Il 4 giugno di vent’anni fa se ne andava nel sonno Massimo Troisi. Si dice che agli artisti, quelli veri intendo, bastino anche pochi anni per dimostrare tutto il loro talento, e per lasciare ai posteri i segni della loro immortalità. Eppure nulla riesce a consolarmi di questa perdita così prematura: oggi, come allora. Quarant’uno anni, questo è quanto è stato dato di vivere a Massimo Troisi: cos’altro avrebbe potuto regalarci se solo avesse avuto più tempo? L’arte della maturità…, ecco di cosa ci ha privato la sua morte.
Ci resta tutto il resto, e non è poco.
Ecco una piccola antologia delle sue frasi, tratte dai suoi film:
- Quando c’è l’amore c’è tutto.
- No, chell’ è ‘a salute!
- Ma senti, se a te ti torturassero come a quello del film, avresti parlato?
- Pe’ carità! A me non c’era nemmeno bisogno che mi torturavano: a me bastava che mi dicevano sulamente... per esempio: “Guarda che se non parli… forse ti torturiamo”. Immediatamente parlavo, scrivevo, cioè se non capevano facevo nu disegno…
- Vincè, io mi uccido: meglio un giorno da leone o cento giorni da pecora?
- Tonì, che ne saccio io da pecora o do lione: fa’ cinquanta juorne da orsacchiotto…
- Allora Vincè, vieni anche tu a vedere la Madonna che piange?
- No padre, cioè l’ho detto già, non è per cattiveria che non voglio venì, è nu periodo che proprio non… loro lo sanno. Mi sento abbattuto, triste, non lo so, nun c’ha facc a vedé altra gente che piange, veramente…
- Come gente? A’ Madonna che è, gente?
- No, che c’entra, mica voglio dire che la Madonna è… nun c’ha facc, è nu fatt mio, cioè so’ io che sto così, e voglio vede’ gente nu pocu cchiù… ca se fa… Sinceramente, se rideva ci venivo.
- Mi piace fare l’amore con te.
- Anche a me.
- E allora perché non me lo dici mai?
- Che significa? Se lo faccio, ca lo facciamo accussì, vuol dire che mi piace, no?
- Eh no.
- Come no? È mai visto ca mi so’ dato ‘na martellata sulla mano o mi so’ tagliato un orecchio? No. Sai perche? Perché non mi piace. È normale
- Ricordati che devi morire!
- Come?
- Ricordati… che devi morire!
- Va bene…
- Ricordati che devi morire!
- Sì, sì… no mo’ me lo segno: non vi preoccupate
- Da quando c’e lui… treni in orario, e tutto in ordine!
- Per far arrivare i treni in orario, mica c’era bisogno di nominarlo capo del Governo (Mussolini: ndr), bastava farlo capostazione.
- Uno sta a inventare una medicina contro la caduta dei capelli e contro il dolore in un paese dove uno senza capelli dice che la via della salvezza è il dolore.
- Io non leggo mai. Non leggo libri, cose… perche che comincio a leggere mo’ che so’ grande, che i libri sono milioni e milioni? Non li raggiungo mai, hai capito? Pecche io sono uno a leggere, loro sono milioni a scrivere.
- Mamma mia… io guarda, io non è che so’ contrario al matrimonio eh…, che non so’ venuto… Solo, non lo so, io credo che in particolare un uomo e una donna siano le persone meno adatte a sposarsi tra di loro, troppo diversi.
- Tommaso non ci si uccide per amore, basta saper aspettare.
- E allora io non mi uccido per amore, mi uccido per impazienza.
- Dai fatt ‘stu bagn e poi esci un’altra volta…
- Il bagno non me lo posso fare, non so nuotare!
- E che vuol dire? Che ti ho detto fatti una nuotata?
- Lasciatemi soffrire tranquillo: chi vi chiede niente a voi? Voglio solo soffrire bene; mi distraete, nun me riesco a concentrà con voi qui intorno a me: soffro poco, soffro male: nun me diverto.
- Uno dice viviamo insieme quando vuol dire che le cose non vanno. Infatti quando poi peggiorano dice: perché non ci sposiamo? Se proprio cominciate che non ce la fate più a… dice: facciamo un figlio, così… quando alla fine vi odiate, ma siete vecchi, dice: che ci lasciamo adesso che siamo vecchi? È quello il percorso…
- La poesia non è di chi la scrive, ma di chi se ne serve.
- Don Pablo, vi devo parlare, è importante: mi sono innamorato!
- Ah meno male, non è grave c’è rimedio.
- No no, che rimedio: io voglio stare malato…
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