Massimo Fini è forse l'intellettuale più intelligente e profondo tra quelli che abbiamo in Italia. I suoi saggi (Il vizio oscuro dell'Occidente; Sudditi; Denaro sterco del demonio; La ragione aveva torto ect...) hanno anticipato di decenni l'analisi della crisi del nostro mondo. Nell'ultimo suo articolo pubblicato su Il Fatto Quotidiano, ci parla di un'Italia che non c'è più, di un modo di vivere che - a suo modo - aveva del poetico. Ed è con un bricciolo di nostalgia che ho letto queste righe che seguono, ricordo di un'esistenza che per qualche verso fortunato sono riuscito a vivere anch'io nei lontani anni dell'adolescenza.
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Bell'articolo, bella riflessione. Grazie Ya
RispondiEliminaCondivido, si stava meglio quando si stava peggio . . . però non sapevo che negli anni 30 la biciclette avessero le targhe !
RispondiEliminaSemplicità, pazienza, umiltà, impegno e magari un poco di entusiasmo sembra che siano cose non più di moda, oggi si deve essere per forza trendy supefighi polemici, mah!?
Grazie Ya, bacioni a tutti, a sett prox, porta canottierona di lana, farà freddo !