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Non preoccuparti della pioggia, lasciala cadere” (Marco Brignoli, Rifugio Baroni al Brunone, Sentiero delle Orobie Orientali)

mercoledì 17 luglio 2013

Il miglior anno di sempre per l’Umanità? Il 1978

È tradizione l’ultimo dell’anno brindare con lo spumante gelato e augurarsi che l’anno che verrà sia migliore dell’anno che si chiude. La crisi economica, la perdita dei valori, la caduta delle certezze, la mancanza di prospettive future, non hanno fatto che far crescere la speranza (per chi ce l’ha ancora) di giorni migliori a venire, di uno spiraglio di luce nelle tenebre. Ecco perché in quella notte incantata, i calici si alzano all’unisono e si augura gioia e prosperità per se stessi e per gli altri. Se tutto ciò già ci fosse, e in abbondanza, che senso avrebbe augurarsene dell’altro? Va be’ che l’uomo è un essere vivente voglioso e bulimico, ma non fino a questo punto. Fatto sta che poi, insieme agli auguri per l’anno che verrà, ci si trova a riflettere su una frase amara lanciata nella mischia da uno a caso, e subito ripresa e approvata con entusiasmo da tutto l’uditorio: “Quest’anno è stato proprio orribile…!”. Non so voi, ma sono anni che personalmente ascolto sempre la stessa frase…! Dal che se ne deduce che viviamo proprio un brutto momento della nostra storia. Ora a confermare questa amara constatazione, giunge un recente studio anglo-americano-australiano, pubblicato su Ecological Economics: il migliore anno della nostra vita è stato il 1978. I ricercatori hanno messo a confronto il PIL (che non è, come dice Benigni, “una cosa escrementizia”, ma la somma di tutte le attività economiche di una nazione messe insieme) con il GPI (Genuine Progress Indicator), un metodo di valutazione in cui ad ogni singola attività viene assegnato un segno più o un segno meno a seconda del fatto che esse aumentino o diminuiscano la qualità della nostra vita. Sottraggono valore al PIL ad esempio, le spese per armamenti, quelle relative ai procedimenti penali e civili, le spese sanitarie e le bonifiche causate dall’inquinamento, le ore perse nel traffico. Aggiungono valore, al contrario, tutte quelle attività che solitamente non vengono tenute in conto ai fini di una quantificazione economica, tipo la cura dei parenti o il volontariato. E Dio solo sa quanta importanza abbia il volontariato, soprattutto in Italia, in questi tempi di casse erariali vuote. L’analisi dei ricercatori ha preso in esame il GPI di 17 Stati che rappresentano il 53 per cento di tutta la popolazione mondiale e il 59 per cento del PIL. Ebbene, mentre quest’ultimo, fin dagli anni ’50 non conosce arretramenti, il GPI pro capite, viceversa, è avanzato fino agli ultimi ’70, dopo di che ha cominciato a diminuire. Tanto che, stimano gli studiosi, l’anno magico del benessere e della qualità della vita, si è registrato appunto nel 1978. E da allora, lentamente, è stato un lungo, inesorabile decadimento. In altre parole, abbagliati dai successi strabilianti della modernità e del progresso registrati negli ultimi 40 anni, ci siamo semplicemente disinteressati ai costi ambientali e sociali che tutto ciò portava con se. Ed oggi ci troviamo a fare i conti. “Non stiamo realizzando profitto sociale - sostiene Robert Costanza - In particolare, le crescenti diseguaglianze di reddito e il degrado ambientale sono i maggiori fattori che spingono il GPI verso il basso”.
Curiosamente, argomentano i ricercatori, il GPI pro capite (benessere/qualità della vita individuale) tende a crescere fino a che il PIL pro capite (ricchezza globale divisa per testa) arriva a 7 mila dollari all’anno. Superata questa soglia il GPI scende. In altra parole più ricchezza equivale a peggiore qualità della vita. Ovvero, esemplificando, posso anche trovare un lavoro che mi gratifichi di più da un punto di vista economico, ma se poi a ciò vi aggiungo stress, allungamento dei tempi di trasporto, minor tempo a mia disposizione, peggioramento dei rapporti con famiglia e amici etc…, facendo la somma di tutto ciò, mi conviene? Ecco la domanda a cui dovremmo rispondere.
Nel 1978 avevo sei anni e frequentavo le scuole elementari. Quell’anno morì mia nonna paterna e fui operato alle tonsille. Questi sono gli unici ricordi che ho di quell’anno. Quella nonna non riuscii a conoscerla come avrei dovuto. Lei abitava in Puglia, io e i miei a Milano: la vidi solo per qualche giorno d’estate. Quando andavo da lei, la prima cosa che faceva era prendermi per mano e portarmi nel soggiorno, davanti ad una mobile basso. Apriva un cassetto e da una busta di carta prendeva una manciata di cioccolatini avvolti da stagnole scintillanti. E me li consegnava con un silenzioso sorriso d’intesa. Ecco tutto ciò che mi rimane di quella donna.
In quel 1978 la Francia faceva ancora esperimenti nucleari nelle isole del Pacifico; Andreotti era Presidente del Consiglio per la quarta volta (lo sarebbe stato per altre tre…); Aldo Moro veniva assassinato dalla Brigate Rosse; la Rai mandava in onda il primo episodio di Atlas Ufo Robot (4 aprile, ore 18.45); Messner e Habeler raggiungevano la vetta dell’Everest per la prima volta senza bombole d’ossigeno; venivano approvate la “legge Basaglia” (chiusura dei manicomi) e la “194” sull’interruzione volontaria della gravidanza; si svolgevano i Mondiali d’Argentina (Bettega, Causio, Antognoni, Benetti…); Mina appariva per l’ultima volta in televisione; Pertini veniva eletto Presidente della Repubblica; Albino Luciani veniva eletto Papa; il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e suoi uomini fanno irruzione nel covo delle Brigate Rosse di via Monte Nevoso; a seguito della morte improvvisa di Papa Giovanni Paolo I, veniva eletto al soglio di Pietro Carol Wojtyla (16 ottobre); con la legge numero 833, veniva istituito il Servizio Sanitario Nazionale, con il quale si stabilisce il criterio di copertura universale ed egualitario per tutti i cittadini; la Spagna, dopo quarant’anni di dittatura, diveniva una democrazia.
Ecco cos’è stato il ’78. E pare che si stesse molto meglio di oggi.

Fonte: http://www.newscientist.com/article/mg21929254.600-the-wonder-year-why-1978-was-the-best-year-ever.html#.UeZPES1H7IU

Leggi anche: http://it.wikipedia.org/wiki/1978

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