Prova


Non preoccuparti della pioggia, lasciala cadere” (Marco Brignoli, Rifugio Baroni al Brunone, Sentiero delle Orobie Orientali)

venerdì 7 dicembre 2012

Lui è peggio di me...

Qualche tempo fa, durante un viaggio in treno, capitai per caso di fronte ad una ragazza che parlava del marito con un altro tizio, forse un suo collega. Raccontava, senza pudore, ed anzi carica di ironia e sarcasmo, di quanti e quali dolori articolari soffrisse il poveretto. E più ne descriveva e ancor più ne rideva, quasi da buttarsi via. E darle retta il poveretto doveva essere conciato davvero male: sciatica lombare, cervicale cronica, mialgia muscolare etc…
Io provavo a non ascoltare, ma quelle storie avevano un non so che di estremamente ridicolo e quindi interessante: chissà perché sulle disgrazie umane - vedi la classica caduta accidentale per strada - si sono sempre create delle epopee tragicomiche? La mente umana è davvero singolare. Oltretutto la ragazza che raccontava - decisamente una bella ragazza - era abbigliata in maniera così minimal da lasciar poco spazio alla fantasia. Il culmine l’ha raggiunto quando ha ricordato di una domenica mattina: entrando in cucina pare che abbia visto il marito in pigiama accartocciato sul tavolo e gli abbia detto: «Ma Carlo, cos’hai, stai pensando ai nostri debiti?». Devo riconoscere che a queste parole anch’io sono scoppiato a ridere. Nessuno si tratteneva più ed in quel clima lugubre da treno di deportati, si è sparsa una ventata benefica di buonumore. Quella facezia ha innescato all’istante altri ragionamenti e altre critiche feroci da parte di uomini e donne nei confronti dei rispettivi coniugi assenti. Ovunque mi voltassi c’erano voci sarcastiche che raccontavano: «Dovresti sentire come russa il mio adorato maritino: un trombone dell’orchestra Verdi farebbe meno chiasso…». «Ah si, perché non hai sentito mia moglie: l’altra notte sono stato costretto ad andare a dormire in soggiorno… e la sentivo pure da là: ho dovuto tirare una scarpa nel muro…». «E poi dovresti vedere come sbraita quella pazza se non rifaccio i letti al mattino…». «Per non parlare di quella ciofeca di caffè che mi porta a letto appena sveglio: mi verrebbe voglia di tirarglielo dietro, a lei e a quella rompicoglioni della madre». «Ah no guarda, non apriamo il capitolo suocera, ti prego: vorrei arrivare a lavoro senza un attacco di bile, se possibile».
Era tutto uno sfogo virulento, irridente ed irriverente. Verrebbe da chiedersi come fa la nostra società a reggersi ancora sul primato del matrimonio.
In ogni rapporto umano vi sono specifici comportamenti, modi di esprimersi, abitudini, che possono generare insofferenza, fastidio e risentimento, ma a quanto pare nel rapporto di coppia vi sarebbero alcune fattispecie di condotte particolari e ricorrenti - e ritenute difetti - , che si ripresentano a qualsiasi latitudine del globo terracqueo. Almeno stando agli studi condotti da Allan e Barbara Pease, due psicoterapeuti australiani, esperti di comunicazione e linguaggio del corpo, (autori tra l’altro di best seller come “Perché gli uomini non ascoltano e le donne non sanno consultare una mappa stradale?”, “Perché gli uomini mentono e le donne piangono?” e “Perché gli uomini lasciano sempre alzata l'asse del water e le donne occupano il bagno per ore?”). Nella ricerca i due scienziati hanno classificato i “sette peccati” più gravi che la donna rimprovera al partner. Andiamo ad analizzarli uno per uno. Il primo, quello che più fa infuriare mogli, compagne e conviventi, è quello di “dare consigli non richiesti in casa”. Soprattutto in fatto di cucina, mi permetterei di aggiungere. So di mariti pugnalati con coltellacci da pesce, perché scoperti in flagrante ad infilare una salsiccetta nel ragù fatto alla moda di “mia madre”.
Al secondo posto si classifica “fa continuamente zapping”. In effetti questo è uno dei drammi più spaventevoli della nostra società moderna, e in quasi tutte le famiglie si registrano quotidianamente liti furibonde e zuffe feroci, con tanto di unghiate negli occhi e calci con rincorsa nei testicoli. A quanto ci consta, il “telecomando-dipendente” che detiene a tutt’oggi il record imbattuto di cambi di canale è il Ragioniere Ugo Fantozzi: 380 cambi di canale in 26 secondi netti. Restando in tema di citazioni dotte, come dimenticare poi l’esimio Renzo Arbore: “Tu nella vita comandi fino a quando/hai stretto in mano il tuo telecomando”.
Sulla piazza d’onore invece si colloca un altro comportamento assai indigesto: “non vuole chiedere mai informazioni, neanche quando perde la strada”. Quante volte ho visto i miei litigare per questo futile motivo: mia madre sempre pronta a chiedere qualunque cosa, fiduciosa e aperta verso il prossimo; mio padre invece chiuso nel suo orgoglio di uomo del sud, abituato a fare da se, in qualsiasi occasione. Una volta si trovavano a Verona, e a nessuno dei due veniva in mente il nome del fiume che attraversa la città. Mia madre, nonostante il marito le dicesse di non chiedere, fermò una signora e le chiede: «Mi scusi, che fiume è questo?». E quella rispose con dura espressione teutonica: «Atice, qvesto essere fiume Atige». Mio padre concluse: «Ecco, te l’avevo detto: hai visto che bella figura di merda…!».
Al quarto posto troviamo “lascia il bagno in disordine”. Ed in effetti questo è davvero un rimprovero sul quale noi uomini dovremmo riflettere e contristarci non poco: ci vuole tanto ad abbassare quella dannatissima tavoletta del cesso? Cosa ci costa? E poi un minimo d’attenzione quando si usano i sanitari…! Una volta lessi un cartello nel bagno di un ristorante: “Attenzione prego, signori uomini: quello che avete in mano non è un idrante, e per terra non c’è un incendio da spegnere”.
Alla quinta piazza troviamo “odia lo shopping”. In questo caso però mi sento di spezzare una lancia a favore del mio genere d’appartenenza: le donne e lo shopping, associate in un giorno semi-festivo, sono tra le calamità più devastanti mai registrate nella storia dell’umanità. Ancor peggio delle piaghe d’Egitto. So di amici costretti a passare tutti i sabati pomeriggio presso mostruosi e affollatissimi ipermercati, a guinzaglio della moglie, impegnata nell’improbabile ricerca dell’abitino carino, economico e che le stia bene. Dalle ultime stime pervenuteci pare che il 50% di questi disgraziati vadano incontro a disturbi bipolari, già a partire dal terzo sabato di visite consecutive a questo girone di dannati.
In fondo alla classifica troviamo “ha manie disgustose” e “dice parolacce”. A sorpresa restano fuori dalla top seven l’egoismo (“pensi sempre e solo a te stesso…”), la superficialità (“ma come fai a non apprezzare Sette sfumature di grigio…? Sei proprio gretto e superficiale”), l’incapacità di comprendere i sentimenti (“non so se fai finta di non capire…, o se proprio non riesci…”) e soprattutto la cosiddetta mammosità (“basta…, non ne posso più di sentirti parlare di tua madre: fai i bagagli e tornatene da lei…”).
E per gli uomini, quali sono i difetti peggiori delle donne? Al primo posto, con un margine enorme, c’è la gelosia. Considerata maniacale, asfissiante e assurda nella maggior parte dei casi. D’altra parte si sa, la donna è possessiva, e basta un semplice sguardo “marpionesco” del suo uomo verso un’occasionale passante per scatenare il putiferio. Il fatto è che la donna non capisce che l’uomo è sì cacciatore, ma è pure un fanciullino nell’animo, sempre pronto a giocare, a scherzare, soprattutto sul piccante rapporto uomo-donna. Ma non c’è niente da fare: la donna è quasi completamente priva di humour per natura, e dunque occorre rassegnarsi.
Tra gli altri comportamenti femminili insopportabili si possono poi annoverare l’invadenza (“e forza, dimmi chi ti ha chiamato…, fammi leggere l’ultimo messaggio…”), l’altezzosità, l’introversione, l’aggressività, la petulanza, l’invidia, le manie per lo shopping e la linea e per finire l’ordine. C’è da prendere paura solo a leggerla una lista del genere.
Da quest’elenco di difetti, e ragionando per deduzione, ne viene fuori un uomo saturo, al limite della sopportazione. Egli vorrebbe una donna capace di seguirlo e sostenerlo con discrezione, ma al contrario si ritrova una specie di arpia invadente e aggressiva che, in molti casi, si sostituisce alla figura della madre. Forse aveva ragione mio nonno quando, tra lo scetticismo dei falsi moralisti, sosteneva: “Ricordati, la prima pugnalata ti arriverà da tua moglie…”. Ma molti uomini indubbiamente meritano ciò che hanno; altri ne hanno addirittura bisogno. In ogni caso spesso il comportamento di una persona è semplicemente una reazione ad un’azione non gradita. Una ripicca: «Mi hai trascinato a cena da quei rompicoglioni dei tuoi, ora tu vieni con me alla Rinascente». Peccato che poi si oda un tuono lontano: il poveretto che si è tirato una revolverata. Bisognerebbe che ognuno di noi avesse ben chiaro nella propria testa che le passioni, le idee e le ambizioni altrui - che nella sostanza sono il modo in cui si esprime il nostro animo, la nostra essenza - andrebbero sempre e in ogni caso rispettate. Non ci vuole molto: basterebbe solo un briciolo di tolleranza e una buona disponibilità al compromesso. In fondo la vita stessa è un compromesso. Così come occorrerebbe rendersi conto che il dialogo è il fondamento della convivenza. Ma purtroppo talvolta tutto ciò non è né facile da intendere, né da accettare e praticare.
Ecco perché Alberto Sordi alla domanda ma perché non ti sposi? rispondeva: «Ma che sei pazzo, e che mi metto un’estranea in casa».

2 commenti:

  1. A proposito di litigi di coppia ne riporto uno che ho assistito poco tempo fa.
    Ero in fiera e mi stavo preparando per tornare a casa. Prima di uscire al freddo mi fermo per sistemare gli ultimi acquisti e a due passi
    da me assisto a una scena tragico-comica (se non sei il diretto interessato).
    Una moglie ha sgridato il marito perchè ha perso il cappello del figlio appena comprato, e qui tutto normale.
    Non contenta lei l'ha umiliato davanti a tutti urlandogli per ben tre volte
    "sei un deficiente".
    Mi guardo in modo attonito attorno a me e noto dalle espressioni delle persone lì vicine (una 20 circa) che tutti hanno avuto la stessa reazione, ma questa è pazza!
    Il bello è che lui era un uomo alto 190 cm ben messo e lei non più alta di maradona. La scenata
    è terminata con lui che a capo chino non è riuscito a pronunciare nessuna parola, come quando una mamma sgrida il proprio bambino di 6 anni che ne ha appena combinata una.
    Mi sono messo nei suoi panni e mi son detto, spero per lui che non sia così tutti i giorni.

    RispondiElimina
  2. Si, in effetti alle volte si vedono delle scene agghiaccianti. Ma io comunque resto della mia idea: nessuno ha potere su di te se non glielo concedi. In altre parole, o sei troppo debole e quindi soccombi; oppure ci godi a farti maltrattare. In entrambe i casi la faccenda non cambia.

    RispondiElimina