Ma siamo veramente sicuri che si tratti di falsità e non di sopravvivenza? E poi, di che tipo di menzogne stiamo parlando? Qualche mese fa la versione statunitense del mensile Cosmopolitan ha stilato la classifica delle bugie più ricorrenti nel genere maschile: al primo posto si trova il classico dei classici: ovvero, a domanda «che hai, c’è qualche problema?», la risposta è quasi sempre la stessa: «Nothing’s wrong, I’m fine». In realtà nell’animo del maschio si agitano burrasche portentose, ma si ritiene che sia più opportuno non parlarne. A scendere troviamo promesse e dichiarazioni d’intenti, tipo “questa è la mia ultima birra”. Salvo poi correre al bar sottocasa per scolarsi la brocca di Sambuca. C’è poi il capitolo menzogna sull’aspetto fisico della propria partner: «Come mi trovi con questo tailleur?». «Magnifica, semplicemente magnifica…». Mentre invece nella mente del maschio echeggia un pensiero: “Oddio…, sembra una meringa gigante…”. E ancora ci sono tutte le panzane per giustificare la mancata telefonata all’amore della propria vita: “Non c’era segnale”; “la batteria era a terra”; “ho finito il credito” etc…! Tutto tempo sprecato e gioco delle parti: per la donna tutto ciò ha un unico significato: “se n’è scordato e dunque non mi ama”. Cosa c’è di buono in tutto ciò? Il fatto che comunque è stato instillato il dubbio: “E se fosse vero…?”. E questo basta. Ci sono poi le scuse banali per giustificare il ritardo (“Sono stato bloccato nel traffico…”), o quelle più sottili e psicologiche per evitare di partecipare ad un evento indigesto, tipo una cena con i parenti di lei: “Ho bisogno di stare un po’ per conto mio”.
Tutto ciò vuol dire non voler bene? Non necessariamente. Una volta conobbi una ragazza durante un viaggio organizzato. Ci fu un’attrazione reciproca durante quei giorni lontani da casa, ma quando tornai mi sentii subito molto distante da lei. I viaggi a volte creano situazioni e stati emotivi da tempo sospeso, modellano realtà che hanno senso in quel determinato contesto e che al di fuori di esso tendono a scomporsi e a sbiadirsi. E così mi sentivo una volta tornato a casa. La ragazza mi chiamò diverse volte, voleva che la raggiungessi a casa sua, su al lago. Ogni volta prendevo tempo per non ferirla, rimandavo, a volte non rispondevo. Fino a che mi mise con le spalle al muro: «Allora, vieni su o no?». «No guarda, è troppo lontano: io sono molto pigro, lo sai, e tu abiti quasi al confine…! Lasciamo stare». Terminò tutto lì. Anzi, forse da lì nacque tutto: e sì perché da allora nacque un’amicizia che viaggiava su altre corde sentimentali. E che tutt’oggi è molto forte. Se fossi stato sincero e brutale, e cioè le avessi detto che non m’interessava più, l’avrei ferita. Nel dubbio invece, poteva sempre pensare che ci fossero altre ragioni, altre motivazioni: è la certezza che uccide, non certo il dubbio.
E le donne invece? Che rapporto hanno loro con la menzogna? Secondo una ricerca condotta dal sito MyCelebryFashion.co.uk, ogni occasione è buona per dare un colore particolare alla “verità” nell’ambito di una nuova relazione. Al primo posto nella graduatoria delle bugie troviamo “il numero di partner”: più di una donna su due ammette di mentire spudoratamente su questo argomento. E io aggiungere un bel “ovviamente”: nessuna donna si sognerebbe di iniziare una relazione raccontando di quanti uomini si è portata a letto. Al massimo, se proprio è costretta a riferire qualcosa dei suoi pregressi, tenderà a limarne il numero fino a raggiungere il minimo sindacale, al di là del quale la faccenda comincia a puzzare. Dall’altra parte, viceversa, l’uomo - per apparire più interessante - cercherà di applicare un adeguato moltiplicatore alle sue storie. Al secondo posto troviamo “i motivi della rottura con il partner precedente”. Qui in realtà non si tratta di mentire, ma semplicemente di tacere: meglio non far sapere qual è stata la causa del fallimento: potrebbe ritorcersi a proprio svantaggio. A seguire troviamo le bugie circa “il costo del proprio guardaroba”: meglio tenersi bassi e lasciar scoprire solo in seguito allo sventurato partner qual è il tenore di vita della vamp. Seguono poi le balle sul “lavoro” (sempre molto interessante e colmo di soddisfazioni), sullo “stipendio” (con dichiarazioni sempre inferiori alla realtà per non deprimere il potenziale partner); sull’”età” (una donna su cinque tende a togliersi manciate di anni senza alcuno scrupolo); su eventuali “tradimenti” (e certo…, non è proprio il massimo parlare di corna al primo appuntamento…); sul “peso”; sulla “taglia di reggiseno” (ma che vergogna…); e “sul colore dei capelli”. Tutte sfumature di verità perlopiù inoffensive, tenere, che muovono al sorriso empatico. Tutto fatto a fin di bene. Niente a confronto di quello che è uso dire un mio carissimo amico per sfangarsela in ogni occasione:
«Guarda, sto malissimo, ma il mio psicanalista dice che frequentarti per me è deleterio: mi destabilizzi». Risposta della partner scaricata: «Ok Psyco, divertiti con il tuo bel Tavor…».
«Non mi sento pronto per una relazione seria e matura». Risposta: «Ma se ci conosciamo da due settimane».
«Sei angosciante con questa tua gelosia fuoriposto…! Te l’ho detto: è solo una vecchia amica». Risposta: «E tu ad un’amica le metti la lingua in bocca?».
«Certo, è da una vita che non la vedevo…».
Fonte: http://www.cosmopolitan.com/sex-love/dating-advice/lies-men-tell-women
http://www.dailymail.co.uk/femail/article-2322523/Women-divide-men-times-How-BOTH-sexes-lie-partners-theyve-had.html
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