Da sempre si sostiene che la vanità è donna, che le donne si preoccupano troppo del proprio aspetto esteriore, che spendono troppo tempo e denaro dal parrucchiere o dall’estetista, che farebbero di tutto pur di sfoggiare una silhouette da indossatrici. Con tutte le conseguenze tragicomiche del caso, non ultima la ferrea volontà presente in alcune irriducibili ottimiste di infilarsi dentro taglie iperstriminzite, con automatico effetto insaccato. Tutti comportamenti che spesso scatenano feroci aggressioni reciproche tra donne, che si manifestano con frasi ipocritamente cordiali, ma che in realtà suonano di un’acidità potenzialmente clamorosa: “Però, non ti sta proprio malissimo questo tailleur verdolino…”. “Caspita, non me l’avevi detto che ti eri messa a dieta: avrai già perso perlomeno mezzo chilo, non è vero?”. “Bella questa messa in piega, davvero originale: ricordo che anche zia Marietta si pettinava sempre così…”.
Fisico a clessidra (quello più desiderato…), a pera (detto anche a fiasca di vino…), a mela (il più vituperato), a grissino (stile indossatrici): negli ultimi tempi è tutto un classificare secondo forme, volumi e dimensioni. Ora però, grazie ad una recente ricerca condotta dalla Leeds Metropolitan University, anche gli uomini hanno la loro bella tabella di comparazione, grazie alle sette categorie identificate da Brendan Gough, professore di psicologia sociale. Si parte con quella più comune, vale a dire quella nella quale il maggior numero di uomini tende ad identificarsi: a pera. Si tratta del classico individuo con il bacino grosso e le spalle strette. Quasi un intervistato su due (49 per cento) dichiara di appartenere a questa bella categoria. Passando al settore ortaggi poi troviamo il fisico a cetriolo, vale a dire asciutto sia nella parte alta sia in quella bassa del corpo (tipo i calciatori). Pare che questo sia il modello ideale per il 46 per cento del campione anche se solo il 15 per cento degli uomini dichiara di poter sfoggiare una tale meraviglia. A seguire troviamo la silhouette a pomodoro, ovvero quella del classico signore rotondetto, paffutello e assai loquace. Un intervistato su dieci ritiene senza mezzi termini di appartenere a questa categoria. C’è poi l’esile fagiolino, alto e magro come un chiodo; il mattone, ovvero il classico tipo atticciato, robusto; il nacho, cioè il tipo dalla forma a triangolo rovesciato: spalle larghe, torace e pettorali sviluppati, fianchi stretti. Il fisico classico del nuotatore, tanto apprezzato dalle donne eppure così snobbato dagli uomini: pare che solo il 5 per cento del campione infatti lo identifichi come il suo ideale. E per concludere il più simpatico di tutti, il fisico a forma di pupazzo di neve: bel grasso, tipo omino della Michelin. I fortunati appartenenti a questa categoria pare che siano intorno al 5 per cento.
Dalla ricerca è emerso che non sono solo le donne ad essere condizionate dagli stereotipi imperanti sui mezzi di comunicazione di massa, ma anche gli uomini. Pochi sono infatti coloro che si ritengono soddisfatti del proprio fisico: tre uomini su quattro odiano il proprio corpo. Quasi la metà degli intervistati peraltro ritiene che sarebbe utile e opportuno perdere peso. Secondo il Professor Gough, gli uomini di oggi sono molto più attenti alla propria apparenza rispetto alle generazioni che ci hanno preceduto. La cultura imperante dell’apparire belli e sani a tutti i costi fa si che quando ci si vede bene, si sta bene. E di converso, una cattiva immagine riflessa di se stessi, influisce negativamente sul proprio benessere psicologico e di conseguenza, fisico. La ragione di tale decadimento è spesso associata ad una dieta sbagliata e alla mancanza di esercizio. Mio fratello per esempio, da ragazzo è stato un buon pattinatore, ottenendo peraltro dei riconoscimenti a livello nazionale. Col tempo però ha messo su qualche chiletto. Quando l’altro giorno il dottore gli ha chiesto da quando ha cominciato a ingrassare, lui c’ha pensato su un po’ e poi ha risposto sconsolato: “Eh dottore, da quando mi sono sposato…”.
Dallo studio è emerso inoltre che l’età in cui ci si sente al massimo della propria condizione fisica, è 28 anni. A questa età, infatti, quattro uomini su dieci si dicono soddisfatti del proprio fisico e ritengono di avere un peso ideale in proporzione alla propria altezza. Ed anche con gli abiti il rapporto sembra idilliaco: uno su tre dichiara che a quell’età si può indossare tutto ciò che si desidera. In effetti, anche a livello di prestazioni sportive, questa è l’età in cui si riesce a dare il massimo: ad un pieno sviluppo fisico, si associa una maturata consapevolezza dei proprio mezzi e un’esperienza sufficiente per puntare ai grandi traguardi: non per nulla, per esempio, Marco Pantani vince a 28 anni Giro e Tour nella stessa stagione.
Gough sostiene che mentre durante l’adolescenza gli uomini sono ancora alla ricerca della propria identità, con l’approssimarsi della trentina si raggiunge una maturità che consente un rapporto più adeguato e soddisfacente con se stessi e con il proprio corpo. Anche perché a quest’età solitamente si mette su famiglia e si raggiunge una certa stabilità lavorativa: situazioni ideali per poter guardare al presente e al futuro con serenità e fiducia. Almeno stando al modello imperante di stili di vita.
Superata questa fascia di età, e dunque dai trenta in su, sostiene Gough, il nostro metabolismo comincia a rallentare ed inevitabilmente cominciamo a mettere su peso.
Madre Santissima, Professore, quanta tristezza. E così, superata la trentina, secondo lei siamo tutti destinati ad ingrassare inesorabilmente…! Che sciagura…
Bah, a parte che secondo me non è vero (basta sapersi limitare un po’ e fare della sana attività sportiva), non credo che questo sia il male peggiore che possa capitare ad un uomo. Basta guardare Gerard Depardieu per rendersene conto: ricco, grasso e felice. Homo de panza…, homo de sostanza. E comunque senza voler essere qualunquisti a tutti i costi, lo sanno tutti che “un uomo senza pancia, è come un cielo senza stelle”.
Fonte: http://www.dailymail.co.uk/health/article-2329084/Are-nacho-tomato-string-bean-New-research-reveals-7-different-shapes-modern-man.html?ico=health%5Emostread
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