Siamo ormai a fine giugno, e come ogni anno, quando arriva questo periodo, si cominciano a fare i conti sul dove andare in vacanza e con chi. Sì certo, ci sono anche quelli che hanno già programmato tutto da Natale, fin nei minimi dettagli, ma in generale, la massa dei vacanzieri, complice anche un clima di ristrettezze economiche mai visto, decide quasi all’ultimo meta, durata e budget delle proprie agognate due settimane di vacanza agostane. A breve poi, negli uffici comincerà la solita litania del chi va in ferie prima e chi va dopo ferragosto, onde evitare di lasciare l’azienda chiusa per tutto il periodo. Già serpeggiano da giorni infatti, faide interne, rancori e desideri di vendetta tra gli sfortunati dipendenti: tutti ambiscono alle due settimane centrali del mese, vale a dire quelle che vanno dal 9 al 26 agosto, ma non tutti le otterranno, si capisce. E così anche il periodo più bello dell’anno, quello tanto atteso, rischia di rivelarsi l’ennesimo motivo di litigio e malumore. Superato tale scoglio infido, i lavoratori potranno finalmente dedicarsi ai preparativi per la partenza. Senza dimenticare ovviamente pinne e maschera, anche se si decide per località marine dai fondali torbidi e sabbiosi.
Si, ma con chi andare in vacanza? Moglie, fidanzata, amanti varie, amici, parenti, conoscenti? Ed è qui che si parrà la vera nobilitate del vacanziero. E già, perché sbagliare compagnia equivale alla rovina della vacanza. C’è poco da dire. In fin dei conti spendere barcate di quattrini col rischio di trovare maltempo o incappare in un qualche albergo non di primissimo ordine ci può anche stare, ma portarsi appresso volontariamente una palla al piede è davvero da incoscienti. E così in questi giorni nella mente di quei pochi che potranno permettersi qualche giorno di relax si pensa anche a questo. D’altra parte tutti hanno avuto esperienze di compagni di viaggio poco piacevoli e dunque meglio stare in guardia. Qualche giorno fa il sito Venere.com, un operatore di prenotazioni online, ha pubblicato sulla propria pagina Facebook i risultati di un sondaggio: “Con chi non andresti mai in vacanza?”. Ne è emersa una lista di soggetti che fa tremare le vene ai polsi. Andiamo a dare un’occhiata. In vetta alla classifica, tra i più odiati in assoluto, si posizionano i pigri e i superattivi. Due categorie opposte, ma che parimenti sono in grado di fracassare le palle con effetti devastanti. I primi sono gli indolenti, gli accidiosi, quelli che non hanno mai voglia di fare un cazzo. Non appena giungono alla meta, buttano giù i bagagli e si spaparanzano sulla sdraio. E non c’è verso di smuoverli da lì. Crollasse il mondo, si paventasse anche il più violento degli tsunami, loro sono incollati alla loro pachidermica immobilità. Un periodo in compagnia c’era un tizio di questa fatta: era originario dell’Abruzzo ed aveva addosso la stessa vitalità di una farfalla morta. Se l’appuntamento era alle nove del mattino, egli a quell’ora era ancora in pigiama, flemmaticamente diretto al bagno per una lunga seduta con Gazzetta dello Sport incorporata e tutto “da colazionare”. A tratti la sua fiacca indolenza aveva effetti potenzialmente clamorosi. Tuttavia era un ragazzo simpatico e si faceva perdonare grazie a battute e facezie che strappavano sempre un sorriso. Il suo cavallo di battaglia era: “Quando arriva l’estate e non ti pigli un Aperol-Spritz, che campi a fare?”. I superattivi invece, se ci è concesso, sono ancora più pericolosi. Non lasciano un attimo di respiro, sono sempre agitati, pronti in qualsiasi istante a darsi da fare, a proporre iniziative, a spronare, a incitare, a coinvolgere gli sfortunati compagni di viaggio in qualche dannatissima avventura. Come quell’amico di Roma che non riusciva a stare un attimo fermo neppure in sauna, luogo principe per il relax. Una sciagura. Ma proseguendo nella lista di chi non ti porteresti mai in vacanza, troviamo i superorganizzati, altra fattispecie di malati di mente. Costoro sono dei veri e propri maniaci del “tutto programmato”, persone che pianificano ogni singolo dettaglio del viaggio, ogni attimo, ogni spostamento, con relativa ora e minuto. Un’angoscia ambulante e senza fine. E guai a deragliare dai binari sui quali si sono (e vi hanno) incatenati: si rischia la rissa furibonda. Ma andiamo oltre: al quarto posto ecco i ritardatari. Ci sono quelli che arrivano alla stazione con anticipi francamente esagerati, e ci sono quelli che rischiano costantemente di vedersi sfilare dal treno in partenza. I ritardatari sono tra questi ultimi. E finché si trattasse di loro soltanto, passi. Il problema è che il ritardatario crea problemi a tutto il gruppo e spesso costringe ad estenuanti rincorse o a spericolati cambiamenti di programma in corsa. Espressione tipica del ritardatario di fronte alle rimostranze di un amico? “E dai, rilassati un po’: c’è ancora un sacco di tempo…”. E all’amico arriva immancabile l’attacco di bile. Altra figura sommamente tossica (non solo in vacanza, aggiungerei) è il taccagno. Sempre pronto a risparmiare su tutto, a chiedere sconti, ad ordinare al ristorante le pietanze più economiche (salvo che il conto si divida equamente). Costui è il classico individuo disposto a portarsi dietro persino il caffè in bottiglietta di plastica piuttosto che ordinarlo al bar. Ma che resti a casa piuttosto, dico io. C’è poi il lamentoso, quello cioè a cui non va mai bene niente, che non si trova a suo agio in nessun luogo. La sua è una figura al limite della fantascienza, un caso clinico da studiare. Attorno a lui si verificano sempre delle situazioni assurde, come se le attirasse su di se: la doccia non funziona, non esce acqua calda dai rubinetti, l’acqua del mare diventa improvvisamente fredda, il letto è scomodo in qualsiasi luogo della Terra. La sua espressione tipica? “È la prima volta che vengo qui, ma devo essere sincero: sono leggerissimamente deluso…”. Continuando a scorrere la classifica ecco il permaloso. Altro soggetto assolutamente da evitare: travisa tutto, legge ogni parola in chiave negativa, non sta allo scherzo, pur essendo dispostissimo a prendere per il culo gli altri. Portarselo appresso è garanzia di sangue amaro. Vi è poi il cosiddetto shopping addicted, ovvero il soggetto costantemente in preda alla smania dell’acquisto, ipnotizzato da qualsiasi genere di vetrina. Pare che in questi casi l’unica soluzione efficace sia una seduta completa di elettrochoc. A seguire troviamo quelli poco attenti alla propria igiene personale. Figura quasi sempre presente nei rifugi di montagna. Gli ospiti di tali strutture pensano che quell’odore di malga alpina, tipico di questi luoghi, sia effetto di genuine lavorazioni casearie, ma in realtà si tratta di ben altro. C’è poi il russatore (garanzia di notte insonne); la prima donna (sempre al centro dell’attenzione); i fidanzatini (noiosissimi figuri che non fanno altro che mettere in mostra il loro romantico amore); i nottambuli (ovvero quelli che trovi a ciondolare nel cuore della notte, mentre vai a pisciare: con immancabile spavento…); gli ipocondriaci (altra figura sciagurata, capace di trascinarti al Pronto Soccorso per un graffietto al mignolo); i decisionisti (ovvero coloro che prendono iniziative e decisioni a nome di tutti senza consultare nessuno); e per finire i maniaci della fotocamera. Fuori classifica una menzione speciale per l’immancabile suocera e soprattutto per coloro che cercano un ristorante italiano anche in Papua Nuova Guinea (dove abitano gli uomini delle foreste con la canna di bambù sul pene).
Ecco, prima di partire con qualcuno di questi soggetti, pensateci su bene. D’altra parte si sa, meglio soli che male accompagnati.
Forte 'sto pezzo... Sai chi mi ricorda la categoria dei "lamentosi"? Quella tipa che a Rimini trovò terribilmente carente la tua gestione delle sue esigenze.. Manco alla stazione l'accompagnasti!
RispondiEliminaSalvo (che almeno non russa)
In effetti...! Ma anche quell'altro paio di soggetti che trovavano cattivo il vitto dell'hotel e pretendevano di mollare la 1/2 pensione e andare a spendere altri 30/40 euro per cenare fuori...! ;-)
RispondiElimina