Ticchettio ritmato di gocce che cadono sul tendone, sonorità di piccoli tamburi che accompagnano leggeri soffi di vento carichi di umidità e odori di asfalto bagnato. Piove, ma non è che una nuvola passeggera. Piazza Ganganelli è deserta e solo qualche pensionato in cerca di compagnia per il tre sette osa sfidare le bizzarrie di questo incerto inizio di stagione. All’inizio di giugno, durante l’ultimo giorno della classica biciclettata di primavera, si parla di possibili viaggi per l’estate, seduti ad un tavolino di un bar di Sant’Arcangelo di Romagna. La bicicletta è una passione comune a tutti noi e si fantastica di mete esotiche, ma anche di luoghi d’Italia sconosciuti. Dopo la lunga giornata di ieri, passata a pedalare tra i colli di Mondaino, Monte Gridolfo, Tavullia e Gradara, oggi è quasi tempo di riposo: ciclabile del Marecchia, Verrucchio e poco più. Alfio e Alessandra parlano delle loro due ultime esperienze, la Sardegna dell’anno scorso e l’Umbria e la Toscana l’anno prima. Quegli itinerari li ho disegnati io, ma per ragioni diverse non ho partecipato a nessuno dei due viaggi. La mia unica esperienza in questo campo risale al 2006, quando con un gruppo di squinternati sono stato a Santiago di Compostela. Due settimane nel nord della Spagna, seguendo la conchiglia gialla che indica il Camino. E fu un’esperienza che a distanza di anni ancora mi regala emozioni.
Continua a piovere e le menti vagano verso orizzonti lontani. E così, pensando a quante volte siamo venuti da queste parti, a fare dei giri che, che per forza di cose, nascono e terminano a Rimini, mi nasce improvvisa un’idea: «E se ci trovassimo qui e poi si partisse… magari andando giù verso Urbino? Non sono mai stato da quelle parti, e pare che la cittadina sia bellissima». Alessandra conferma avendo visitato la città molti anni prima. «E poi da Urbino si potrebbe che so… proseguire per Jesi e ancora più giù». E dicendo queste parole m’immagino la carta geografica, così come se fosse stesa sul tavolino davanti a me. Uno di quei rari momenti in cui la l’immaginazione si lascia trasportare sulle ali del piacere. Così come quando si assapora il primo sorso di birra o si ode crocchiare la carta del vassoio dei dolci mentre si torna verso casa. «Sì Lu, mi piace questa idea - commenta Alessandra - e poi si potrebbe fare una puntata al Conero che è stupendo…». Alfio, Alessandra di Pescara e Sara osservano il nostro entusiasmo e per poco non si fanno travolgere. Alfio, da persona razionale qual egli è, comincia a cercare riscontri chilometrici sul suo I-Phone. «E poi potremmo rientrare verso l’interno…, Recanati, Ascoli. Ma ve l’immaginate i paesaggi collinari delle Marche, i campi di girasole…!».
L’idea iniziale ha preso definitivamente forma, e non c’è più limite alla fantasia. «E già che ci siamo - aggiungo - si potrebbe dare un’occhiata anche all’interno dell’Abruzzo. Magari passando dal Gran Sasso e dalla Majella…». Alfio s’illumina d’immenso: «Allora ci mettiamo dentro anche i Sibillini…».
E dunque si prende carta e penna e si comincia a tirar giù l’itinerario di massima, tappa per tappa. «E per finire - concludo - un paio di giorni al mare. Possibilmente alle Tremiti».
Quest’ultima proposta è una bomba. «Già - chiosa Alessandra - potremmo imbarcarci da qualche parte, giù verso Ortona…». Alessandra di Pescara e Sara sono rimaste pressoché in silenzio, e stuzzicate sull’ipotesi di venire con noi, abbozzano un mezzo sorriso che la dice lunga. La prima però, dopo un attimo di riflessione, sospira: «No ragazzi, mi dispiace, io conosco le salite d’Abruzzo…! Non ce la posso fare. Per quest’anno passo. Dall’anno prossimo ricomincio gli allenamenti, promesso…».
Sara resta indecisa, ma l’idea non le dispiace affatto.
E così, tornato a casa, mi metto subito al lavoro e con lo stradario sotto mano, disegno quello che sarà il nostro viaggio d’agosto: sette o anche ottocento chilometri e forse più, a seconda delle divagazioni che ci verranno in mente nel corso dei giorni. E più mi addentro in questo progetto, più sale la voglia di partire, di lasciarmi tutto alle spalle e non pensare più a nulla. Una volta concluso il lavoro, lo sottopongo al vaglio degli amici: qualche dubbio sulla seconda e quarta tappa, alcuni ritocchi sull’itinerario da seguire e siamo pronti per l’avventura [continua…]
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