Joseph Pujol, 1857 - 1945 |
Ora però, dagli Stati Uniti, giunge una soluzione geniale per questo drammatico problema: il Flat-D, ossia il Flatulence Deodorizer, deodorante per flatulenze. Nella sostanza si tratta di una sorta di pannolino molto sottile, composto di fibra di carboni attivi, che va applicato sull’esterno delle mutande. Gli ideatori garantiscono sulla qualità del prodotto, anche se ci tengono a sottolineare che l’efficacia dello stesso ha un arco temporale limitato a massimo due tre giorni. Poco tutto sommato, considerando che ogni assorbi-odore costa circa dodici euro. Ad ogni modo, questo potrebbe davvero essere un grosso aiuto per tutti coloro che non riescono a padroneggiare con sicurezza la propria esuberanza aerea, e che dunque rischiano costantemente l’allontanamento e la riprovazione sociale. Che poi, ad essere sinceri questo è un argomento che dovrebbe riguardare un po’ tutta l’Umanità. Gli esperti infatti affermano che la maggior parte degli uomini ha fenomeni di flatulenza tra le 14 e le 25 volte al giorno, e anche le donne non fanno mancare il loro contributo alla causa, sebbene in maniera ridotta rispetto agli uomini: tra le 7 e le 12 volte al giorno. E così ben venga questa trovata: pensate, ogni assorbente può immagazzinare fino a 75 flatulenze. Certo per quanto riguarda il rumore associato all’emittenza, occorrerà industriarsi in qualche altra maniera: in fondo il prodotto copre solo l’odore. Per l’abbisogna eventualmente si consiglia di sviare le tracce con opportuni colpi di tosse (anche ripetuti), oppure con stridii di sedie e scrivanie, o anche alzando considerevolmente il volume di televisori, stereo e altri apparecchi elettronici.
Che poi, ad essere sinceri, non si capisce perché si debba fare tutto questa attenzione a tali manifestazioni corporali. Si dice “ma è maleducazione” e dunque non si fa. Eppure, senza voler essere imprudenti, si potrebbe ricordare qui alcuni esempi preclari di arte associata a tale argomento. Qualche anno fa in televisione andava in onda Cinico Tv, un programma in cui comparivano attori non professionisti alle prese con performance sceniche innovative e rivoluzionarie: memorabile l’interpretazione di Paviglianiti che scende da una scalinata, modello Vanda Osisir, e ogni tre scalini si ferma per sollevare leggermente la gamba destra e diffondere una portentosa vibrazione sfinterale. Ma anche nel campo della letteratura abbiamo mirabili trattati e romanzi che affrontano la questione. Qualche hanno fa, ad esempio, è stato ridato alle stampe L’arte di petare - ovvero il manuale del subdolo artigliere, una raccolta di straordinarie massime di autori come Luciano, Ermogene, Quintiliano, in grado di illuminare (e un po’ anche ossigenare) il lettore su quest’arte ingiustamente trascurata e vilipesa da sempre. E poi c’è l’intramontabile Serge Gainsbourg con il suo immenso Gasogramma, autobiografia nella quale l’autore racconta delle sue registrazioni sismografiche di flatulenze, tracciate con il pennino su pregiata carta canson: produzione artistica che gli varrà fama e ricchezza, oltre ad un fascino sessuale ineguagliabile. E per concludere, come non ricordare Il Petomane, film del 1983 interpretato da uno strepitoso Ugo Tognazzi. È curioso pensare che tale vicenda sia tratta da una storia vera. Nella realtà il petomane era tale Joseph Pujol, nato a Marsiglia nel 1857. La sua specialità era intrattenere gli spettatori riproducendo “suoni” di alcuni strumenti musicali. All’età di trent’anni era già considerato una star e nel 1892 portò in scena le sue prodezze al Moulin Rouge di Parigi. Tra i suoi cavalli di battaglia, pare che ci fosse la riproduzione di effetti sonori di colpi di cannone e temporali, oppure esecuzione di canzoni popolari come O sole mio e La Marsigliese. Spesso usava anche accompagnarsi con un’ocarina, opportunamente “soffiata” attraverso un tubo di gomma infilato nell’orifizio meno nobile. Si dice che tale fosse la sua arte che era in grado si spegnere una candela anche da una distanza di diversi metri. Ai suoi indimenticabili spettacoli si dice che abbiano assistito anche Re Edoardo VII, Re Leopoldo II del Belgio e Sigmund Freud.
Che dire, la prossima volta che andrò al teatro, saprò come comportarmi. E voglio anche l’applauso.
Nessun commento:
Posta un commento