdona fino a “70 volte 7” come dice il Vangelo, perché al fine esiste l’Inferno. Posso capire il Purgatorio, anche se molti sostengono che come concetto sia stato inventato di sana pianta (di sana pianta…, chissà da dove viene sta locuzione…???) in epoca Medievale e dalle gerarchie ecclesiastiche per scucire qualche quattrino in più ai fedeli. O forse è una deduzione teologica proprio in funzione del ragionamento che se Dio tutto perdona, perché mai dovrebbe esserci l’Inferno. Il Purgatorio, come luogo/momento di espiazione e purificazione per accedere alla “gioia perfetta” può avere un senso, ma l’Inferno? Ed infatti la teologia più moderna arriva a sostenere l’assenza - che poi più che una convinzione è una speranza - dell’Inferno nell’aldilà (vedi Hans Urs Von Balthasar), o nel caso peggiore la sua esistenza, ma altresì l’assenza di anime condannate in tale luogo…! La mente umana, essendo limitata, ragiona così: “Come può un padre - o a maggior ragione una madre: Papa Giovanni Paolo I sosteneva che l’amore di Dio è più simile a quello di una madre, piuttosto che di un padre - condannare all’Inferno per l’eternità un figlio? Come??? Possibile che ci siano condanne alla dannazione senza appello? Possibile? Un Dio che nel Vangelo - soprattutto quello di Matteo - viene definito amore, perdono, misericordia…, può condannare al supplizio eterno un suo figlio? Questa è la domanda. La mia mente limitata mi porta a questa conclusione: ebbene sì, all’Inferno ci finirà pure qualcuno. Ma solo e soltanto se l’avrà deciso l’interessato. Ovvero, di fronte alla scelta se abbracciare Dio, cioè il bene supremo, o l’Inferno, cioè la malvagità portata all’apoteosi, sarà l’anima (de li meglio…) a scegliere. In fin dei conti il male si sceglie di farlo, il male esercita un fascino irresistibile: c’è poco da fare. E dunque Dio, nel suo infinito amore verso gli uomini lascia la possibilità di scegliere quale strada prendere: LIBERO ARBITRIO anche dopo la morte. Ecco come la penso. O almeno questo e quello che spero. Sant’Agostino diceva: “Saremo salvati non per giustizia, ma per misericordia”. Ovvero, se Dio applicasse il metodo di giustizia su di noi… ho idea che pochi, pochissimi, praticamente nessuno si potrebbe salvare dalle fiamme dell’Inferno.
(Yanez)

Nonostante la letizia che mi pervade etc. etc. non posso recedere dal mio radicato pensiero: dopo la morte non esiste nulla. L’Aldilà l’hanno inventato gli uomini, troppo superbi e presuntuosi per accettare di vivere per un così breve lasso di tempo, incapaci di accettare la più semplice delle verità. In parallelo altri uomini - assai più astuti - hanno inventato le Religioni, sconvolgente miscela di norme, regole e divieti che, per essere officiata e interpretata, abbisogna di una figura chiave: il sacerdote. Che - inutile dirlo - ha trovato il modo per campare dignitosamente senza fare una mazza alle spalle di quelli che credono.
Sarebbe bello parlarne insieme…
(Salvo)

E no, caro Salvatore, qui dissento, il Regno Celeste esiste, c’è una dimensione ultraterrena che è quella di cui ci ha parlato Gesù di Nazareth. Esiste, altroché se esiste. Esiste ed è una cosa meravigliosa e indescrivibile. Compra il libro che ho consigliato, è molto interessante e passerai qualche ora in modo istruttivo. Dopo che lo avrai letto non diventerai credente, ma senz’altro comincerai a porti delle domande, ti sorgeranno dei dubbi, delle perplessità, perché ciò che è scritto non può essere spiegato con la semplice fantasia e la paura che l’uomo ha della morte. Predisponi il tuo animo ad accogliere la Verità celeste e abbandona il tuo EGO, se non ci riesci fatti una bella camminata in montagna con quell’amico guida di Luigi, magari leggendo insieme quelle pallose corbellerie che ha scritto, vedrai che il tuo EGO scomparirà oh oh oh oh...
(Alessandro detto Er Proff)

Immagina che non ci sia il Paradiso,
è facile, se ci provi.
Immagina: nessun Inferno sotto ai nostri piedi
e sopra di noi soltanto il cielo.
Immagina che tutte le persone del mondo
vivano solo il loro presente in pace
e che non esistano Nazioni,
né confini e nessuna Religione,
niente per cui uccidere
niente per cui morire…

Pace & Amore, fratelli (ehm, sopratutto amore…)
(Salvo)

È proprio questo il punto, tu scrivi “immagina che tutto il mondo viva in pace, senza conflitti, immagina che non esistono nazioni, confini, religioni e motivi per uccidere, ecc. ecc.” Ecco, tutto questo moltissimi uomini lo immaginano da millenni, ma non si è mai verificato e mai si verificherà. Questa situazione che tu mi suggerisci di immaginare è del tutto irreale in terra, puoi solo immaginarla, mentre sarebbe del tutto realistica e comprensibile nella dimensione paradisiaca di cui si parla. La realtà del Paradiso è tanto tangibile per le anime, quanto lo è da vivi il mondo terrestre che ci circonda.
(Alessandro detto Er Proff)

Come suggerisce Luigi (“amici, qua tra dotte disquisizioni sull’EGO meditativo e vagabondo, approfondimenti escatologici e teologici, nessi causali tra religioni e violenze di ogni genere e gusto e quant’altro ci siamo un po’ incartati. E allora, veniamone fuori: ecco un bell’articolo che fa per noi”) alleggeriamo questa profonda disquisizione ma - nel ripromettermi di andare a leggere l’articolo sul deodorante per peti molesti - concludo il dibattito instillando un dubbio: non pensate che senza ‘sta menata delle religioni i neri seguaci dell’Isis non sgozzerebbero giornalisti cristiani, i palestinesi non continuerebbero a tirare razzi sugli israeliani, i sunniti non sparerebbero agli sciiti etc. etc. etc…?
(Salvo)

Ad ogni modo, che dire riguardo alla religione? Poco, in realtà. La Fede è un dono come si sa, e questo è un altro grande mistero: perché ad alcuni sì e ad alcuni no? Un po’ come i miracoli: i pensatori laici e agnostici sostengono che sì, ai miracoli si può anche credere - in fondo la scienza non riesce a spiegare molte guarigioni prodigiose e improvvise - ma ciò a cui è difficile credere e accettare è altro: perché i miracoli non toccano a tutti coloro che vi fanno “regolare” richiesta…? Ma a parte queste stucchevoli speculazioni filosofiche, io credo fermamente nella vita oltre la morte, ci credo da sempre, fin da bambino. Per me non è in discussione: è appunto un dogma, una convinzione che sento radicata e profonda dentro di me. È un dono? Può darsi. E comunque sapete cosa diceva quel burberaccio di Montanelli, quando lo stuzzicavano sull’argomento?
«Cosa dirò quando sarò davanti all’Onnipotente? Semplice: perché non mi hai dato la fede…»
(Yanez)

Ben detto, vecchio Indro! E a proposito di Lennon, stamattina ho sentito che oggi ricorre la data del suo compleanno: curioso no? È come se dall’Aldilà abbia voluto ispirarmi la risposta di iersera. Ma… allora… (puntini puntini…)
(Salvo)

Leggi anche: http://www.repubblica.it/scienze/2014/10/07/news/consapevolezza_dopo_morte-97572231/?ref=HRLV-16

venerdì 3 ottobre 2014

Chagall a Milano

Marc Chagall, La Mariee, 1950
A proposito di arte ieri - su richiesta di un’amica, io non ero molto interessato - sono sceso a Milano per la mostra di Chagall, che mi sento comunque di consigliare perché ricchissima di opere che abbracciano la sua creatività dal 1909 agli anni ‘80 (visse più di novant’anni). Particolare ghiotto: col biglietto Trenord “viaggia ovunque” si accede alla mostra con sole sei monete, audio guida inclusa.
Be’, anche stavolta (è la seconda), non posso dire di essermi entusiasmato. Sarà per la mia ignoranza, ma i suoi quadri - pur piacevolissimi e emozionanti - mi sembrano praticamente simili dai primi agli ultimi, con gli stessi soggetti simbolici (la capra, il gallo, l’ebreo errante etc…) a incorniciare una coppia di innamorati abbracciati o sospesi. E il tutto dipinto con un tratto che non esito a definire “infantile”, senza nessuna evoluzione (a differenza di Klimt) nel corso dei decenni. Cari colti amici (il Proff in primis), voi che ne pensate?
(Salvo)

Ma qui l’unico che può rispondere è il vate professor de Roma, chi meglio di lui conosce l’arte. Be’ forse il “Trucido” ci potrebbe deliziare con qualche sue perla, ma meglio non chiamarlo in causa… Da ignorante (perché ignoro) non conosco Chagall quindi potrebbe essere una buona occasione per fare un giro visto il costo accessibile. Ci farò un pensierino!
(Lorenzo)

Carissimi, devo rivelarvi un segreto: Chagall per me è stato un emerito sconosciuto fino a non molti anni fa, allorché, gustando a quattro palmento il bellissimo film “Notting Hill” (con la divina Julia Roberts e l’impacciato Hugh Grant), mi sono imbattuto in una scena in cui compare un quadro di Chagall. Ovvero una sposa con di fianco una capra che suona il violino. E Julia dice: «La felicità non è felicità, senza una capra che suona il violino». Ecco, questo è tutto ciò che so di Chagall. Per il resto, e lo dico con l’alea dell’ignoranza che sorvola la mia capoccia, devo essere sincero: l’arte per me si ferma con Raffaello. Ecco, al limite posso concedere qualcosa agli impressionisti: mi piace molto Renoire, ma anche Monet c’ha il suo perché… Proff, illuminaci.
(Yanez)

Attento, Salvo, leggi bene queste righe. La pittura di Chagall è molto complessa e difficile, come la maggior parte della pittura delle avanguardie del ‘900. La sua è una pittura di profondo significato sociologico e politico ed è anche e soprattutto una acuta e ironica critica ai regimi politici. Quello che tu dici non è del tutto infondato, c’è dell’infantilismo in Chagall, ma non è infantile il suo tratto, sarebbe più esatto dire che l’artista ricostruisce volutamente un ambiente favolistico caro al mondo dell’infanzia. Osservando infatti i suoi dipinti si evince chiaramente la volontà di rappresentare un’atmosfera da favola. Perché proprio la favola? Perché è proprio con le favole che si possono esprimere in maniera più chiara e diretta anche i concetti più difficili, che in tal modo diventano comprensibili anche ai bambini. Le favole esprimono la cultura, il costume del popolo, ma soprattutto esprimono una morale. Non dobbiamo dimenticare che Chagall è russo e le classi dirigenti della Russia (in particolare gli zar e la loro corte) hanno sempre deliberatamente e forzatamente considerato il popolo come una entità infantile per giustificare il loro potere paternalistico. Come se dicessero al popolo: “Siccome sei un bambino inesperto, incapace, confuso e bisognoso di una guida sicura, allora noi dobbiamo prenderti per mano e guidarti, per fare ciò dobbiamo detenere il potere necessario e tu popolo non devi opporti o fare i capricci, ma devi ubbidire e fare il bravo bambino!” Dunque Chagall ci dà la versione di un popolo succube e sottomesso alla volontà del potere, ma è pur vero che tramite la favola si può esprimere la creatività del popolo e anche il desiderio di ribellarsi alle angherie dei potenti. Ecco allora che la pittura di Chagall può essere vista anche come una forza popolare e rivoluzionaria. Non a caso Chagall partecipa alla rivoluzione socialista con un entusiasmo eccessivo. La sua pittura rende molto bene anche lo spirito gaio, gioviale e festoso che si viveva durante il periodo eroico della rivoluzione. Tutto, nei suoi dipinti, crea un mondo di giochi, appunto, un mondo di favole. Il suo interesse per il folclore russo ed ebraico indica invece la sua provenienza popolare e l’artista vuole introdurre i propri ricordi, i propri sentimenti, i misteri della propria anima ‘russa’ e i propri sogni nel vivo della cultura europea, in un periodo in cui splendeva di grande luce la pittura francese degli impressionisti. E se si nota bene, non è eccessivo parlare di sogni, infatti i suoi dipinti hanno pure un’aura surreale e onirica. Ci sarebbe molto altro da dire, ma mi sono stufato!
(Alessandro detto Er Proff)

E mej cojoni… Complimenti Alessa’, sei mejo de Sgarbi e Giulio Carlo Argan messi insieme!!!
(Yanez)

Troppo gentile, in realtà ho perso smalto, ero molto più preparato e fresco di studi molti anni fa, ora per scrivere due stronzate ci penso mezz’ora, me so’ arugginito…
(Alessandro detto Er Proff)

Grazie Ale, la tua risposta è molto istruttiva e interessante (non ne dubitavo) però resto ancora un po’ perplesso sulla “non evoluzione” delle sue opere… mi ha ricordato gli ultimi anni di Renoir, passati a dipingere sempre e solo le ninfee del suo stagno artificiale! Ma quel che più mi sta a cuore: a te Chagall piace?
(Salvo)

Diciamo che non mi piace molto dal punto di vista puramente estetico, mentre lo apprezzo molto nell’aspetto concettuale, però l’atmosfera di favola sognata è davvero fantastica!
(Alessandro detto Er Proff)

Molto ma molto bene. Vi ringrazio per la partecipazione e, come dice Lorenzo, se vi capita fateci un giro, è una esposizione davvero sontuosa!
(Salvo)

mercoledì 1 ottobre 2014

Io e il calcio

Amici, da ragazzo sono stato un grandissimo tifoso della Roma (altresì detta Maggica: con due “G”). Perché proprio la Roma, essendo nato a Sesto San Giovanni, in provincia di Milano? Bah… Forse perché fu la prima squadra che vidi giocare in uno stadio, ero molto piccolo e si trattava dell’Olimpico di Roma. Mi ci portò uno zio acquisito, insieme ai cuginetti. Mi piacque quello spettacolo, e ancor di più mi piacque l’accostamento cromatico giallo-rosso della divisa dei padroni di casa. Quel rosso porpora mi richiamava alla mente qualcosa della grandezza della Roma classica per la quale andavo letteralmente pazzo. Insomma, fu amore a prima vista. Ora sono passati anni…, trent’anni e più… La passione per il calcio si è fisiologicamente affievolita. Oddio, mi piace sempre guardare una bella partita (sempre che non si tratti di un match tipo Empoli - Chievo…), ma non ho più il trasporto dell’adolescenza. D’altra parte l’età matura stinge un po’ tutte le tinte…! Ahimè. Eppure alla Roma sono rimasto affezionato: un antico amore non ricambiato purtroppo. D’altra parte è così avaro di successi il calcio del centro-sud. E poi, con tutti questi giocatori che vanno e vengono, che fanno una stagione nella squadra e l’anno dopo (se non addirittura durante lo stesso anno) te li ritrovi a giocare magari per la tua avversaria storica… E gli stranieri? Io non riesco a capacitarmi come si possa tifare per una squadra che non a più neanche un giocatore italiano in campo: alle volte perfino il portiere di riserva è straniero! E poi tutti questi anticipi, posticipi, partite serali, a mezzogiorno, alle sei del pomeriggio, a metà settimana. Insomma un gran casino. Era così bello un tempo ascoltare le partite alla radio (o meglio ancora, vederle allo stadio) e poi seguire “90° minuto” con Paolo Valenti e tutti gli inviati dagli stadi, Tonino Carino, da Ascoli; Franco Strippoli da Bari; Cesare Castellotti (quello coi baffoni) da Torino; Marcello Giannini da Firenze; e ancora Giorgio Bubba (una specie di Orso Jogy del levante ligure); Gianni Vasino (che nome mamma mia…); il mitico Luigi Necco da Napoli…! Era un rito di popolo imperdibile, che incollava milioni di spettatori al teleschermo…, con la schedina in mano per vedere se non ci scappava il fottutissimo TREDICI. E poi, a mezza sera c’era “Dominica Sprint” su Rai Due, e a concludere l’immancabile “Domenica Sportiva”. MERAVIGLIOSA.
Oggi invece cos’abbiamo? Frattaglie di spezzoni di racconto, inframmezzate da lunghe, inutili attese che favoriscono business e pubblicità, ma che distruggono la bellezza dello sport…, che è magia in quanto evento che si conclude in simultanea e che dà la misura immediata di chi ha vinto e chi ha perso. IN DIRETTA. Come si fa ad appassionarsì a tutto ciò? Bah, è un grande mistero. Ed infatti gli stadi sono quasi sempre vuoti… (e tragicamente abbandonati a ultras facinorosi). Ieri tuttavia è accaduto un mezzo miracolo (calcistico, ovviamente). A Manchester, la Roma ha pareggiato con i temibili “aquilotti azzurri” (il City ha sulla bandiera un’aquila tipo quella laziale). E il tutto grazie ad un gol splendido di un giovanotto di 38 anni suonati, che risponde al nome di Francesco Totti. Ecco, Totti…, oltre ad essere un grandissimo calciatore, è un po’ tutto quello che manca al calcio dei nostri tempi: una BANDIERA. Da sempre giocatore della Roma, ha sempre rifiutato ingaggi faraonici e piazze ben più inclini alla vittoria pur di restare nella sua città, nella sua squadra. Una fedeltà rara, quasi unica nel panorama non solo calcistico dei nostri tempi.
Ieri il pubblico inglese allo stadio ha tributato una standing ovation al bomber più anziano della storia della Coppa dei Campioni. Ed oggi, i giornali inglesi gli dedicano la prima pagina. Da brividi…!

E dunque in alto i calici: ONORE al Capitano!

venerdì 12 settembre 2014

Le elezioni saranno a primavera: vota LISTA FANCUL (Fan della Cultura)

«Non fia loco ove sorgan barriere / Tra l’Italia e l’Italia, mai più! / L’han giurato: altri forti a quel giuro / Rispondean da fraterne contrade»
«Noi siamo da secoli Calpesti, derisi Perché non siam Popolo Perché siam divisi» (Goffredo Mameli, Canto degli Italiani)
Ecco, questi versi sono molto più sensati, sicuramente se Bossi li conoscesse sarebbe d’accordo. Per ironia della sorte, le parole di quel Mameli di cui i leghisti disconoscono l’inno nazionale illustrano bene la situazione italiana ancora ai giorni nostri. Mameli coltivava una nobilissima intenzione, la quale però è purtroppo rimasta sulla carta. Si è fatta l’Italia, ma gli italiani ancora non sono stati fatti, nel senso che sotto gli aspetti politico, sociale, civile, economico e anche linguistico (esiste una frammentazione di dialetti impressionante, molti non parlano affatto la lingua italiana e in alcune province si parlano quasi esclusivamente il francese, il tedesco, il ladino, l’albanese e persino il greco!), gli Italiani sono ancora un popolo inesistente! Piaccia o non piaccia è così…
Vista la situazione attuale dopo oltre 150 anni dalla cosiddetta unificazione, non sarebbe male attuare il progetto della Lega Nord. Io proporrei tre macroregioni:
MACROREGIONE DEL SUD: Sicilia - Calabria - Puglia - Basilicata - Molise - Abruzzo - Campania. Questa Macroregione dovrebbe avere come capitale la città di Napoli.
MACROREGIONE DEL CENTRO: Lazio - Umbria - Toscana - Marche - Emilia-Romagna - Sardegna. Questa Macroregione dovrebbe avere come capitale la città di Roma.
MACROREGIONE DEL NORD: Veneto - Lombardia - Piemonte - Valle d'Aosta - Liguria - Trentino Alto Adige - Friuli Venezia Giulia. Questa Macroregione dovrebbe avere come capitale la città di Milano.
In realtà sarebbe preferibile Torino, ha una storia molto più importante ed è sotto molti aspetti molto più bella di Milano (non me ne voglia Salvatore che è in procinto di trasferirsi a Milano), però Milano ha una centralità geografica e una economia che la rendono più importante. Dunque, ragazzi, questo è il mio progetto politico. Vi annuncio che mi sto informando per presentarmi alle prossime elezioni politiche con un movimento nuovo, che si rifà in buona parte al programma del M5S, con in più l’obiettivo fondamentale di arrivare a una divisione dello Stato italiano in tre piccoli Stati, con tanto di visto per passare da uno Stato all’altro, soprattutto per questioni di sicurezza. Se qualche campano o qualche siciliano sono sospettati di voler venire a Roma o di voler andare a Milano o a Torino per motivi non molto chiari, gli si deve negare il visto e se ci vanno cmq anche senza visto, allora scattano le manette: processo per direttissima e sei mesi di carcere senza alcuna condizionale. Per quanto riguarda coloro che vanno a rompere i coglioni ai turisti alle stazioni di Roma, Milano, Firenze, Torino ecc., processo per direttissima, sei mesi di detenzione. Escono e tornano alla stazione a rompere i coglioni e a rubare? Processo per direttissima e dodici mesi di carcere. State tranquilli che passerà loro la volontà di fare i ladruncoli. Il mio programma prevede inoltre il REDDITO DI CITTADINANZA: 300 monete al mese per chi lavora, ma guadagna meno di 700 monete al mese; 400 monete al mese per chi lavora, ma guadagna meno di 600 monete; poi 500 monete al mese per i disoccupati in casa con i genitori; 800 monete al mese per i disoccupati con un figlio; 1100 monete per i disoccupati con due figli. Proporrei anche di più, ma non ci sono le risorse. Il mio programma prevede inoltre il dimezzamento netto delle pensioni oltre i 20mila euro; il dimezzamento netto degli stipendi dei parlamentari e dei magistrati; il raddoppio netto dei salari per gli operai; il raddoppio netto degli stipendi di alcune categorie della P.A., per esempio insegnanti, Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Forestale, VV.FF., ecc… Il mio programma prevede il carcere immediato per i reati di tipo ambientale e contro il patrimonio artistico, storico e culturale, nonché per chi tortura o abbandona gli animali. Il programma prevede pure lunghi anni di detenzione per chi si macchia di evasione fiscale. Per i reati di mafia l’ergastolo da scontare in esilio, possibilmente in un carcere di massima sicurezza in Siberia. Bene, ragazzi, avrò il vostro voto? Sì? Grazie, sapevo di poter contare su di voi. Il nuovo movimento politico ha già uno slogan che di per sé vale quanto un intero programma: MAFIOSI LADRI EVASORI E FARABUTTI VARI, SO’ CAZZI VOSTRI!!! IN KAMPANA!!! La sigla sarebbe FANCUL (che sta per i Fan della Cultura). Se non vi piace proponete un nome voi. Daje che ‘sta vorta ja ‘a famo!!!
(Alessandro, detto Er Proff)
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Splendido…! Io voto la lista “Fancul” fin da subito. Mi piace assai...! Mi piace la svolta “giustizialista”; mi aggrada non poco la riforma pensionistica e di ridistribuzione del reddito; mi entusiasma il punto sulla difesa dell’ambiente e del patrimonio storico-culturale. Ho qualche dubbio sulla separazione del nostro Stato in macro-regioni: proprio perché è stato versato tanto sangue e in onore ai martiri che hanno unito (si fa per dire…) questa nostra nazione, proprio per questo (e non per altro…) sono contrario. Totò in un film diceva: “Ahi Garibaldi…, che hai fatto...!”, volendo significare: ma chi te l’ha detto a te (ripetizione rafforzativa…) di fare questa benedetta Unità d’Italia???? Perché…, perché unire ciò che non potrà mai stare insieme??? Bah…! L’Ottocento è stato il secolo dei grandi slanci, delle grandi visioni, e purtroppo anche il secolo dell’Unità d’Italia. Il Mezzogiorno all’alba della spedizione dei Mille era una sorta di confederazione (la Sicilia dei Baroni manco se lo cacava il Re di Napoli…) che non brillava per ricchezza e per progresso industriale e tecnologico - anche se i forzieri del regno erano stracolmi di oro zecchino, peraltro prontamente saccheggiato dai Savoia…), ma era una realtà che stava in piedi, viveva di un’economia di sussistenza e non aveva bisogno di nessuno. Da che giunsero i piemontesi, il Sud venne messo letteralmente a ferro e fuoco (il brigantaggio e con esso le popolazioni che l’appoggiavano furono annientati fisicamente: vedi il massacro di Pontelandolfo), cominciò il grande ladrocinio delle ex terre borboniche, ci fu una progressiva e sistematica spoliazione di tutta la ricchezza materiale e spirituale di quelle genti. Ed è purtroppo un fatto assodato, che il cancro della mafia abbia avuto origine proprio in questa congiuntura storico-sociale: il “guappo”, o “capo-famiglia”, diventava l’unico baluardo contro l’invasore e contro il sopruso di un esercito che trattava tutti come beduini da colonizzare! Il male del Sud è cominciato con i Mille (quasi tutti bergamaschi, peraltro: oggi Bergamo è la patria della Lega secessionista…) che si imbarcarono presso lo scoglio di Quarto, Genova. Da allora tutto è precipitato: povertà dilagante, emigrazione di massa, azzeramento delle piccole economie locali, sfruttamento della manodopera a basso costo nelle fabbriche del Nord, industrializzazione devastante di intere zone costiere, con relativi danni ambientali e annientamento del possibile volano turistico. E in più, clientelismo, corruzione, mafia e tutto il resto…!
“Ahi Garibaldi… che hai fatto…!” Aveva ragione Totò. E pur tuttavia ormai la frittata è fatta: dobbiamo tenercela. Gli inglesi dicono “For better or for worse, my country”, nel bene o nel male, questo è il mio paese. E gli inglesi sono un grande popolo!
Italiani…, votate LISTA FANCUL. E sennò, annatevene aff…!
(Luigi, detto Yanez)
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Perfetto, ero sicuro che ti sarebbe piaciuto questo programma, ora è il momento di fare proseliti. Intanto bisogna stendere nero su bianco il programma e fare le cose per bene. Questa nuova avventura ci porterà un sacco di monete nelle tasche e tante illusioni agli italiani (che neppure esistono). Quando anche noi ci saremo gonfiati le tasche di soldi a danno dei gonzi e dei polli che ci hanno dato credito e che ci hanno votato allora possiamo anche ritirarci dalla politica. A me bastano quattro o cinque milioncini e posso anche licenziarmi dalla scuola. Non possiamo eliminare il punto della divisione dello Stato italiano in macro-regioni perché significherebbe perdere milioni di voti al Nord dove la Lega ha ancora parecchi sostenitori. Tutti i voti persi dalla Lega li prenderemo noi con questo nuovo movimento. Ovviamente noi promettiamo con la chiara volontà e la piena consapevolezza di non mantenere, mi sembra logico, d’altronde anche la sigla del nuovo movimento politico è estremamente chiara: noi dichiariamo che FANCUL sta per “Fan della Cultura”, ma in realtà sta proprio per VAFFANCULO, cioè proprio il fanculo nazionale detto ai polli e ai coglioni che ci riempiranno le tasche di soldi che poi noi spenderemo per crociere, viaggi, alberghi, belle ragazze e automobili sportive. Io ho già in mente di prenotare una Jaguar oppure una SAAB Aero decappottabile. Appena presi i voti mi lancio al concessionario! Ho pure adocchiato una bella villetta privata al quartiere Aventino, ce voranno ‘n par de mijoni, c’ha pure er boxe interno, ‘na comodità incredibbile. E poi logicamente devo comprare il TV Samsumg 65’’ ultimo grido, ce voranno circa tremila monete. Io sto preparando una bozza con il regolamento per la protezione dei beni artistici, tu stendi qualcosa sul piano giuridico, partendo dalla nuova normativa per chi va a rompere le palle alle stazioni. Vacci giù pesante, più sono pesanti le punizioni e più voti prenderemo. Palazzo di Montecitorio, arriviamo!!! Politici marci e corrotti, cominciate a prepara’ subbito ‘n ber sacchetto de banconote!!! Ehm... ahum, glub
(Alessandro, detto Er Prof)
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Il tuo nuovo progetto politico abbisogna di voti e sostenitori: Luigi è un eccellente uomo di pubbliche relazioni (nel nuovo governo potrebbe fare il Ministro degli Esteri) mentre Lorenzo - che parla poco ma che ogni volta che si pronuncia lascia il segno - avrebbe il Ministero dell’Industria (è ingegnere, e poi è lombardo, pensa che di cognome fa Cantù…) L’idea delle tre Italia è ottima, e ci garantirà milioni di voti, quel che mi lascia perplesso è la finalità del progetto. Tu dici: arubbiamo tutto, se compramo la Jaguar (e la barca), se scopamo le deputate e mettemo li sordi all’estero…, ma non è quello che ha fatto quello là…, e che adesso fa questo qua…? Me sa che semo arrivati tardi!!
(Salvo, detto l’Uomo dei traslochi - e quindi futuro Ministro dei Trasporti)
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No, Salvatore, tranquillo, non è tardi, quello là e questo qua hanno fatto man bassa, ma c’è ancora da spreme, ce stanno ancora ‘n sacco de sòrdi e questo è er momento nostro. La proposta dei ministeri che hai avanzato mi garba, sono d’accordo per Luigi agli Esteri e quel lombardo di Lorenzo all’Industria (anche se da alcuni anni le industrie lombarde chiudono a un ritmo impressionante, purtroppo…) Qui bisogna mettersi al lavoro. I tempi sono maturi. Il giovane Matteo mangerà il panettone, ma non la colomba pasquale. Quella sa ‘a magnamo noi… Allora io c’ho quarche spesuccia, me serve quarche spicciolo. Ho già pronta la lista: 1) Appartamento attico con terrazzo da 120 mq e box auto privato in zona Aventino a Roma: costo 2.100.000 euro 2) Jaguar Type TX 3000 cc. : costo 175.000 euro 3) TV color Samsumg UHD 55" HU8500 CURVED: 3.000 euro 4) Yacht da Gran Turismo della ISA Yachts modello da 67 metri Costo: ‘na barca di soldi! Mai tale espressione è stata più adeguata. Come vedete sono spesucce, non chiedo molto, però se non riusciamo nell’impresa non riuscirò a fare questi semplici acquisti. Immagino che anche voi abbiate le vostre esigenze. Per esempio Salvatore non disdegnerà prendere un appartamento al centro di Milano, anziché andare in una squallida periferia. Lo stesso Luigi gradirebbe acquistare una bella Ford di alta cilindrata, bella fiammante oppure una Maserati o, perché no, tutte e due. Lorenzo non avrà nulla in contrario se potrà comprare una Peugeot di lusso o una Porsche o, perché no, tutte e due… Insomma ognuno di noi immagino abbia delle semplicissime e legittime richieste, ma solo se andrà in porto il progetto politico riusciremo a soddisfarle. Non è troppo tardi, i soldi ci sono, dobbiamo muoverci per prenderli! Coraggio, al lavoro sul programma! Un solo consiglio: scrivete un sacco di cazzate, promettete mari e monti, promettete la luna e avremo successo. Questo metodo in Italia ha sempre funzionato!!! Forza, al lavoro per la Lista FANCUL !!!
(Alessandro, detto Er Prof)
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Allora il nuovo progetto politico è avviato, il programma vede già un abbozzo significativo. Tra una settimana sarà pronto, alla prossima primavera cominceremo a gonfiarci le tasche di monete rubate, ehm, volevo dire di soldi onestamente guadagnati senza fare un cazzo… Io ho quella lista della spesa da fare, sono poche semplici cose, ma tirando le somme verranno fuori parecchie centinaia di milioni di euro, compreso lo yacth di lusso che è irrinunciabile…! Ammazzalo che sonno…
(Alessandro, detto Er Prof: prossimo Ministro dei Beni Culturali)
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Allora dunque io sto procedendo come un treno nella stesura del nuovo programma politico. Se volete farne parte c’è un ruolo anche per voi. Il mio programma si prefigge un unico scopo: IMBOTTIRSI LE TASCHE A SPESE DEGLI ITALIANI COGLIONI CHE MERITANO SOLO CALCI IN CULO Siete d’accordo? Immagino di sì. C’è da prendere un sacco di soldi… Dunque io mi sto occupando della parte relativa al recupero e alla tutela del patrimonio artistico, Salvatore si occuperà del Ministero dei Trasporti, Luigi andrà alla Giustizia e Lorenzo alle Telecomunicazioni. Ragazzi, qui c’è da prendere una barca di soldi. Si parla di milioni e milioni di monete. Io devo da prenne’ l’attico all’Aventino, me ce vònno ‘n par de mijoni, devo compra’ pure ‘na Jaguar, so’ sordi mica bruscolini…! Daje, mettemose al lavoro! Domenica prossima dovrà essere tutto pronto…! Daje che la prossima se n’annamo a mette tutti ‘n crociera, artro che Creta e Rimini e Bucarest…
(Alessandro, detto Er Prof)
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Sì però…, Alessa’ scusa: ma tu pensi solo a te stesso…! Me serve questo, me serve quello... e all’amici nun ce pensi???? E a me, che me regali? Va be’, ho capito, andiamo incontro alla brutta stagione e io ho poche esigenze: per me un bel cocomery americano (cit.)
(Luigi, detto Yanez - futuro Ministro degli Esteri)
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Se il mio progetto politico va in porto sarò estremamente generoso con voi. Dai miei calcoli se la lista FANCUL vincerà le prossime elezioni o comunque se prenderà molti voti si profilano guadagni molto elevati, soprattutto illeciti, perciò potrò permettermi di essere prodigo. Vediamo se vi stanno bene i miei omaggi: Poiché non voglio fare torto a nessuno vi donerò una Maserati a testa per i radi spostamenti e una fiammante Ford berlina cinque porte per andare al lavoro tutti i giorni; Una casa a testa di eguale metratura nelle città che desiderate; Un impianto stereo da appartamento di marca Yamaha o Technics, anche Marantz non è da disdegnare, potrete scegliere una tra queste tre marche; Un televisore UHD a Led Samsung 66’’ ultima generazione; Una scatola di preservativi marca Nulla. Che ne pensate? Me sembra ‘n’ offerta generosa anzichenò… Voi sostenete la lista FANCUL e tutto ciò sarà realtà!
(Alessandro, detto Er Prof)
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Credo vada accettata la variante proposta da Salvatore, proporrò Luigi al Ministero degli Esteri e Lorenzo al Ministero dell’Industria. Salvatore sta bene al Ministero dei Trasporti perché conosce bene gli aerei e i treni e ha viaggiato parecchio, e poi cambia spesso domicilio e residenza, perciò ha bisogno di spostarsi, insomma è il tipo adatto per i Trasporti. Io mi occuperò del Ministero dei Beni Culturali. Proporrò il 41 bis per i reati contro il patrimonio. Faccio un breve esempio molto significativo: se qualcuno danneggia un monumento e la cosa viene accertata, carcere duro come Riina. Se un pirla danneggia un dipinto in un museo, carcere duro pure a lui. Stessa sorte toccherà a chi si macchierà di reati contro l’ambiente. Per esempio se uno scarica rifiuti tossici nei fiumi o in mare, oltre a doversi caricare le spese per il ripristino ambientale dovrà scontare lunghi anni di detenzione in regime di 41 bis. Se qualcuno commette un disastro ambientale le pene previste saranno pesantissime! Vi comunico poi già da ora che ho tutte le intenzioni di proporre l’abolizione della caccia. Se dopo l’abolizione di questa pratica barbara saranno trovati cacciatori in flagranza di reato costoro saranno puniti all’ergastolo. Pene severissime sono poi contemplate per gli evasori fiscali. Il commerciante che non rilascia lo scontrino dovrà pagare una multa salatissima e sconterà una pena minima di sei mesi di detenzione, qualunque sia la cifra per cui non ha battuto lo scontrino. Se la somma non registrata supera i 50 euro, il commerciante disonesto e frodatore dovrà scontare dodici mesi di detenzione. Nei casi particolarmente gravi, in cui venga accertata una evasione molto pesante, per es. milioni di euro, non è prevista una villeggiatura di sei mesi in una casa di riposo a pettinare gli anziani malati di Alzheimer, è previsto l’ergastolo. Alle prossime elezioni faremo sentire la nostra voce. Lista FANCUL, i FAN della CULTURA che manderanno tutti a fancul!!! A rega’, daje su, dàmose ‘na mossa che qua c’è da prenne ‘n sacco de sòrdi…
(Alessandro, detto Er Prof)
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Sommo vate (senza la r finale, non fate battute che qui si fa l’Italia) ti esprimo la mia adesione incondizionata: te l’appoggio!! (il programma intendo). La mia candidatura ai Trasporti mi entusiasma, varerò una legge che assicurerà un furgone a gratis (chilometraggio illimitato e assicurazione compresi) a tutti quelli che devono traslocare. Inoltre assicurerò ai poveri pendolari come Luigi il rispetto degli orari, carrozze pulite e dignitose e cessi finalmente agibili, lindi e profumati. Ai facchini abusivi che importunano i viaggiatori in stazione Centrale sarà applicata una pena corporale pari a 20 scudisciate (non possiamo riempire le prigioni, sennò l’Europa ci multa), mentre per i borseggiatori la pena sarà triplicata. La Salerno-Reggio Calabria sarà ultimata entro tre mesi, altrimenti i dirigenti responsabili dei lavori (lautamente strapagati) verranno licenziati con infamia, i loro beni confiscati e le eventuali figlie e mogli - se ancora bbone - vendute agli arabi, che ci potrebbero finanziare la campagna abbonamenti, pardon, elettorale. E non mi fermo qui, ho un sacco di idee che mi frullano per la capa… A presto!
(Salvo, detto l'Uomo dei traslochi)
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Perbacco, complimenti, Salvatore, noto con piacere che hai preso seriamente questa iniziativa e ti sei messo al lavoro. Sosterrò tutte le tue idee rivoluzionarie e così anche Luigi potrà fare una bella cacata in treno, senza aspettare di arrivare a casa con le viscere a pezzi a furia di trattenerla. Anche la pena corporale non è un’idea malvagia. In effetti non possiamo riempire le carceri che sono già stracolme. Sì sì sì, queste varianti mi garbano assai, spero che anche Luigi e Lorenzo avranno qualche buona idea. Dovremo essere pronti per la prossima tornata elettorale che si terrà probabilmente a primavera. Non possiamo però eliminare il punto programmatico della divisione dell’Italia in tre macro-regioni, perderemmo troppi voti. Sento soffiare venti propizi, il terreno è pronto per essere seminato con le nostre idee. Prenderemo un sacco di voti (e di soldi). Lista FANCUL e mandiamo tutti a fancul!!! (Alessandro, detto Er Prof)
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Io un altro paio di idee le aggiungerei. Vado in ordine d’importanza:
- Riapertura immediata delle CASE CHIUSE (altresì dette di tolleranza) e conseguente abolizione dell’assurda Legge Merlin
- Reintroduzione nell’arredo urbano dei tanto rimpianti, quanto ingiustamente vituperati, VESPASIANI (ma possibile che un turista, o anche un comune cittadino, debba correre il rischio di defecarsi nelle mutande sol perché non ci sono cessi pubblici manco a pagarli? Possibile??? Dice ma ci sono i bar. Seee, col piffero: se non ordini nulla prima, la risposta sarà sempre clamorosamente spietata: “La toilette? È fuori servizio, mi spiace”. E tu a quel punto lasci andare gli sfinteri e ti accasci al suolo come un conigliotto selvatico abbattuto…)
- Abolizione totale del traffico privato nelle grandi/medie città. L’automobile deve essere assolutamente bandita dalla strade cittadine, che devono tornare ad essere patrimonio dei cittadini, e non piste da rally sulle quali si dà la caccia al pedone - specialmente sulle strisce pedonali - . E in cambio di questo pesante sacrificio, l’amministrazione pubblica renderà gratuita la fruizione del trasporto pubblico. Che peraltro verrà incrementato e portato a coprire capillarmente tutti i quartieri delle città.
- Ridistribuzione del reddito: tutti gli esseri umani devono avere, per diritto naturale, un tetto (ovvero un’abitazione) e la sussistenza alimentare. Che abbiano voglia di lavorare o che non abbiano voglia di fare un emerito cazzo (con decenza parlando). È assurdo che cani, gatti, pesciolini rossi, tartarughe, cocorite, barbagianni, scimmie etc… abbiano diritto ad essere accuditi, nutriti e ben riscaldati (d’inverno), mentre un povero disgraziato debba crepare di freddo e di fame in mezzo alla strada. Per fare ciò, ovviamente, occorre agire con grande energia e determinazione: e mi spiego in quali termini. Nel 1980 la Banca d’Italia stimava che il 10 per cento dei cittadini più ricchi d’Italia detenessero il 30 per cento di tutta la ricchezza della Nazione. Bene, sapete come si è evoluta la situazione in questo fantasmagorico progresso del “Sol dell’avvenire”? È presto detto: quel 10 per cento dei più ricchi ora detiene il 50 per cento di tutta la ricchezza della Nazione. Ovvero, in poco più di trent’anni i ricchi se so fregati un 20 per cento in più di tutta la ricchezza globale. Fregandola a chi??? Ai poveracci, è chiaro…! Che non c’hanno un cazzo, ma sono tanti… Quindi, quando saremo al potere, questa storia deve finire: RIDISTRIBUZIONE, mediante esproprio.
- Scuola, sanità, trasporti, acquedotti, e tutto ciò che è servizio di pubblica utilità…, deve restare pubblico!!! Completamente pubblico. Basta con il privato nella sanità…, basta speculazioni e profitti sulla salute dei cittadini, basta super-utili sull’erogazione dell’acqua, del gas, dell’energia elettrica…, basta business sulla pelle della gente. BASTA…
- Internet gratis per tutti (wi-fi libero e accessibile ovunque)
- Rai: vendita immediata di due delle tre reti e messa sul mercato. Una sola rete pubblica, senza pubblicità e che viva sui denari del canone. E che fornisca un vero servizio pubblico: ovvero via tutti quei programmacci culinari propinati a tutte le ore, via tutti quegli inutili talk-show, via tutte quelle passerelle riservate ai politicanti di turno. Nessun privato potrà poi possedere più di una rete televisiva. Ed inoltre, aggiungo, una seria legge sul conflitto d’interessi: se un imprenditore televisivo decide di fare politica, gli verrà imposto per legge di vendere tutto.
- Processo pubblico per il disastro ITALIA. Una volta al potere verrà istituito un Tribunale Speciale deputato alla ricerca delle responsabilità ascrivibili ai parlamentari che per tanti e tanti anni hanno devastato questo nostro paese. Es. Coloro che hanno proposto e poi approvato provvedimenti come la legge che ha di fatto abolito il falso in bilancio, verranno chiamati a risponderne in prima persona. Si valuterà a mente serena l’effetto che ha prodotto la normativa, e se ne trarranno le conseguenze: il principio che varrà, sarà la responsabilità oggettiva. Nei confronti di coloro che saranno ritenuti responsabili di grave danno alla Nazione non avremo alcuna remora: esproprio immediato di tutti i beni (anche eventualmente trasmessi ai discendenti) e anni di galera (senza sconti).
- Sport calcio: ritorno all’antico, ovvero massimo tre stranieri per club. Non è più tollerabile che in squadre come il Napoli o la Roma (Maggica) non ci siano più neanche - non dico giocatori napoletani o romani - ma nemmeno italiani…! Questo andazzo deve finire. Ed in più aggiungo, nella Nazionale Italiana dovranno giocare italiani veri, non congolesi adottati o peggio ancora, magrebini che diventano italiani per aver sposato una cittadina italiana. Ovvero persone intrise, come è giusto che sia, di valori, cultura, mentalità diversa dalla nostra. Che senso ha far cantare l’inno di Mameli ad un marocchino, o anche a un australiano naturalizzato? Se l’Europa non ci permetterà di fare ciò, allora ritireremo la nostra Nazionale da qualsiasi competizione… In un mondo in cui al concetto di “nazionalità” è stato sostituito quello di “cittadinanza”, non ha più senso un Campionato di Calcio per Nazioni. Giusto? Oh…
Va be’, per ora mi fermo qui, ma ne ho ancora qualcuna in canna.
(Luigi, detti Yanez)
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Aòh, e qua la lista dei ministri nun è completa…! Ce vorebbe un rinforziono. Vediamo un po’. Dunque, per esempio Enrico - essendo ingegnere pur’egli, nonché ex-alpino - potrebbe andare a ricoprire il dicastero delle Attività Produttive. Ammazzalo, io uno più produttivo di lui nun ce l’ho mai visto. E comunque è più produttivo di me, senza parlare poi di Alessandro - noto scansafatiche matricolato. Poi vediamo, chi potremmo arruolare…? Ma sì, che sciocco: ce sta Er Trucido…! Che ministero glie damo ar Trucido? Quello delle Pari Opportunità vi pare appropriato? Nel senso che pure a noi ce deve fornire le pari opportunità di acchiappo che c’ha lui…! Soprattutto con le russe strafiche, con i bomboloni! E per chiudere, Leonardo. Ma che ce lo siano scordati Leonardo??? Per Leonardo direi che sarebbe appropriato il Ministero delle Attività Agricole. Dice, ma che c’entra Leonardo con l’agricoltura…? E anfatti lui nun c’entra gnente. Però il Ministro dell’Agricoltura c’ha competenza pure sull’agro-alimentare…, e come magna Leonardo…, io non ho mai visto nessuno...!!!! Forza amici, ce siamo quasi...!
(Luigi, detto Yanez)

lunedì 28 luglio 2014

Sulle strade del Mondo…

Giovedì 24 luglio, giorno della partenza. Lorenzo ed io abbiamo tutto pronto, biciclette a posto, provviste ben imbustate, borse caricate sui portapacchi. Manca solo il primo colpo di pedale. Già, il primo colpo di pedale. Semplice a dirsi, sempre che la Protezione Civile non decida di diramare un’allerta per previsioni del tempo avverse. L’idea iniziale era quella di partire appunto giovedì mattina, sul presto, raggiungere Genova e qui incontrarci con Simona e Daniele, i due giramondo in bicicletta, per proseguire con loro verso Savona. Dato però che il meteo sconsiglia di mettersi in viaggio, decidiamo di prenderci qualche ora di tempo per vedere come evolve la situazione. Peraltro, anche i nostri amici hanno deciso di non muoversi e di approfittare della pioggia per riposarsi dalle fatiche del giorno prima: 95 chilometri, con passaggio sull’impegnativo Passo del Bracco.
E così, dopo un ultimo consulto telefonico, Lorenzo ed io decidiamo di partire nel primo pomeriggio. Caricare le biciclette sul treno, oberate dalle borse e dalla tenda da campeggio, non è cosa semplice. E diviene anche cosa ridicola se ci si dimentica inopinatamente di legare un paio di cinghie al telaio: trovarsi in cima alle scalette del predellino, con le borse tragicamente ribaltate per terra (e la tenda finita sotto i binari), e lo sguardo del capotreno puntato addosso, mentre scrolla il capo con un’espressione tra il pietoso e il disgustato, non ha eguali! Se poi sul convoglio, debitamente segnalato come abilitato al trasporto biciclette, manca completamente la carrozza che ospiti i nostri mezzi, non resta veramente che piangere. Per fortuna troviamo un pertugio dove sistemare le nostre due ruote e così l’avventura può cominciare. A Milano piove ancora, ma più ci avviciniamo alla costa ligure più il tempo si rasserena. Chiamo Simona e le confermo che nel tardo pomeriggio saremo da loro. Ovvero nei pressi di Lavagna. Per giorni ho tormentato questi nostri amici con la domanda delle domande: che strada farete per salire al nord? E la risposta era sempre la stessa: “Non lo sappiamo con certezza”. Ora lo confesso: all’ennesima risposta di questo tenore, un minimo di risentimento l’ho provato. Mi dicevo: “Ma cacchio…, possibile che non abbiano ancora deciso se passare da Piacenza o se tirare diritto per la Liguria…?”. In realtà, solo chi intraprende un viaggio come questo - o anche ne compie un piccolo tragitto, affiancando i protagonisti di questa impresa - può rendersi conto delle mille incognite che gravano sul corso degli eventi. Basta una giornata di pioggia per mandare a monte tutti i piani. E poi c’è da tenere in considerazione la condizione fisica - che non è uguale e al top tutti i giorni - ; gli inconvenienti tecnici e meccanici legati ai mezzi e agli strumenti; le eventuali offerte di ospitalità - che magari non si trovano esattamente sull’itinerario studiato. E poi tutto ciò che non è legato al ponderabile, e che fa di questo viaggio una vera avventura. Ed in effetti, per Simona e Daniele, da che aprono gli occhi al mattino, a che li chiudono alla sera, è davvero tutto un’avventura: chiudere la tenda e sistemare i bagagli (non ci si rende conto di quanta roba si portino dietro, fino a che non la si vede sparpagliata per terra…); scegliere l’itinerario meno faticoso e approntare il piano di viaggio; prepararsi per la partenza; pedalare lungo strade spesso trafficate su di una bicicletta pesantissima; affrontare salite spesso sfiancanti; e poi, nel corso delle ore di pedalata, cominciare a pensare a dove accamparsi e dove trascorrere la notte. Un impegno fisico e psichico che metterebbe alla prova anche il più atarassico dei bonzi tibetani. E tutto questo ogni giorno che Dio manda in terra. E non mi soffermo su tutto ciò che è l’aspetto mediatico del viaggio: aggiornamento del sito, comunicazioni sui social - network, risposte alle mille domande che quotidianamente pongono i cosiddetti “followers”. E ancora foto, scrittura testi, commenti…! Insomma, un lavoro a tutti gli effetti.
Ma torniamo a noi: giunti a Genova il cielo si è rasserenato definitivamente e così, Lorenzo ed io, decidiamo di scendere dal treno e di fare una bella e lunga pedalata fino a Lavagna. Uscire dal centro cittadino è come attraversare un girone dantesco: traffico, smog, automobilisti incazzati come vipere soffianti, camion a pochi centimetri dalle nostre ruote. Una gara per la sopravvivenza in piena regola. Seguiamo l’Aurelia e ci lasciamo a tutta birra questo inferno alle nostre spalle! Quarto, Quindo, Nervi, Bogliasco, Pieve Ligure, più ci allontaniamo da Genova, più la pedalata diventa piacevole. La SS 1 corre sinuosa e parallela al mare, regalando scorci di una bellezza a tratti unica. Il percorso poi è continuamente ondulato, a brevi salite seguono gradevoli e riposanti discese in un incessante saliscendi sempre diversi gli uni dagli altri. Abbiamo tuttavia ancora le forze fresche e tutto ciò non ci spaventa. Proseguendo superiamo Sori, Recco, e ancora Camogli. Da qui comincia la prima vera difficoltà di giornata: la salita a Ruta. Da quota mare dobbiamo raggiungere i 269 metri: sono solo pochi chilometri di salita, ma le pendenze sono importanti, e il sole picchia forte. Sudiamo come orsi marsicani, sputacchiamo e urlacchiamo spezzoni di frasi infarcite di atroci turpiloqui. Il peso sulla bicicletta si fa sentire in maniera allarmante: sembra che un qualche farabutto si sia aggrappato al portapacchi e cerchi a tutti i costi di frenarci. Mezz’ora di sofferenza ed infine eccoci in cima. Breve sosta sul balcone panoramico, bevuta rigenerante alla fontana pubblica e ripartenza. Da Ruta è tutta una discesa fino a Rapallo: sette chilometri e mezzo di godimento puro accarezzati dalla brezza che spira dal mare. Superiamo Zoagli, ancora una serie di saliscendi che seguono il profilo frastagliato della costa, ed infine ecco l’ultima difficoltà di giornata: la salita al Santuario Nostra Signora delle Grazie. Le pendenze sono abbastanza abbordabili, ma arrivano al termine di un tragitto impegnativo. Arranchiamo mulinando rapporti da Mortirolo. Poi ad un tratto la strada spiana, e in un baleno siamo giù a Chiavari. Sono ormai le otto di sera. La cittadina balneare è affollata e disperatamente cerchiamo qualche indicazione per Lavagna: nulla di nulla. Chiediamo ad una signora, e questa, sfoderando un sorriso consolatore, ci dice che superato il ponte ci siamo. Ora non ci resta che trovare il nostro campeggio. Più facile a dirsi che a farsi. Mancano infatti le segnalazione, e quelle pochissime che ci sono riguardano campeggi diversi dal nostro. Allora ci fermiamo a chiedere ai passanti: nulla di nulla. Anche i residenti ignorano l’esistenza di questo campeggio. A quel punto ci fidiamo di un tizio che ci dice che la zona dei campeggi è più giù, lungo la costa. Arriviamo così fin quasi a Cavi di Lavagna. Poi però la cosa ci sembra francamente eccessiva e così contattiamo Simona. Anche da lei però, giungono informazioni vaghe: l’ingresso del campeggio è sul lungomare; ma anche dalla collina…! E comunque non ci sono indicazioni. Giriamo ancora a vuoto, mentre la stanchezza e la rabbia cominciano a montare. Alla fine troviamo un ragazzo che fa le consegne in scooter per una pizzeria: è il nostro salvatore…! E così, dopo un’ultima breve salita verso la collina raggiungiamo l’ingresso del campeggio. Ovviamente nessuna insegna neanche sul cancello d’entrata…! Sul vialetto alberato sento la voce squillante di Simona che ci chiama: ce l’abbiamo fatta. È bello rivedere questa nostra piccola grande amica dopo tanto tempo, e in queste circostanze: l’ultima volta c’eravamo visti a Roma, un marzo di un paio d’anni fa. Ci appare subito in ottima forma, abbronzata, il fisico asciutto, il sorriso smagliante. La bicicletta fa davvero un gran bene. Lasciamo le nostre “giumente” e andiamo a conoscere Daniele, il suo compagno di viaggio e di vita. Questi è seduto ai tavoli di legno del campeggio, ed è circondato da un numero impressionante di apparecchi elettronici: pc, tablet, cellulari, fotocamere, hard-disk. Appena ci vede ci fa un grande sorriso e ci viene incontro. Daniele è una persona solare al pari di Simona, e in pochi attimi s’instaura un clima di grande armonia e serenità. Come se ci conoscessimo da sempre. Come da copione Lorenzo ed io cominciamo a fare domande su domande (sul come quando dove perché di questo viaggio…) e loro, come altrettanto da copione, ci rispondono…! Chissà quante volte hanno dovuto raccontare le stesse cose, e chissà quante altre volte dovranno farlo nel corso dei mesi e degli anni che saranno in giro per il Mondo…! È un pensiero che mi attraversa come una folgore la mente, e da quel momento cercherò di non fare loro più domande su questo argomento. Infondo Daniele e Simona sono persone come noi (anche se un tantino particolari…) e sono tanto altro oltre che due “matti” che intendono fare un giretto in bicicletta. Oltretutto, proprio perché il giro del Mondo in bicicletta (superando peraltro i passi di montagna più alti del Mondo…) è un’avventura che non ha certezza alcuna - se non la loro volontà di tentarci - è quasi imprudente parlarne nei minimi dettagli. O almeno questo è quello che ho percepito nelle loro parole. Come a dire: “Sì ok, questo è quello che vogliamo fare…, ma non diciamolo troppo forte”. E non credo che si tratti di scaramanzia, ma di semplice consapevolezza delle difficoltà enormi che comporta un’impresa di questo genere. E così, nel corso della serata parleremo sì del loro viaggio, ma anche dei ricordi che ci legano a Simona, dei trekking fatti durante questi anni, dei loro viaggi pregressi, della loro e della nostra storia personale. Ed è una bella serata, trascorsa intorno ad un tavolo sotto un pergolato frondoso, tra marmocchi che giocano a rincorrersi e pizza e coca d’ordinanza…!

La mattina seguente ci prepariamo e siamo pronti a partire: lungo il vialetto incrocio il titolare del camping: «Ma senta un po’ - gli chiedo risentito - come mai non c’è neanche un’indicazione per il vostro campeggio?». E lui: «Lo facciamo a posta: sennò viene troppa gente». Al che mi guardo in giro: il campeggio è semivuoto. «Ma scusi, la crisi voi non la sentite?». «E be’ sì…, negli ultimi anni sì. Magari un paio di cartelli ora che ci penso, conviene metterli…» Ometto di scrivere l’improperio che mi è sorto spontaneo…! Da Lavagna raggiungiamo in breve Chiavari. La bicicletta di Simona diffonde rumori sinistri provenienti dalla ruota posteriore. Tiriamo giù i bagagli per vedere se si tratta di qualche cinghia o passante che tocca da qualche parte. Nulla di tutto ciò. A quel punto Daniele sentenzia: si tratta dei raggi. Ed in effetti i raggi della ruota posteriore sono allentati e, con il peso delle borse, tendono a muoversi e quindi a gemere. Non resta che cercare un negozio di ciclista per farli mettere a posto. Ne troviamo uno lungo la strada, ma ci “rimbalza” perché ha troppo da fare. Ci indirizza però da un suo collega, e qui finalmente troviamo il nostro uomo. Questi si accorge subito che i raggi sono montati male e in poco più di un’ora rimette in sesto non solo le ruote della bicicletta di Simona, ma - già che ci siamo - anche quelle della bicicletta di Daniele. E per un prezzo da amico. Amico, a cui è stato raccontato del viaggio intorno al Mondo: ovvero il passepartout che apre tutte le porte. E dunque si riparte: affrontiamo la salita che porta al Santuario, e poi giù verso Zoagli e ancora, dopo Rapallo, la salita a Ruta. Da questa parte l’ascesa è più lunga, ma decisamente più abbordabile, e così senza quasi accorgercene siamo in cima. Sosta pranzo con negli occhi il panorama del mare di Camogli.

Nel pomeriggio, siamo a Genova. Nella caotica e per niente a misura di bicicletta Genova. Ci fermiamo presso i giardini delle “Caravelle” per riprendere fiato. Qui ci raggiunge uno dei tanti “follewer” che segue le gesta dei nostri eroi. Si chiama Alessandro ed è un tipo assai originale: anche lui amante della bicicletta - ci ha raggiunto con un modello pieghevole - ha in programma un viaggio da Genova a Istanbul in autunno. Alessandro ascolta le storie di Daniele e Simona quasi in estasi; il sorriso è sospeso, gli occhi s’illuminano all’udire tante e tali meraviglie. Questi due viaggiatori gettano incantesimi tutto intorno a loro, e fanno sognare le anime nobili…! Nel giro di qualche minuto ci raggiunge un giornalista del quotidiano La Repubblica: intervista, servizio fotografico e pubblicazione dell’articolo quasi in tempo reale sul sito del giornale. Più trascorro il tempo con Simona e Daniele, più assisto a delle manifestazioni umane di stima, affetto e trasporto che mi lasciano sbalordito: sui social network la gente scrive: “Vi abbiamo visto passare da Chiavari. Siete grandi ragazzi…”; per strada le persone ci fermano e ci chiedono: “Siete voi che fate il giro del Mondo in bicicletta?”. Altri offrono ospitalità. Un grande abbraccio di solidarietà sembra stringersi attorno a loro mano a mano che il viaggio prosegue. Lorenzo ed io siamo senza parole, e se non provassimo grande affetto per loro, ci sarebbe da “rosicare” tutta la vita. A questo punto, visto che accamparsi con la tenda a Genova non è fattibile, né consigliabile, non ci resta che trovare un posto dove dormire questa notte. C’è un ostello sulle colline che ha disponibilità; ma a noi piacerebbe restare in centro. Anche perché questa sera ci sono altri amici che vogliono conoscere le celebrità. Un altro ostello, poco distante dai giardini delle “Caravelle”, ha solo due posti disponibili. Io mi arrendo subito. Simona e Daniele invece, dicono che se andiamo a parlare di persona con i gestori…, forse che forse si trova un accomodamento! Ed in effetti, l’accomodamento salta fuori. D’altra parte se parti per un viaggio di quattro anni…, devi pure affinare queste capacità di “dialogo”. Luca e Betta, i titolari dell’ostello, come d’altra parte tutti coloro che vengono a conoscenza di questa storia, rimangono estasiati e vogliono sapere ogni particolare di questa impresa. Daniele e Simona non lesinano le parole: ospitalità gratuita assicurata. In serata cena nel centro storico, in Piazza delle Vigne, e dopocena a spasso per i vicoli.
Il giorno dopo ancora l’incognita meteo. Le previsioni sono catastrofiche e danno pioggia fin dal primo mattino. In realtà scroscia solo nella notte, e già alle sette irrompe il sereno. Salutiamo la dolce Betta e ci avviamo alla volta di Savona. L’uscita da Genova, come sempre, è spaventevole. Fino a Pegli la situazione viabilistica è agghiacciante: lo smog è talmente greve che viene mal di testa e di gola. Sulla strada incontriamo un ciclista che si unisce a noi per qualche chilometro. Costui è il padre di un ragazzo che si era offerto di ospitare Simona e Daniele a casa sua. A Voltri ci fermiamo e il ciclista entra in una panetteria del corso: ne esce dopo qualche attimo con una busta gigante piena di focaccia spolverata con la polenta: specialità del luogo. Facciamo finta di volergliela pagare, ma questi rifiuta decisamente. Al che gli dico: «La prossima volta che sento qualcuno fare ironia sulla tirchieria dei genovesi…»; ma questi m’interrompe subito: «Tu lasciagliela fare…! Io sono di origini calabresi…»
Ad Arenzano facciamo una sosta. Qui la costa comincia ad essere veramente bella. La gente passa e ci guarda. Guarda le biciclette affardellate, si sofferma, scambia una battuta. Una coppia sui cinquant’anni, di Milano, passa, sorride. Poi torna indietro e chiede, s’informa. Daniele e Simona, sempre con il sorriso di chi si schermisce un po’ delle proprie parole, raccontano la loro storia. I due ascoltano quelle parole, sorridono di rimando e poi succede una cosa incredibile: l’uomo si avvicina e li abbraccia. E poi accarezza loro il viso e sorride ancora guardandoli negli occhi. È una scena commovente…! Lorenzo ed io, defilati, ci guardiamo storcendo la bocca di stupore. È difficile credere che tutto ciò sia reale: eppure è ciò che accade sotto i nostri occhi!
A questo punto salutiamo tutti e ripartiamo. Da Arenzano parte una splendida pista ciclabile ricavata dal vecchio tracciato ferroviario dismesso negli anni ’70. Si tratta di una specie di autostrade per le bici che passa a picco sulla scogliera, regalando scorci da favola. Il mare è incredibilmente azzurro, l’acqua cristallina e il cielo è completamente sgombro di nuvole. Lasciamo che Simona e Daniele si godano questo momento e andiamo a controllare gli orari dei treni per il ritorno da Varazze. Ha poco senso per me e Lorenzo proseguire fino a Savona: l’idea iniziale era accompagnare i nostri due amici fino a Cuneo, ma il meteo ha fatto saltare i piani.

E così dopo aver fatto i biglietti, torniamo sui nostri passi fino a ricongiungerci con loro. Simona ha un cerotto sul naso: facendo il bagno ha picchiato contro una roccia. Nulla di grave, per fortuna. Daniele invece si sta godendo gli ultimi momenti di mare. È il primo pomeriggio quando ci muoviamo. Sul lungomare di Varazze ci fermiamo presso un baretto. Un’ultima bibita tutti insieme prima di lasciarci. È un momento triste: mi dispiace distaccarmi da questi due ragazzi. Mi dispiace lasciarli andare da soli verso l’avventura, verso l’ignoto. Tuttavia mi conforta la constatazione che infondo non sono soli: ovunque vadano, ci sarà sempre qualcuno che li segue, che vuole conoscerli, che è ansioso di aprire le porte della propria casa. Un po’ come sta accadendo all’altra straordinaria viaggiatrice che il blog segue, ovvero Darinka Montico (“Dari-Supertrump”) da Baveno: da Palermo a Baveno a piedi (e senza soldi).
Prima di salutarci, e in un momento di estrema serietà e schiettezza dico loro: «Non so se invidiarvi oppure no». Loro sorridono. Perché in effetti, fino a che non si prova cosa vuol dire fare tutto ciò, anche in minima parte, non si può esprimere un giudizio. Da fuori è tutto fantastico, una favola che contempla solo gli aspetti belli del viaggio. Quando invece ci sei dentro, e ti accorgi di tutto ciò che c’è dietro…, be’ a quel punto davvero ti viene da dire: “non so se invidiarvi oppure no”.
Un lungo abbraccio suggella questo saluto.
In bocca al lupo, ragazzi.
E ricordatevi: un cartolina dalla Georgia…!
Ciao.