E così, come da programma, siamo partiti venerdì mattina. Sul treno regionale (veloce per modo di dire…) c’erano Alessandra, Salvatore ed il mitico Leonardo. Lorenzo, per un problema dell’ultimo minuto, ha dovuto disertare l’appuntamento mattutino e ci ha raggiunto in serata. Io naturalmente, essendo di strada, sono salito a Lodi: 20 km. tanto per sgranchire un po’ le gambette.
La carrozza per il trasporto bici si trovava in testa al treno, ed era quasi completamente vuota. A parte la mia bici, e quella di Alessandra, ce n’erano ancora un paio. Salvo e Leonardo, del resto si erano già da tempo dichiarati bike-free: ed in fondo questo appuntamento si chiama sì “Biciclettata di Rimini”, ma la bici è anche un pretesto per ritrovarsi…! E Rimini offre molto altro a parte la bici…, soprattutto in questa bella stagione.
A Piacenza si cambia: altro regionale abilitato al trasporto bici. A bordo, tra gli altri passeggeri, troviamo un tizio che accompagna una ragazza cieca con un cane al guinzaglio. Sono padre e figlia. Ci chiede quanto manca per Forlì. E noi disgraziati…, gli rispondiamo. In effetti costui si rivelerà una delle persone più logorroiche che esperienza umana ricordi. Tra le altre cose ci racconta delle qualità canore della figlia, e delle sue molte partecipazioni a programmi televisivi e concorsi per “nuove voci”. Cerco a più riprese di dialogare con la ragazza, che peraltro è anche molto carina, ma il padre si mette sempre di mezzo.
Per fortuna Forlì arriva presto, e noialtri ripiombiamo nel nostro torpore soporoso da tradotta militare.
A Rimini scendono Salvatore e Leonardo. Alessandra ed io proseguiamo fino a Pesaro. Una volta giunti nella cittadina marchigiana, scendiamo anche noi e dopo aver raggiunto la zona portuale, attacchiamo la salita che ci condurrà alla “panoramica” per Gabicce.
La strada è pressoché deserta e noi affrontiamo le prime rampe con grande scioltezza. La salita prosegue per circa tre quattro chilometri e, una volta giunti in quota, cominciano ad aprirsi scorci panoramici che spaziano su tutta la riviera. Siamo ormai nel Parco Naturale del Monte di San Bartolomeo e l’ombra delle piante d’alto fusto ci ripara dal sole impietoso del primo pomeriggio. È il primo fine settimana di clima veramente estivo, e come al solito ci scopriamo ad aver scelto la settimana migliore per fare la nostra scorribanda al mare.
Terminata la salita dura, si susseguono una serie di saliscendi che accompagnano il profilo della costa: il mare è azzurro, in cielo non c’è nemmeno una nuvola e, sulla scogliera verdeggiante, spunta qua e là e il giallo intenso delle ginestre.
Superiamo un camping - con tanto di piscina - , un ristorante elegante e, senza accorgercene, siamo già a Fiorenzuola di Focara, un bel borgo medievale arroccato su di uno sperone roccioso a picco sul mare. Alessandra durante un tratto di discesa inghiotte pure un pappatacio bel grosso…, e rischia per un istante il soffocamento. Mi tocca rincuorarla: “Ma sì dai…, sono tutte proteine…”.
Si prosegue, e dopo aver superato Casteldimezzo, eccoci a Gabicce Monte. Breve sosta sulla terrazza panoramica che guarda verso Rimini, e via verso Gabicce Mare. Sul porto canale ci incontriamo con l’altra Alessandra, quella di Pescara. È un anno esatto che non ci vediamo. È arrivata a Rimini anche lei con treno più bici, ed ora ci è venuta incontro pedalando sul suo nuovissimo velocipede giallo. E così riprendiamo tutti e tre il cammino alla volta dell’albergo. Seguiamo tutto il lungomare, e sotto le nostre ruote sfilano le perle della riviera: Cattolica, Misano, Riccione, Rivazzurra. A Misano ritroviamo Salvo, giunto anch’egli incontro a noi grazie ad una delle biciclette dell’albergo.
La passeggiata è quanto di più rilassante si possa immaginare: la brezza che spira allegra dal mare ci recapita fragranze mediterranee che, mescolate a odori di creme solari, profumi di caffè da spiaggia e voci spensierate, fanno tanto “vacanza”. Sarebbe tutto un idillio appunto se Alessandra e le sue borse da bici…, non ci si mettessero di mezzo: scarto improvviso, cinghie non adeguatamente strette e sacca destra che finisce nei raggi della ruota posteriore. Rumore di pantaloni orrendamente strappati e sbrego di venticinque centimetri.
Quando il contachilometri della mia mountain-bike segna 50 esatti, entriamo a Marina Centro di Rimini: siamo arrivati.
Dopo una doccia più che necessaria e opportuna, diamo il via a uno dei riti più attesi: vale a dire l’aperitivo in spiaggia. Si cerca un locale che faccia alla bisogna, ma inevitabilmente, e quasi inconsciamente, ci avviciniamo al “Tripoli”, il ristorante prenotato per questa sera: evidentemente la fame comincia a farsi sentire. Qui ci offrono un cocktail di benvenuto, ed ovviamente non lo rifiutiamo. L’unica è l’Ale che, rigorosa e tradizionalista fino all’estremo, pretende uno spritz.
Ed è così che ci si trova con gli altri (Sara, Giulia, Elena, Alfio, Lorenzo, Walter, Umberto) intorno alla tavolata. Siamo in dodici - novelli apostoli della riviera - e proveniamo da tutta Italia: Friuli, Lombardia, Veneto, Emilia, Abruzzo, Lazio. Amicizie nate spesso per caso e saldate nel tempo dalla passione per tutto ciò che metaforicamente rappresenta la “Biciclettata di Rimini”.
La cena è ottima, soprattutto per quanto riguarda gli antipasti e i primi, e si prolunga fin oltre mezzanotte. È tardi, tutti a nanna: domani si pedala.
Il mattino successivo il gruppo si divide: otto inforcano la bicicletta e partono; gli altri - i più saggi - si dedicano alla vita da spiaggia.
La ciclabile del Marecchia ormai è un appuntamento fisso: molti di noi l’hanno già percorsa in lungo e in largo, e a più riprese, ma c’è sempre qualche nuovo arrivato (tipo quest’anno Giulia) che non l’ha sperimentata. E così, fintanto che ci sarà ogni anno qualcuno di nuovo aggiunto al gruppo, è destino che si debba percorrerla. D’altra parte la strada è proprio bella - immersa così com’è nella naturale bellezza del corso del fiume - che non è grosso sacrificio pedalare ancora sulla sua terra battuta.
Dopo circa venti chilometri altro appuntamento fisso: sosta presso il Parco di Villa Verrucchio, con immancabile battaglia intorno alla fontanella: quest’anno doccia quasi integrale per Alfio.
Abbandonata la ciclabile si prosegue sulla provinciale, fino alla rotonda: a destra si va verso Santarcangelo di Romagna; diritto c’è San Marino; a sinistra Verrucchio. Si sale tutti a Verrucchio (d’altra parte anche questa salitella fa parte della tradizione consolidata…).
Sosta pranzo a base di frutta fresca: pesche, albicocche e ciliegie.
Oggi fa molto caldo, ma ormai è deciso: si prosegue per San Marino. Il gruppo si sgrana ulteriormente: degli otto iniziali restiamo in cinque. Gli altri ripiegano verso Rimini, passando per Santarcangelo.
Lorenzo, Alessandra ed io partiamo subito forte nell’iniziale tratto in discesa; Alfio e Sara rimangono attardati. Ad un bivio leggiamo un cartello che indica San Marino e, abbandonata la provinciale, ci buttiamo a capofitto giù in discesa. Ci ritroviamo in un fondovalle profondo dal quale parte una salita spaventevole in terra bianca battuta. Ci guardiamo leggerissimamente preoccupati ed indecisi sul da farsi. Ed è proprio in questo preciso momento che arriva il soccorso insperato: Alfio telefona all’Ale e le dice di tornare su. Non è quella la strada giusta: ovviamente…! La risalita sulla provinciale è qualcosa di inenarrabile: un muro agghiacciante che supera abbondantemente il 20 per cento…! Per superarlo siamo costretti a proseguire zigzagando.
Da Gualdicciolo comincia la salita vera verso San Marino. Già dopo un chilometro ecco il primo schiaffone al 18 per cento: sono soli 500 metri, ma valgono per 50 chilometri sotto il sole spietato delle 13. Dopo questa faticaccia la strada spiana, ma solo per poco. Altri tratti al 10, all’11 per cento, si alternano a lunghi rettilinei al 6, 7 per cento. Non me la ricordavo così dura la salita a San Marino…! In tutto sono circa sette chilometri fin su, ma non finiscono mai. Ed io, come al solito, vado in crisi da fame nell’ultimo tratto.
E così, in una maniera o nell’altra, arriviamo in cima. Il centro storico è affollato all’inverosimile di turisti russi, e le strette viuzze che portano alla rocca sommitale sono impraticabili in bicicletta. Eppure, nonostante tutto, Alfio e Alessandra non demordono: per loro la sfida consiste nell’arrivare fin su in vetta senza mettere giù il piede. Persino sull’acciottolato finale che va su come una mulattiera dolomitica.
Alfio va, anche al costo di travolgere qualche biondaccia dell’est; l’Ale lo segue imperterrita. Ad una svolta, però, le si para davanti un gruppetto fitto di tartari del Volga. Non c’è più nulla da fare. Piede a terra e sfida persa. Con Alfio che dalla rocca le grida dietro frasi di scherno…! A ripagarsi del trattamento paritetico subito dall’Ale l’anno prima…!
Foto di rito e via verso il ritorno giù dalla statale a tutta velocità: il mare ci attende.
A fine pedalata il contachilometri segna 70: una bella sgambata…!
Il pomeriggio si conclude in spiaggia, con il primo bagno della stagione.
A sera ci si ritrova nuovamente al “Tripoli”. In verità la seconda cena era programmata in un altro ristorante, ma l’atmosfera vacanziera del “Tripoli”, collocato direttamente sulla spiaggia, ha avuto la meglio…! Questa volta ai dodici di ieri si aggiungono altri cinque “discepoli”: Vichy e Giorgio; Gilberto e Meri; Filippo. Sono tutte amicizie raccolte nel corso degli anni: con Vichy ad esempio abbiamo fatto un bellissimo viaggio in Calabria; Gilberto invece l’ho conosciuto durante un avventuroso trekking in Corsica; Filippo è un viaggiatore trans-oceanico e ha condiviso con Alfio esperienze nel sud-est asiatico…!
La cena, al pari della sera prima, è ottima. Tanto che qualcuno (Leonardo, detto il “divoratore infaticabile”) si concede anche un bel “rinforzino”, ovvero una pirofila gigante di strozzaprete gamberi e zucchine. Il tutto innaffiato da abbondanti caraffoni di vino bianco fresco. Si chiude con l’immancabile limoncello gelato d’ordinanza, alternato al liquore all’essenza di liquirizia: squisita.
Anche stavolta si è fatto assai tardi, e così ci si congeda carichi di stanchezza e soddisfazione. Non prima tuttavia di un ultimo mojito all’Opificio.
La mattina successiva libera uscita: ognuno fa un po’ quel che gli pare senza ordini di scuderia. D’altra parte sono le ultime ore di relax prima del rientro. Qualcuno fa ancora una sgambata in bici. Altri, la maggior parte, preferiscono fare due passi in spiaggia. Le due Alessandra(e) si congedano presto: hanno il treno a mezzogiorno; io ed altri invece ci tratteniamo ancora un paio d’ore. C’è ancora tempo per un bel bagno e per un pranzo come Dio comanda.
D’altra parte… si chiude sempre in bellezza…!
Alla prossima.
Perdonate la mia improvvisazione e inadeguatezza con l’arte della fotografia: non è il mio forte, e si vede. Aspetto di vedere le vostre foto. Soprattutto quelle di una certa pers(z)ona…!
Ciao e grazie di tutto a tutti.
Yanez (Oh Capitano, mio Capitano)
Meno male che non sei stato l’unico a fare le foto!
Week stupendo tutto perfetto al prossimo raduno a Rimini. Ma perché aspettare un anno???? Facciamo bis dopo l’estate, fine settembre.
PS. Nemmeno Alessandra fa foto cosi brutte :)
Lorenzo
Bravo Kirk, belle foto, il “rinforzino” di Leo è da premio Pulitzer!
Salvo
Bravo Lo! Ottima idea…! Magari anche prima della fine di settembre! Baci
Alessandra (Co)
Bellissimo week-end…! E appoggio la proposta di Lorenzo: perché non fare un bis ?
Un abbraccio a tutti.
Alessandra (Pe)
Bis anche per me. Ma Lago di Garda no?!
Grazie a tutti e buona settimana
Alfio
Per me va bene… basta concordare quando.
Ovviamente con avvicinamento !
Alessandra (Co)
All’Ale è venuta voglia di mare…
Yanez
È vero…, ma possiamo fare entrambe le cose!
Per il mare ho pensato a un tratto della Milano – Sanremo, bagno e cena al mare.
Alessandra (Co)
Approvo la proposta Lago di Garda e magari a metà settembre…! In tal caso aperitivo assicurato per festeggiare le mie primavere... ;-)
Sara
C’è bella gente al bagno 40…
Salvo
Splendida foto…! Ammazza quant’erano buoni ‘sti strozzaprete…
Yanez
Bella gente, soprattutto il tipo pettoruto e panciuto in minislip che si vede sullo sfondo…!fantastico!! :-)
Voi siete tutti bellissimi!
Giovanna
… la piadina un po’ meno, ma la compagnia ha fatto la differenza, quante risate!
Lorenzo
‘anfatti, concordo!
E prego Big Gil di far avere la foto a Mary, della quale non ho l’indirizzo.
E a Lorenzo: mi devi ancora cinque monete. Mica ci si siede a gratis davanti a Elena :-)
Salvo
Cinque mi sembrano troppe: posso arrivare a due se non ho le tasche bucate
Lorenzo
Vabbe’ dai, chiudiamo a tre: hai fatto pure piedino…
Salvo
Piedino con le scarpe: scarpe grosse, cervello fino (come Artemio).
Yanez
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