Carissimi,
E' vero, sono stati giorni di pioggia intensa. Ma ad ogni modo ci siamo divertiti.
Sabato sono stato il primo ad arrivare a Levanto, lasciata la borsa all'ostello sono partito subito da solo approfittando del fatto che il tempo reggesse. In tre ore sono arrivato a Vernazza senza fermarmi (la tabella dei sentieri dava 4h.....). C'erano molti escursionisti, quasi tutti inglesi. Nel primo pomeriggio sono tornato a Levanto con il treno. Nei pressi dell'ostello ho trovato Giovanna. Abbiamo fatto una passeggiata sulla spiaggia (come avevamo scritto molti e molti mesi fa sul Listone excell) ed abbiamo parlato a lungo sul molo "La Pietra" sotto Villa Agnelli. Alle 17.00 sono arrivati in auto Domenico e Vichy (due miei amici conosciuti in Valle d'Aosta) con Alessandra che proveniva dalla lontana Pescara. Alessandra di Como con la sua amica Simona sono giunte poco dopo. L'ostello è davvero bello e lo consiglio a tutti (Ospitalia del Mare). Breve passeggiata per le graziose viette di Levanto e poi aperitivo a base di Nero d'Avola e Cabernet. Cena dal solito Tumelin: magnifica (si consiglia - a parte i piatti di pesce naturalmente - la torta al cioccolato). Prima di andare a dormire io e Domenico, per ricordare i tempi del M.Bianco, siamo entrati in un pub alla moda e ci siamo bevuti un magnifico doppio cognac invecchiato di 16 anni.
Il giorno dopo il tempo reggeva ancora e quindi siamo partiti per il trekking. Ho anche sbagliato strada distratto dalle chiacchiere di Oh Ale...! Fortunatamente abbiamo perso solo 20 minuti. All'altezza di Punta Mesco è cominciata un'acquata da tregenda. Lungo la discesa il sentiero è diventato quasi un torrente in piena. C'era un vecchio inglese in palese difficoltà che faceva il percorso inverso e ci chiedeva come fosse la strada a salire: chissà se se l'è cavata.....! A Monterosso, ormai fradici, siamo entrati in un magnifico bar-ristorante sulla spiaggia e ci siamo concessi un pranzetto rigenerante con i fiocchi (qualcuno ha preso trofie al pesto e bruschette alle acciughe: fantastiche). La cosa più bella di quel locale era l'ampia vetrata che dava sul mare: la bufera urlava tutta la sua rabbia e sembrava di essere a Capo Nord. Nel pomeriggio siamo rientrati a Levanto. In ostello doccia bollente e siesta. Ha continuato a piovere per il resto della giornata, sempre più forte ed anche il ruscelletto che lambisce l'ostello rombava talemtne forte che sembrava diventato il Rio delle Amazzoni. Nel tardo pomeriggio aperitivo - questa volta a base di spritz-aperol. Ci siamo seduti sotto un tendone di un bar in centro e cullati dal rumore della pioggia ci siamo abbandonati a lunghe chiacchierate su letteratura, cinema, viaggi ed esperienze personali. Ovviamente si è parlato dell'imminente Capodanno. Qualcuno ha proposto Istambul, ma Oh Ale l'ha bocciata sostenendo che lì fa troppo freddo in quel periodo; qualcun altro ha lanciato l'idea di andare ad Asiago (albergo con centro benessere); altri hanno proposto Livigno (sci-ciaspole) o un rifugio in Austria. Vichy invece era sicurissima: il deserto del Marocco.
La cena questa volta si è svolta da Rino, ed è stata, se possibile anche migliore: a suggellare il tutto un bicchiere di sciachetrà.
La mattina dopo ancora pioggia (ormai non ne potevamo più...). L'alternativa era andare a visitare qualche paesino delle 5 Terre o al massimo un giretto per Sestri Levante. Ma data l'intensità delle precipitazioni alla fine abbiamo optato tutti per un rientro anticipato. Alle 11.00 treno per Milano. Domenico, Vichy ed Alessandra in auto.
Ad ogni modo è stato un bel w-e, a dispetto del tempo e delle distanze che hanno tentato in ogni modo di boicottare la nostra gita. Come ha detto giustamente Domenico: "che ci importata della pioggia.....noi veniamo a Levanto perchè ci piace l'idea di ritrovarci. Anche trascorrere del tempo insieme, fosse anche solo a parlare sotto un tendone dove tutto intorno piove, non è tempo perso: è tempo guadagnato". Ed io sono d'accordo con lui.
Yanez