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Non preoccuparti della pioggia, lasciala cadere” (Marco Brignoli, Rifugio Baroni al Brunone, Sentiero delle Orobie Orientali)

giovedì 28 marzo 2013

Rubatemi tutto, ma non l’auto

Non so se siete mai stati vittime di un furto d’auto. A me è capitato, e si tratta di un’esperienza davvero poco, ma molto poco piacevole. In Italia ogni giorno vengono rubate oltre trecento vetture, una ogni cinque minuti. Lo rivela il “Dossier annuale sui Furti d’Auto 2012” elaborato da LoJack Italia su dati del Ministero degli Interni. Nel 2012 sono state 115.451 le vetture rubate nel Belpaese, e in Europa, - secondo il rapporto - ci collochiamo al secondo posto per tasso di furti di veicoli. Ecco, avete visto? Sempre lì a lamentarci di essere costantemente in fondo a tutte le classifiche. Ora finalmente anche noi possiamo vantarci di qualcosa al bar. E di tutti questi furti, solo il 43 per cento si risolve con il ritrovamento e la restituzione al proprietario. Delle restanti 66 mila vetture si perdono completamente le tracce. Ed il trend pare che sia in costante crescita. Certo non è che si possa imputare alle Forze dell’Ordine questo stato di cose, tutt’altro. Data la crisi e l’enorme debito pubblico che grava sulle casse dello Stato è già tanto che qualche volante riesca ancora ad uscire dalle autorimesse. Che poi, ad essere sinceri, il furto di auto è pur sempre un reato minore rispetto ad altre ben più gravi fattispecie delittuose e quindi è ovvio che le poche risorse disponibili vengano impiegate per scopi più importanti. Nel film Il Grande Lebowsky a Drugo, il protagonista, rubano l’automobile e lui molto correttamente sporge denuncia. Dopo qualche giorno un funzionario di polizia lo chiama perché la vettura è stata rinvenuta ed egli si precipita a recuperarla. Purtroppo per lui però, c’è una sgradita sorpresa: l’automobile è in pessime condizioni e appena prova ad entrare nell’abitacolo si accorge che c’è un odore inconfondibile: «Oh cazzo, che cos’è questa puzza di merda?». E l’agente: «Ah sì, è probabile che un barbone ci abbia dormito dentro, o forse l’ha usata come gabinetto e dopo se n’è andato». Al che Drugo ribatte: «Senta amico, voi pensate di ritrovarli i ladri, o forse siete in possesso di qualche indizio…». A quel punto il poliziotto lo fissa con un’espressione beffarda e gli risponde: «Indizio? Certo, come no: controllerò con i ragazzi della scientifica giù al laboratorio. Abbiamo altri quattro detective impegnati sul caso: stiamo facendo i turni». E poi scoppia a ridere in faccia al povero Drugo.
Tra le automobili più rubate in Italia nel 2012, primeggia il marchio Fiat: 11 mila Panda, 10 mila Punto, 6 mila 500. Si conferma dunque la preferenza dei ladri per le vetture più vendute a livello nazionale, utilitarie e citycar, smembrate per il mercato nero dei ricambi o spedite oltremare sulle rotte internazionali dei traffici di auto.
Alcuni anni fa, quando ancora lavoravo presso la Fiera di Milano, mi recavo spesso a San Donato Milanese per prendere la metropolitana. L’automobile, una Fiat Uno Fire, la parcheggiavo in una via poco distante. Un triste giorno, dopo una lunga giornata lavorativa, non la trovai più. Fu strana quella sensazione, come di stordimento. Percorsi a più riprese tutta la via, avanti e indietro, sperando di ritrovarla. All’inizio presi a darmi del “coglione” perché ritenevo di aver dimenticato il luogo esatto dove avevo parcheggiato. Poi però mi fermai un attimo e mi misi a ragionare, a ricostruire ciò che avevo fatto al mattino, dove mi ero fermato. E i pensieri, che in un primo momento si confondevano e si sovrapponevano precipitandomi nel caos mentale, cominciarono a dipanarsi. Non c’era ombra di dubbio: l’automobile non c’era più: scomparsa. Pensai subito ad un furto, anche se la speranza che si trattasse di una rimozione forzata non mi abbandonava. Chiamai mio fratello e lo pregai di venirmi a recuperare. Nel frattempo già mi lasciavo andare allo sconforto per tutta la trafila burocratica che mi attendeva. Poi all’improvviso ecco un miraggio: un’auto dei Carabinieri. E rallegrandomi pensai: “Chi dice che le Forze dell’Ordine non ci sono mai quando servono, dice il falso”. E così le corsi incontro e la fermai. «Buongiorno brigadiere - dissi trafelato - ho un piccolo problema». «Mi dica - rispose il militare - , se possiamo aiutarla…». Non saprei dire esattamente cosa volessi da loro, magari una parola di conforto, un interessamento alla mia vicenda umana. Pensavo, tra me e me, che forse avrei potuto dar loro il numero di targa della mia vettura, il modello, il colore. Forse c’era una possibilità che i ladri fossero ancora nei paraggi. «Senta, io ho parcheggiato la mia automobile qui stamattina. E ora non c’è più…!». I Carabinieri si guardarono in faccia e fecero una smorfia come per dire “ci risiamo”. E aggiunsi: «Non è per caso che qui c’è una zona di rimozione forzata e che magari la mia macchina è stata portata via?». Al che il brigadiere scosse leggermente il capo e disse: «No, nessuna rimozione. L’hanno rubata». Quella sentenza arrivò come una fucilata. A quel punto ero sul punto di dare loro qualche ragguaglio sulla mia automobile, quando il capo-equipaggio mi precedette: «Si però, ormai è tardi. Per la denuncia venga domani mattina. Con calma…». Rimasi si sale.
La macchina fu ritrovata qualche giorno dopo in un campo. Giaceva sospesa desolatamente su quattro pile di mattoni. Erano state asportate le ruote, gli specchietti, l’autoradio, i parasole, la cappelliera e i tappetini. All’appello mancavano anche tutte le audiocassette, tranne quelle di Gigi D'Alessio. Fu un vero dolore vederla ridotta in quelle condizioni. Per fortuna però non ci avevano cagato dentro.

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