(Arrangiatevi, Italia 1959) |
- Ma quale, quella sulle case chiuse? Sarà per far pagare le tasse alle prostitute…! Pur di non mettere in ordine i conti dello Stato, cioè smettere di rubare, farebbero di tutto.
- Già, però, mi sa che lo voto sto referendum. Almeno così tiri via dalla strada queste povere disperate.
- Ma per rinchiuderle in una casa con la scusa che “poverine stanno per strada…”. Mi sembra ci siano problemi più gravi. Forse il problema è chi le sfrutta (mafie varie) e quelli non li toccano come sappiamo, visto che ne fanno parte (stile bunga bunga…).
- Si, in effetti il problema potrebbe essere quello. Però con una buona legge e dei controlli efficaci… È tutta questione di volontà politica.
- Mah, a me sembra un alibi bell’e buono: in questa maniera si tutelano più i clienti che non queste poverette. Bisognerebbe lavorare sui valori, l’educazione, la sessualità. Altro che riaprire case chiuse. Il fenomeno delle baby prostitute, le modelle da bunga bunga, le vallette televisive che sperano di sistemarsi: tutto questo è il degrado in cui siamo precipitati. Tra l’altro i leghisti non hanno mai incontrato la mia simpatia. Sto paese sta veramente andando a puttane.
- Va be’, in Olanda, Germania, in Scandinavia esiste la prostituzione regolamentata. È il mestiere più vecchio del mondo…!
- Si ma sai come fanno le cose qui in Italia. Il livello dei politici è talmente basso: non mi fido più.
- Hai ragione a diffidare. Però anche l’immobilismo è inaccettabile. E poi la situazione è veramente di uno squallore indecente: non è più tollerabile vedere donne per strada, alla mercé di qualsiasi rischio e pericolo.
- Questi non faranno niente, sono davvero degli zombie, su questo ha ragione Grillo. I partiti hanno interessi ovunque, un perenne e capillare conflitto di interessi. Qualunque cosa toccano va contro i loro interessi. Sulle prostitute, il problema è che i benpensanti non le vogliono vedere sotto casa. Un po’ come gli zingari?
- Ma no, alt: a me non danno affatto fastidio. Tutt’altro. Mi dispiace per la loro condizione: d’inverno, d’estate, senza controlli sanitari, esposte ad ogni genere di rischio. E poi sono loro le prime che vorrebbero una normativa in questo senso.
- Non ci si preoccupa mai però della nostra cattiva educazione sessuale e dei motivi che spingono alla prostituzione. Poi credo che sto dibattito le donne, le femministe e certe prostitute “impegnate” lo abbiano già affrontato e non mi sembravano molto per le case chiuse. Spingono piuttosto per una normativa che superi la legge ‘Merlin’. Il referendum, se approvato, ci getterebbe istantaneamente in una situazione di caos. Il far west del sesso, a norma di legge. O meglio, non contra-legem.
- Si ma Fabio, la prostituzione non scomparirà mai dalla faccia della terra… Nè con l’educazione, né con le leggi. Ci conviviamo da sempre: c’è poco da fare. A sto punto tanto vale regolamentarla e renderla un po’ meno infernale per le donne che la subiscono o la cavalcano.
- Vado a firmare il referendum della Lega. Tu che ne pensi?
- Quello sulle case chiuse? L’importante è che emettano fattura. Certo le case chiuse andrebbero ad arginare il problema dello sfruttamento della prostituzione…
- La Chiesa è contraria
- E chi se ne frega della Chiesa. Ah, già: tu sei cattolico…
- La Chiesa dice che non si può, non è lecito, fare soldi vendendo e sfruttando il corpo delle persone. E tra l’altro la ‘Merlin’ è in linea con una serie di trattati internazionali che abbiamo controfirmato.
- Ma tanto lo vendono comunque quindi lecito o no è una pratica molto diffusa. Anzi il mestiere più antico del mondo.
- In realtà il referendum, abolendo la ‘Merlin’, riapre le case chiuse, ma rimane il problema della regolamentazione. Capisci…? Ci vorrebbe una nuova legge. Non un referendum. Altrimenti così, lo sfruttamento passa dalla strada alle case chiuse (che tra l’altro esistono già…! Vedi centri massaggi e club privati: fenomeno diffusissimo di cui solo di tanto in tanto parla la cronaca). Le solite cose all’italiana.
- Si ma forse soltanto l’onda emotiva legata ad un referendum popolare può accendere un riflettore su questo problema. Forse questo è davvero l’unico modo per aprire seriamente un dibattito e un confronto sulla questione.