Dice la tradizione biblica che l’assenza del lavoro, l’ozio, era la condizione della beatitudine del primo uomo sino alla sua caduta. L’inclinazione per l’ozio è rimasta immutata anche nell’uomo peccatore, ma la maledizione pesa sempre su di noi e non soltanto perché dobbiamo procurarci il pane col sudore della fronte, ma perché, per le nostre qualità morali, non possiamo essere nello stesso tempo oziosi e tranquilli; una voce misteriosa ci dice che l’essere oziosi è una colpa. Se l’uomo potesse trovare una condizione in cui, pur essendo ozioso, si sentisse utile come se stesse compiendo il suo dovere, ritroverebbe almeno un aspetto della beatitudine primitiva.
(Lev Nikolàevič Tolstòj, Guerra e pace, quarta parte - capitolo primo).
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