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Non preoccuparti della pioggia, lasciala cadere” (Marco Brignoli, Rifugio Baroni al Brunone, Sentiero delle Orobie Orientali)

venerdì 10 maggio 2013

La minigonna e la violenza sulle donne

Un paio di giorni fa ha destato grande clamore un tweet di Oliviero Toscani: “Le donne la smettano di voler sempre sedurre altrimenti finiranno per attrarre soltanto i maniaci e i violenti. Devono volersi bene per quello che sono, serve un ruolo più serio delle donne”. Il che, detto in un periodo in cui la violenza sulle donne occupa giornalmente le prime pagine dei giornali, ha il sapore di una bestemmia in chiesa. Ma non finisce qui perché il fotografo ha aggiunto: “Se smettessero di mettere il rossetto e di portare i tacchi sarebbero al sicuro da violenti e maniaci. Ormai i tacchi sono inversamente proporzionali all’intelligenza. È un vero disastro”. Contestualmente poi, lo stesso Toscani si è detto d’accordo con la Presidente della Camera, Laura Boldrini, in merito allo stop all’uso del corpo femminile nelle pubblicità ed ha aggiunto: “Anche se il problema della violenza sulle donne non dipende solo dalla mercificazione del corpo femminile negli spot pubblicitari, ma da tutta la comunicazione e dalla televisione in genere”. Affermazione forte, soprattutto se pronunciata da un artista che ha spesso fatto del corpo femminile uno dei suoi cavalli di battaglia: molti ricorderanno, per esempio, la campagna pubblicitaria de l’Unità, in cui il quotidiano spuntava dalla tasca posteriore di una minigonna jeans. Ed infatti alcuni giornali hanno preso la palla al balzo per accusare il fotografo di ipocrisia. Ad ogni modo ognuno può decidere di rivedere le proprie convinzioni, per fortuna. D’altra parte si sa, “solo l’imbecille non cambia mai idea”.
A tali affermazioni, come era ovvio che succedesse, hanno replicato immediatamente associazioni, opinionisti di ogni ordine e grado, esponenti politici, media, social forum: “Truccarsi sarebbe dunque una concessione vanitosa all’apparenza? Una seduzione aggressiva?”; “Pensare, che la sicurezza delle donne dipenda da un certo tipo di abbigliamento o di trucco, non fa altro che alimentare un preconcetto assurdo e retrogrado che credevamo fosse stato superato, e cioè che ogni tipo di violenza sarebbe da attribuire alla donna stessa”; “Una donna deve sentirsi libera di detestare il tailleur, di andare in giro in minigonna jeans e maglietta con una spalla nuda, senza che Toscani o la Boldrini abbiano niente da ridire”.
Ieri parlavo con un’amica e casualmente siamo finiti sull’argomento. Qualche giorno prima era stata con delle compagne in discoteca, e mentre erano tutte intente a ballare in pista per conto loro, ecco che si sono avvicinati un paio di tipi con “le pigne nella testa”. E a nulla è servito, a quanto pare, il fatto che alcune di loro portassero al dito la fede nuziale. L’approccio tra l’altro sembra che sia stato alquanto volgare e insistente, tanto che la mia amica, rinomata per la sua verve aggressiva, si è vista costretta a reagire in maniera assai poco ortodossa: «Gli ho mollato un paio di pizze e ne son stata molto appagata…!».
A quel punto, sorpreso ma neanche tanto per l’esito di quella vicenda, ho provato a ragionare con lei su quanto accaduto: «Sai com’è, in questi posti d’acchiappo, se ci vai senza essere accompagnata, devi in un certo senso mettere in conto di subire qualche approccio non gradito». Non l’avessi mai detto: «Ti posso ancor concedere il “va be’, c’è un gruppo di ragazze vediamo se mi gira la serata: vado senza insistere, con cortesia chiacchiero, offro da bere, vedo che aria tira”, ma niente di più. Il fatto che una sia a ballare non è proprio uguale all’essere all’angolo di una strada». Al che ho ribattuto: «Ma scusa, se in un posto del genere uno t’invita a bere, con tutta l’educazione del mondo, un vero gentleman, secondo te qual’è il suo fine? Allora si tratta solo di buone maniere, di modica quantità nell’approccio». A quel punto si è veramente incazzata: «Dunque sostieni che alla fine è colpa nostra che andiamo a ballare per mettere in mostra la merce. Siamo mica tutte fruttivendole! C’è anche chi va a ballare non perché vuole esporsi tipo mostra canina, ma solo per divertirsi con le amiche, facendo una cosa che rilassa i nervi molto e meglio di una seduta dallo strizzacervelli». Per uscire dalla sindrome Toscani l’ho buttata sul quanto il cervello degli uomini e quello delle donne funzionino in maniera diversa, su quanti imbecilli ci sono in giro per il mondo (a maggior ragione in un luogo di divertimento), su quanto l’alcol - o peggio ancora - possano stravolgere la mente umana ecc…! Ma su di un concetto ho voluto mantenere il punto: «Ti dico questo con la stessa franchezza con cui direi a chiunque di non andare nei Quartieri Spagnoli di Napoli da solo e di notte. È un semplice principio di precauzione. O meglio, uno ci può pure andare, ma consapevole del fatto che potrebbe fare un brutto incontro. O magari no…».
«Ok, perfetto allora diciamo così: decerebrati di tutto il mondo, siate consapevoli di ciò a cui andate in contro se venite a ballare dalle mie parti pensando che le discoteche siano terreno fertile per avance. Guardatevi e fate già il numero del 118…».
A differenza di quello che pensa Toscani, io non credo che le donne se la vadano a cercare, tutt’altro. E non credo neanche che la soluzione giusta per evitare cattivi incontri sia limitare il proprio abbigliamento, trucco e quant’altro. O peggio ancora limitare la propria natura, che è fatta tra le altre cose di sensualità. Ritengo tuttavia, che a fronte della propria libertà, debba esserci la forte consapevolezza che viviamo in un determinato contesto, che interagiamo quotidianamente con diverse realtà, con ambienti e persone a volte anche lontanissime da noi. E che nel mondo esistono, purtroppo, anche soggetti aggressivi, maleducati, beceri, arroganti, quando non addirittura pericolosi socialmente. E dunque le donne per non essere importunate devono vivere segregate in casa o devono rinunciare al rossetto e alla minigonna? No, assolutamente. Devono semplicemente adottare qualche precauzione. Di certo ciò non le metterà al riparo da ogni rischio, ma almeno si limiteranno i danni. Si spera.

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