Si tratta di "Un edificio che vola perché i volumi non toccano terra ed è leggero sulle sei colonne che lo reggono", come dice Renzo Piano.
Tanto leggero che per renderlo stabile hanno creato un enorme cubo di calcestruzzo sottoterra, inserendo nel terreno armature di metallo alte quaranta metri, scavando in basso per quattro piani, costruendo colonne provvisorie e montando gigantesche solette. Ci sono volute 87 ore consecutive di gettata e 1.280 betoniere. Il grattacielo sarà alto 166m, un metro in meno della Mole Antonelliana. Una gentilezza verso la signora del cielo di torino a cui non si vuole togliere il primato?
Scrive il Fatto Quotidiano:
"La più recente intervista di Renzo Piano sulla “sua” creatura è stata intitolata dalla Stampa sulla ” Leggerezza del grattacielo che non toccherà terra”. Un grattacielo volatile, per una grande banca. Ci vorrebbero invece banche coi piedi per terra e a misura d’uomo.
E non si capisce soprattutto perché adesso la classe dirigente di Torino si entusiasmi per espansioni di edilizia gigante “alla milanese” che la città si era finora saggiamente risparmiata."
Torino: come sarà
Torino: come è adesso
Oh santo cielo... speravo che Torino non arrivasse mai a seguire le scelte oscene di Milano in fatto di architettura...! E invece, a quanto pare non c'è limite al peggio.
RispondiEliminagià, e se tu guardi bene, nell'ultima fotina, ci sono quelle gru minacciose che sono all'opera proprio per il grattacielo. Tra un anno, se Dio vuole, rifaccio la foto e stiamo a vedere cosa ne è uscito...
RispondiEliminaNooooo!!!
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