Fantozzi andava al mare, amava la tranquilla solitudine della pesca con la canna. Per mesi preparava psicologicamente la moglie, prenotava in anticipo una piccola pensione familiare a prezzi modici sul litorale […]. Nella notte, la moglie di Fantozzi aveva preparato due thermos di acqua con le cartine e due frittate con le cipolle. Partirono all’alba per evitare gli ingorghi. Partì veloce con la sua nuvola da impiegato implacabile. Le strade, data l’ora antelucana, erano deserte. Disse alla moglie: «Hai visto…, non c’è nessuno…». Non finì la frase. Sentì come un rumore di onda di piena: ecco tutti gli altri che si lanciavano con le loro utilitarie verso il litorale. Ognuno aveva la sua nuvola personale. Si ingorgarono subito in maniera decisiva. Ci furono duelli rusticani al cacciavite e duri giudizi sulle madri […].
Fantozzi non faceva il bagno perché non era mai riuscito a galleggiare e considerava Archimede un vecchio pazzo […]. Era bianchissimo, solo sulle spalle aveva due tremende ustioni da sole e sembrava un semaforo […]. Nella notte ritornò in città dopo essersi “cacciavitato” a lungo con delle colonne che cercavano di raggiungere il mare.
Si tratta di alcuni brani tratti dal libro Fantozzi, pubblicato da Rizzoli nel lontano 1971. Non tutti lo sanno, ma la saga del triste e sfortunato ragioniere, prima di essere un grande successo cinematografico, fu uno straordinario best seller. Il volume vendette qualcosa come un milione di copie in pochi mesi.
Villaggio in questo scritto scoppiettante, ci racconta delle vacanze di Fantozzi, a partire dall’agghiacciante accaparramento del “periodo buono” - vale a dire le due settimane centrali di agosto - , con tanto di “prospetto ferie”, che la signorina ha cominciato a preparare da marzo in un foglio di carta millimetrato.
E poi viene il clou, vale a dire l’azione, il viaggio, la scelta del momento migliore in cui partire, le vettovaglie, la minerale fatta con le cartelle, l’euforia e la delusione. Con tanto di “cacciavitate”.
Sono passati oltre quarant’anni da allora, eppure l’esodo per le vacanze degli italiani è cambiato di poco. Da decenni ormai si parla di “partenze intelligenti”, eppure come ogni estate, ci si ritrova a fare i conti con interminabili code in autostrada, ritardi mostruosi, stress e amare considerazioni sullo stato delle cose. Che poi, già parlare di partenze intelligenti è un non senso: se tutti dessero retta alle indicazioni “intelligenti”, non ci si ritroverebbe forse imbottigliati alla stessa maniera? Unica differenza sarebbe, invece di trovarsi incolonnati al mattino, ci si troverebbe bloccati alla sera (o viceversa). Sai che vantaggio…!
Come quella volta che, fermo e in preda ad una quasi crisi isterica nel tratto autostradale Rimini - Bologna, decisi di uscire e fare la statale. Ottima idea, ottima compagnia: milioni di automobili una dietro l’altra. Almeno la metà di tutti gli automobilisti presenti su quel tratto, avevano ragionato alla mia stessa maniera. Come a dire che se ti viene in mente una buona idea, è assai probabile che l’abbiano avuta anche altri…!
Ad ogni modo, ci dicono le ultime ricerche, la situazione sta migliorando. E non già perché siano cambiate le abitudini (non ce n’è…, le ferie continueremo a farle tutti ad agosto…), ma semplicemente perché la crisi ha fatto si che 2 italiani su 3 non andranno in vacanza. E dunque anche quegli ingorghi mostruosi degli anni passati dovrebbero essere archiviati.
Come che sia, stando a quello che dicono gli esperti, coloro che si metteranno al volante per raggiungere le mete turistiche, non sono affatto preparati per il lungo viaggio. Stanchezza, mancanza di abitudine alle lunghe distanze, alimentazione sbagliata: questi sarebbero i problemi maggiori. A dircelo è una ricerca condotta da In a Bottle, basata sulle considerazioni fatte da circa 80 esperti tra medici, nutrizionisti e dietologi. Secondo gli esperti gli italiani si mettono alla guida ignorando le loro condizioni psico-fisiche (65%), affrontano la partenza troppo stanchi (49%), si rimpinzano di cibo o, al contrario non mangiano nulla (47%) e non si curano del caldo e delle condizioni atmosferiche (46%), non portano a bordo sufficienti bottiglie d’acqua minerale (42%) rischiando disidratazione, colpi di sonno e di calore.
Perbacco, altro che Fantozzi…! E dunque, di fronte a una tale drammatica incompetenza, ecco pronto il decalogo degli esperti per un viaggio sicuro e consapevole:
1) Partire sempre riposati.
2) Alternare la guida a momenti di pausa e relax (è fondamentale fare delle soste per riattivare la circolazione e rilassarsi dalla tensione causata dalla guida: ogni due ore di guida, almeno 10 minuti di sosta).
3) No a follie alimentari (meglio alternare pasti leggeri ma frequenti, ricchi di frutta e verdura).
4) Integrare la perdita di sali minerali dovuti alla sudorazione.
5) Non abusare di stimolanti, come la caffeina.
6) Scegliere con cura l’abbigliamento adatto per il viaggio.
7) Fare attenzione agli sbalzi di temperatura (mai esagerare con l’aria condizionata, la differenza tra la temperatura interna ed esterna non dovrebbe mai essere superiore ai 10 gradi. L’aria secca, inoltre, aumenta il processo di disidratazione del corpo).
8) Bere spesso durante tutto il viaggio (bere in continuazione piccole quantità d’acqua per evitare il rischio disidratazione).
9) Attenzione all’alcool.
10) Scegliere l’orario migliore per intraprendere il viaggio (valutando i pro e i contro: compresi eventuali colpi di sonno).
Fonte: http://www.sanpellegrino-corporate.it/in-a-bottle-esodo-estivo-rischi-e-decalogo-degli-esperti.aspx
Nessun commento:
Posta un commento