
Il chirurgo plastico Paolo Mezzana ha lanciato su facebook un sondaggio che ha coinvolto 1.600 donne. La domanda a cui bisognava rispondere era: “Come ti consideri?”. Il 18 per cento delle interpellate ha risposto di considerarsi bella, mentre l’82 per cento ha affermato di sentirsi “normale” o “niente di che”. E quali difetti vorrebbero correggere, queste benedette donne, se solo potessero? Soprattutto pancia (15 per cento) e naso (10 per cento). Un’intervistata su tre inoltre, afferma che modificherebbe più di una cosa di se stessa. A salvarsi, a quanto pare, ci sarebbero solo occhi e labbra. Strana quest’ultima voce, considerando tutti i “canotti” che si vedono in circolazione. Mezzana sostiene che in realtà, spesso ciò che si chiede di correggere al chirurgo plastico non è neanche un difetto, ma semplicemente una distorsione della propria immagine. In altre parole molte persone metto in relazione il proprio disagio esistenziale con i propri (presunti) difetti fisici, e credono di risolvere il problema con una operazione chirurgica. Salvo poi, ad operazione avvenuta, accorgersi che c’è un altro difetto, e poi un altro e ancora uno, in una catena infinita di paranoie mentali che avrebbero bisogno di trattamenti specialistici di tutt’altra natura. Ma l’atelofobia, vale a dire l’angoscia di sentirsi imperfetti, anche in assenza di difetti oggettivi, oltre ad essere il campanello d’allarme di un disagio psicologico, può essere anche causa di disturbi fisici e metabolici. La perfezione fisica spesso viene valutata sulla base di un’errata concezione della realtà, di come le cose dovrebbero essere, secondo il proprio modo di vedere le cose. Una ricerca condotta dalla Flinders University, di Adelaide ha dimostrato che dietro allo sviluppo di disordini alimentari e comportamenti a rischio, o compulsivi, vi sarebbe il perfezionismo, quale visione distorta di quello che dovrebbe essere l’immagine ideale del proprio corpo. Vale a dire, quanto più una persona pensa di essere idealmente lontana dal proprio modello di riferimento, tanto più avrà la possibilità di andare incontro a disturbi e problematiche. Anche qualora non abbia grossi problemi di linea. Le donne, in altre parole, pagano oggi lo scotto di avere come cliché di riferimento, la modella al limite dell’anoressia. Ma si tratta pur sempre di cliché: nell’antichità per esempio andavano di moda rotondità e taglie forti e le rinsecchite non venivano neanche guardate.
Oggi quasi nessuno si accetta più per ciò che è. Persino gli uomini, un tempo fieri del loro aspetto beluino, perseguono la bellezza ad ogni costo ricorrendo a creme viso, creme corpo, depilazioni totali, mascheroni, massaggi. Molti arrivano finanche a farsi ritoccare le sopracciglia, ottenendo come risultato solo tragiche espressioni ambigue ed effeminate. Quando la smetteremo di correre dietro alla chimera della perfezione? Quando cominceremo ad accontentarci di ciò che siamo?
Non ne ho la certezza, ma sono convinto che se Venere nascesse oggi, non superebbe neanche il più infimo dei casting. D’altra parte con quello strabismo, dove volete che possa andare…?
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