Prova


Non preoccuparti della pioggia, lasciala cadere” (Marco Brignoli, Rifugio Baroni al Brunone, Sentiero delle Orobie Orientali)

martedì 23 luglio 2013

Turisti fai da te? Ahi ahi ahi…!

Un tempo quando si decideva di andare in vacanza in un qualche luogo ove non si fosse mai stati prima ci si consultava con amici e conoscenti, si prendevano informazioni dove si poteva, ci si confidava con chi quel posto già lo conosceva o che comunque aveva notizie di prima mano. Le voci giravano, si davano delle dritte sulle località più amene, sugli alberghi più accoglienti, sui ristoranti più rinomati. Era un passaparola che assicurava, se non la certezza, per lo meno una certa qual garanzia di non incorrere in fregature bell’e buone. Ed era così che si programmavano spesso le ferie, dando cioè retta alle voci di chi era tornato soddisfatto, di chi meritava fiducia sulla parola. Perché infondo spendere soldi avendo in cambio un servizio scadente, oggi come allora, non piace proprio a nessuno. Chi poteva permetterselo viceversa, si affidava alle agenzie viaggi, che dietro un congruo compenso, programmavano tutto, dal viaggio al vitto e all’alloggio. Anche oggi è così. Negli ultimi anni tuttavia, grazie alle possibilità offerte da Internet, e all’abilità raggiunta dai navigatori del web, si è diffusa la moda di organizzare viaggi in perfetta autonomia. Secondo un recente sondaggio della Doxa infatti, ben 62 italiani su 100 scelgono il web per organizzare viaggi o programmare le ferie. D’altra parte ormai non ci sono più frontiere alla conoscenza e alla scoperta dei luoghi, delle strutture, dei mezzi di trasporto e quant’altro. Basta solo un po’ di buona volontà. Chiunque infatti, non solo può immaginare, e dunque realizzare qualsiasi tipo di viaggio, ma addirittura può visualizzare sul proprio schermo il luogo in cui ha scelto di soggiornare, scrutarne gli interni, ammirare gli scorci di mare che si aprono dalla finestra della camere prenotata. Con Google Street-View addirittura è possibile seguire passo passo l’itinerio prescelto, addentrarsi lungo le strade, soffermarsi sui panorami. Ci sono portali poi che non solo mettono a disposizione liste infinite di ristoranti, alberghi, locande e altri tipo di strutture ricettive, ma che addirittura raccolgono giudizi e recensioni fatte dai clienti transitati da quei luoghi. Una vera e propria banca dati a disposizione degli utenti della rete. E così, grazie a pochi minuti di lettura proficua e attenta, ecco che chiunque può farsi un’idea sul posto individuato per trascorrere le proprie vacanze. E, se del caso, rallegrarsi con se stessi per l’ottima scelta, oppure correre ai ripari optando per un’altra soluzione. Sul La Stampa di ieri però ho letto un articolo con un titolo inquietante: “Sul web recensioni pilotate di hotel e ristoranti - casi di vacanze rovinate aumentano, anche a causa delle false recensione postate on-line dagli alberghi”. O per bacco, mi son detto con espressione stupita e contrariata. In effetti avevo immaginato che non fosse proprio tutto oro colato ciò che si legge in rete, questo è ovvio, ma mai avrei immaginato di leggere ciò che stiamo per andarvi a raccontare. Secondo il quotidiano torinese infatti, per un albergatore senza troppi scrupoli e desideroso di aumentare la reputazione della propria attività ad ogni costo, è un gioco da ragazzi acquisire falsi titoli di merito. Per fare ciò pare che esistano agguerritissime agenzie appositamente specializzate in “servizi di marketing” (dietro questa stramaledetta locuzione ormai si nascondono business di ogni genere) in grado di inondare il web di commenti e giudizi menzogneri e prezzolati. Per quanto se ne sa, esistono listini e tariffari che offrono vari tipo di servizi e prestazioni: si va dai 49 euro per poter esibire un migliaio di “fans” su Facebook, ai 25 per un giudizio positivo sui siti degli alberghi, fino ai 9 euro per mille visite al proprio video caricato su Youtube. Tutto ha un prezzo, come si sa, e questo mercato dell’inganno non fa eccezione. Leggendo di queste cifre e di questi mercanteggiamenti, mi è venuta in mente la scena del film Fantozzi contro tutti, quando il tragico ragioniere si reca in chiesa per ordinare una messa. E il laido sacerdote gli chiede a bruciapelo: “Pro o contro? Contro sono 50 mila. Cantata fanno centomila”.
Non c’è limite all’orrore, e Villaggio, pur nella caricatura, ha affondato sapientemente il coltello nella piaga della nostra meschinità.
A quanto pare, peraltro, tutto ciò non ha alcunché di illegale, nonostante la frode palesemente conclamata. Federalberghi precisa infatti, che così come non è sostanzialmente possibile proteggersi da eventuali recensioni diffamatorie pubblicate sul web, allo stesso tempo non è possibile vietare la pubblicazione di false recensioni positive. Secondo le stime della Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) sulla rete ogni tre recensioni, una è falsa.
Per arginare questo fenomeno deleterio, che rischia di assestare un duro colpo alla credibilità di siti come Tripadvisor, Trivago, Venere.com etc…, ci sono equipe appositamente impiegate allo scopo di smascherare le “bufale”. Ad ogni modo, suggeriscono gli esperti, onde evitare fregature, occorre seguire tre regole. Primo: diffidare degli esercizi che contano su di una sola recensione; secondo: controllare le date dei commenti (se sono coincidenti o troppo prossime le une con le altre vuol dire che qualcosa non torna); terzo: verificare che colui che ha effettuato la recensione sia una persona identificabile.
Devo essere sincero, anch’io ho lasciato dietro di me un giudizio su un albergo. Ero stato con amici a Rimini per la consueta biciclettata di metà primavera. Avevamo soggiornato in un hotel di Marina Centro e quella volta ero andato veramente al risparmio: 36 euro per la mezza pensione. Tanto che il nostro amico Salvo commentò la cosa con queste parole: “Bene, molto bene: per meno di 36 euro si va a dormire sotto i ponti”. L’albergo non era niente di eccezionale, questo è vero, le stanze piccole, i cessi ancor di più, ma la colazione era abbondante e la cena, tutto sommato dignitosa. I più esigenti tuttavia ebbero a lamentarsi per il trattamento e a nulla valse la mia obiezione: “Sì, ma c’è anche il bere compreso nel prezzo”. Alla fine del soggiorno, mi congedai cordialmente dal simpatico ragazzotto che gestiva l’albergo. Forse troppo cordialmente. Ed infatti, un attimo prima di inforcare le bici, costui mi raggiunse e sottovoce mi sussurrò: “Posso chiederti un favore? Non è che faresti una recensione - a favore, s’intende - sul nostro albergo? Sai, ci sarebbe di grande utilità”. Gli risposi evasivamente che appena fossi tornato a casa mi sarei dato da fare. Trascorsero un paio di giorni, e sebbene non ne avessi alcuna voglia, buttai giù alcune righe. Mi sforzai di trovare un giusto equilibrio, ma ne venne fuori ugualmente una specie di panegirico di cui più tardi mi sarei vergognato. Non so perché venne fuori quel genere di recensione (a gratis, tra l’altro: a saperlo prima mi facevo scucire 25 euro…), ma così fu. Che poi, ad essere sinceri, non mi ero trovato male in quell’albergo. Certo non ci sarei tornato, ma per quella cifra non si poteva pretendere niente di più.
Ecco, l’unica speranza è quella di non aver contribuito a diffondere false illusioni. Di certo comunque non c’ho guadagnato niente: almeno l’onore è salvo.

Fonte: http://www.lastampa.it/2013/07/22/societa/come-smascherare-le-bugie-che-rovinano-le-vacanze-3CyzYDgVB9ImOjhWV4sm1I/pagina.html

Nessun commento:

Posta un commento