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“Non preoccuparti della pioggia, lasciala cadere” (Marco Brignoli, Rifugio Baroni al Brunone, Sentiero delle Orobie Orientali)
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lunedì 15 ottobre 2012
La pubblicità "anima" del commercio...!
Venerdì pomeriggio ero in metropolitana diretto a Piazzale Lotto, dove avevo appuntamento con Alessandra e Simona. Ci attendeva il viaggio verso il Friuli per la festa di compleanno di Alfio. A breve il resoconto dettagliato dell’esperienza. Ebbene, ad un certo punto, quasi volessi cercare una via d’uscita dalla confusione e dalla calca della folla, ho cominciato a guardarmi intorno e a leggere i cartelli pubblicitari. E ad un tratto lo sguardo si è posato su quello di cui in foto. Ho creduto dapprima che si trattasse di uno scherzo e quindi mi sono lasciato andare ad un sorriso che, con i secondi, è divenuto una risata. Una risata molto sommessa naturalmente, date le occhiate severe che mi si puntavano addosso. E sì, purtroppo una persona non è libera di farsi una bella e sana risata senza che chi gli sta intorno non lo prenda per un malato di mente da internare al manicomio navale di Cogoleto.
E così ho letto e riletto quel cartello, non credendo ai miei occhi. “Stanchi della solita agenzia funebre?”. E già, in fondo tutti i giorni vi abbiamo a che fare, al mattino dal panettiere e al pomeriggio all’agenzia funebre. Ovvio. “Chiama per un preventivo gratuito”. Ma si, già dovevo passare al Mercatone per cambiare la sala da pranzo, mi faccio fare anche il preventivo per il funerale e non se ne parla più. D’altra parte ti danno anche il tavolinetto col registro firme e l’assistente di conforto. All inclusive.
Veramente incredibile il punto a cui siamo arrivati. Forse il pubblicitario che ha realizzato questi slogan ha inteso dare un senso d'ilarità alla faccenda. In tal caso potrebbe essere anche simpatica ed originale come comunicazione. Ma se così non fosse invece? Cambierebbe comunque poco. Chi guarda con interesse a questo cartello - mi sono detto alla fine - , a meno che non sia un potenziale suicida, di quelli che amano programmare tutto, lo fa evidentemente perché ha qualche parente, affine o conoscente in procinto di defungere. Certo anche la pubblicità che fa business sulla morte può essere in un certo senso utile, nonostante possa apparire di cattivo gusto. Ma poi ho anche pensato a tutte le persone malate, che sono obbligate a prendere i mezzi pubblici. Tutti coloro che non vedono speranze per la loro sofferenza, che hanno la consapevolezza della fine imminente, - o anche semplicemente che attraversano un momento psicologicamente difficile - come si sentiranno leggendo del supermarket del funerale? È pur vero, come scrive Cicerone che non c’è uomo, per quanto vecchio e malandato, che non pensi di poter vivere almeno un anno ancora, però ricordargli che quel tragico evento è pur sempre presente e dietro l’angolo, è veramente terrificante. La nostra società poi, ha talmente poca dimestichezza con la morte, che è riuscita quasi del tutto ad esorcizzarla. E’ scomparsa completamente dal nostro orizzonte, non ci si pensa e non se ne parla più: è un tabù assoluto. Nessuna generazione nella storia dell’Umanità ha mai avuto tanta paura della morte come la nostra. Anche e soprattutto perché ci siamo allontanati dalla Natura, e da tutto ciò che comporta il concetto di seme-frutto-seme (occorre che ci sia la morte del seme perché si abbia la vita). E poi, a fronte di tutto questo terrore della morte, compaiono queste pubblicità. Che ovviamente non riguardano noi che leggiamo…, ma altri. Sempre gli altri. Perché in fondo é proprio l’incertezza che ci permette di vivere, che ci rende tollerabile la vita. E quindi meglio ridere di quel cartello. Perché ridere, come ci insegnava Tiziano Terzani, è il miglior antidoto contro la morte e tutti i suoi speculatori.
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