Dal 23 al 25 marzo, presso Vicopisano (PI), si è tenuta la Festa del Camminare dell'associazione "Le Vie dei Canti". Ci sono state escursioni guidate, conferenze, grandi mangiate in allegria ed altro. Una festa completa direi. Domenica le guide hanno presentato i loro viaggi. In quest'ambito sono stato invitato dall'amico Barbagallo a presentare "Sulle orme di Francesco". Dopo la lettura di alcuni brani del libro c'è stata un'intervista doppia: Maurizio intervistava lo scrittore ed io intervistavo la guida.
leggi l’intervista doppia integrale
Prova
“Non preoccuparti della pioggia, lasciala cadere” (Marco Brignoli, Rifugio Baroni al Brunone, Sentiero delle Orobie Orientali)
Pagine
mercoledì 28 marzo 2012
lunedì 19 marzo 2012
Roma mon amour
Ecco a voi il reportage veloce sulla bella gita a Roma, in occasione della Maratana cui ha partecipato il grande Lorenzo.
16 marzo
Arrivo alle 14.00. Subito al b&b in via Emanuele Filiberto, sopra fermata del metro Manzoni. Pranzo alle 15.00 presso trattoria “Antica Roma”: spaghetti cacio e pepe, tiramisù. Dopo pranzo incontro con Simona a P.za Vittorio. Passeggiata fino a Santa Maria Maggiore. Con metro fino a Eur Fermi per ritiro pettorale gara di Lorenzo. Incontro con Walter. Con metro fino in centro: passeggiata lungo i Fori Imperiali, Altare della Patria, P.za Venezia, P.za di Spagna, Ara Pacis. A P.za di Spagna metro fino a Manzoni, b&b. Cena in zona San Lorenzo con la mia amica Teresa, conosciuta durante il mio primo trekking svolto in Bretagna.
17 marzo
Arrivo di Elena alle 06.30, dopo un viaggio in treno di notte. Dopo colazione, miserrima, lunga passeggiata fino a Santa Maria Maggiore con visita alla basilica (una delle quattro Basiliche Sacre di Roma, insieme a San Pietro, San Giovanni in Laterano e San Paolo fuori le mura). Mi ha fatto tornare in mente Sant’Apollinare di Ravenna (infatti è in stile bizantino). A piedi fino al Colosseo e poi lungo i Fori Romani e il Mercato Traianeo. Incontro con Walter all’Altare della Patria. A passeggio lungo P.za Navona, P.za del Pantheon, Senato, P.za Montecitorio. Pranzo presso l’Antica Focacceria di San Francesco: tutto a base di cucina siciliana (caponata, arancini, pasta con le sarde, pasta con pesce spada etc…). Nel pomeriggio salita a Trinità dei Monti, Pincio e infine relax a Villa Borghese. Ritorno a P.za di Spagna e con metro fino a Ottaviano. Incontro col grande Alessandro Lisi, amico e scrittore di thriller (Il segreto del demoniaco dottor Alker). San Pietro in notturna. Aperitivo al “Delfino” e cena in P.za Campo dei Fiori. Incontro con Sara, amica di Lorenzo (febbricitante e tremendamente in ritardo a causa della tragica carenza di posti auto nella zona). Sulla via del ritorno caffè da Eustacchio. Incrociamo Simona per un breve saluto e poi di corsa verso il b&b. Davanti all’Altare della Patria lasciamo Walter in attesa che il “notturno” lo riporti a casa. Siamo stanchissimi, sono le due e tra qualche ora il povero Lorenzo dovrà affrontare quarantadue chilometri di corsa.
18 marzo
La sveglia di Lorenzo suona alle 06.00. Rapida colazione con gli altri maratoneti e via verso i “sogni di gloria”. Elena ed io invece solo verso i sogni. Infatti ci svegliamo quasi alle 10.00. Colazione giù al bar con la famosa “bomba alla crema pasticcera”. Passeggiata fino a San Giovanni in Laterano e messa in latino (bellissima…). Poi, seguendo vie misteriose, arriviamo a San Giovanni e Paolo al Celio. Lunga telefonata di Alessandra e proposito di viaggio in bici ad agosto (forse Via Francigena da Pavia a Roma). In zona Colosseo sfilano i maratoneti ormai ad un passo dal traguardo. Ci incontriamo con Walter. In attesa di avere notizie di Lorenzo, un corridore si accascia al suolo. Lo soccorro insieme ad un altro spettatore. Walter si allontana: “Oddio… oddio…, ste scene non le posso vede’…”. Lorenzo si fa vivo: sta andando direttamente al b&b: è stravolto e ha maturato l’idea che questa sia stata per lui l’ultima maratona. Lo raggiungiamo per consegnargli le chiavi. Si dilegua subito barcollando, ha un’espressione stravolta, l’inguine fortemente infiammato, e gli occhiali appannati. Elena, Walter ed io, passeggiando lungo via Merulana, ci imbattiamo in una pizzeria al taglio. Ne prendo una buona porzione sia di quella al pomodoro, sia di quella ai funghi porcini e salsiccia. Quest’ultima trasuda olio in maniera preoccupante. Non la finisco, ma l’incarto per portarla a Lorenzo. Sulla via del ritorno ci gustiamo un buon gelato artigianale. Walter prende il pistacchietto e la nocciola. Dice che il pistacchietto è buono e quindi la gelateria supera a pieni voti la prova. Tornati al b&b cerco di mollare la pizza a Lorenzo, ma questi per poco non me la tira in faccia. Alle 16.40 salutiamo Walter (che amico ragazzi…, veramente una persona rara…) e con la metro raggiungiamo Stazione Termini. Elena parte con l’Euro Star per Verona. Lorenzo ed io l’accompagniamo al treno e vedendola scomparire nel vagone diventiamo subito molto tristi. Per tirarci su mangiamo un gelato al cioccolato fondente. Un attimo prima di salire sulla nostra “Freccia Rossa”, Lorenzo simula abilmente lo smarrimento del biglietto. A bordo una famigliola ci ciula i nostri posti, relegandoci in due poltrone incassate nella zona cessi. Siamo ancora più tristi, però abbiamo ancora la pizza unta con noi. Lorenzo declina nuovamente l’offerta ed io la divoro imbrattandomi fino alle orecchie. Il viaggio vola via veloce, allietato dalla simpatia di un gruppo di non vedenti che si raccontano delle loro vite. A Milano Rogoredo scendo. Un regionale veloce mi riporta a Lodi dove ho la macchina. Lorenzo a Porta Garibaldi ha la coincidenza per Usmate che non è certo la Città Eterna, ma c’ha pur sempre il suo fascino. E domani a lavoro.
Ciao Roma.
16 marzo
Arrivo alle 14.00. Subito al b&b in via Emanuele Filiberto, sopra fermata del metro Manzoni. Pranzo alle 15.00 presso trattoria “Antica Roma”: spaghetti cacio e pepe, tiramisù. Dopo pranzo incontro con Simona a P.za Vittorio. Passeggiata fino a Santa Maria Maggiore. Con metro fino a Eur Fermi per ritiro pettorale gara di Lorenzo. Incontro con Walter. Con metro fino in centro: passeggiata lungo i Fori Imperiali, Altare della Patria, P.za Venezia, P.za di Spagna, Ara Pacis. A P.za di Spagna metro fino a Manzoni, b&b. Cena in zona San Lorenzo con la mia amica Teresa, conosciuta durante il mio primo trekking svolto in Bretagna.
17 marzo
Arrivo di Elena alle 06.30, dopo un viaggio in treno di notte. Dopo colazione, miserrima, lunga passeggiata fino a Santa Maria Maggiore con visita alla basilica (una delle quattro Basiliche Sacre di Roma, insieme a San Pietro, San Giovanni in Laterano e San Paolo fuori le mura). Mi ha fatto tornare in mente Sant’Apollinare di Ravenna (infatti è in stile bizantino). A piedi fino al Colosseo e poi lungo i Fori Romani e il Mercato Traianeo. Incontro con Walter all’Altare della Patria. A passeggio lungo P.za Navona, P.za del Pantheon, Senato, P.za Montecitorio. Pranzo presso l’Antica Focacceria di San Francesco: tutto a base di cucina siciliana (caponata, arancini, pasta con le sarde, pasta con pesce spada etc…). Nel pomeriggio salita a Trinità dei Monti, Pincio e infine relax a Villa Borghese. Ritorno a P.za di Spagna e con metro fino a Ottaviano. Incontro col grande Alessandro Lisi, amico e scrittore di thriller (Il segreto del demoniaco dottor Alker). San Pietro in notturna. Aperitivo al “Delfino” e cena in P.za Campo dei Fiori. Incontro con Sara, amica di Lorenzo (febbricitante e tremendamente in ritardo a causa della tragica carenza di posti auto nella zona). Sulla via del ritorno caffè da Eustacchio. Incrociamo Simona per un breve saluto e poi di corsa verso il b&b. Davanti all’Altare della Patria lasciamo Walter in attesa che il “notturno” lo riporti a casa. Siamo stanchissimi, sono le due e tra qualche ora il povero Lorenzo dovrà affrontare quarantadue chilometri di corsa.
18 marzo
La sveglia di Lorenzo suona alle 06.00. Rapida colazione con gli altri maratoneti e via verso i “sogni di gloria”. Elena ed io invece solo verso i sogni. Infatti ci svegliamo quasi alle 10.00. Colazione giù al bar con la famosa “bomba alla crema pasticcera”. Passeggiata fino a San Giovanni in Laterano e messa in latino (bellissima…). Poi, seguendo vie misteriose, arriviamo a San Giovanni e Paolo al Celio. Lunga telefonata di Alessandra e proposito di viaggio in bici ad agosto (forse Via Francigena da Pavia a Roma). In zona Colosseo sfilano i maratoneti ormai ad un passo dal traguardo. Ci incontriamo con Walter. In attesa di avere notizie di Lorenzo, un corridore si accascia al suolo. Lo soccorro insieme ad un altro spettatore. Walter si allontana: “Oddio… oddio…, ste scene non le posso vede’…”. Lorenzo si fa vivo: sta andando direttamente al b&b: è stravolto e ha maturato l’idea che questa sia stata per lui l’ultima maratona. Lo raggiungiamo per consegnargli le chiavi. Si dilegua subito barcollando, ha un’espressione stravolta, l’inguine fortemente infiammato, e gli occhiali appannati. Elena, Walter ed io, passeggiando lungo via Merulana, ci imbattiamo in una pizzeria al taglio. Ne prendo una buona porzione sia di quella al pomodoro, sia di quella ai funghi porcini e salsiccia. Quest’ultima trasuda olio in maniera preoccupante. Non la finisco, ma l’incarto per portarla a Lorenzo. Sulla via del ritorno ci gustiamo un buon gelato artigianale. Walter prende il pistacchietto e la nocciola. Dice che il pistacchietto è buono e quindi la gelateria supera a pieni voti la prova. Tornati al b&b cerco di mollare la pizza a Lorenzo, ma questi per poco non me la tira in faccia. Alle 16.40 salutiamo Walter (che amico ragazzi…, veramente una persona rara…) e con la metro raggiungiamo Stazione Termini. Elena parte con l’Euro Star per Verona. Lorenzo ed io l’accompagniamo al treno e vedendola scomparire nel vagone diventiamo subito molto tristi. Per tirarci su mangiamo un gelato al cioccolato fondente. Un attimo prima di salire sulla nostra “Freccia Rossa”, Lorenzo simula abilmente lo smarrimento del biglietto. A bordo una famigliola ci ciula i nostri posti, relegandoci in due poltrone incassate nella zona cessi. Siamo ancora più tristi, però abbiamo ancora la pizza unta con noi. Lorenzo declina nuovamente l’offerta ed io la divoro imbrattandomi fino alle orecchie. Il viaggio vola via veloce, allietato dalla simpatia di un gruppo di non vedenti che si raccontano delle loro vite. A Milano Rogoredo scendo. Un regionale veloce mi riporta a Lodi dove ho la macchina. Lorenzo a Porta Garibaldi ha la coincidenza per Usmate che non è certo la Città Eterna, ma c’ha pur sempre il suo fascino. E domani a lavoro.
Ciao Roma.
lunedì 5 marzo 2012
Lucio Dalla
Dialogo tra due amici sul grande artista bolognese morto il primo marzo.
«La morte di Lucio Dalla, grande musicista e bravissimo poeta, mi ha addolorato moltissimo. Sono cresciuto lunghi anni con le sue bellissime canzoni e l'ho amato moltissimo. Quando un artista contribuisce in maniera così sentita alla crescita emotiva di una persona è impossibile che questa la dimentichi, anzi, sente l'artista come parte di sé. Con la morte di Lucio è morta anche una parte di me... Non dimenticherò mai le straordinarie emozioni che mi hanno dato le sue canzoni, gli amori che collego alle sue liriche...! Povero Lucio, se n'è andato senza avvisarci, in una camera d'albergo, solo, proprio come è successo a Caruso, al quale si è ispirato per la sua immortale canzone. Sarà un semplice caso, ma forse qualcuno aveva già stabilito per lui la stessa fine dei grandissimi...».
«Non so, non mi convince. Qualche settimana fa è morta anche Whitney Houston. Appena sentita la notizia mi ha colpito. Era la mia cantante preferita durante gli anni fine '80 inizi '90. Aveva una voce meravigliosa, potente e melodiosa, oltre che una presenza fisica immensa. Pensavo che mi avrebbe sconvolto questa cosa e invece, sorprendendomene, sono rimasto quasi indifferente. Così come per la morte di Lucio Dalla. Non che disprezzassi la sua arte, anzi alcune canzoni le reputo dei veri capilavoro. Ma il fatto è che, probabilmente, per me queste persone erano già morte da molto tempo. La Houston ormai era scomparsa dalla scena, Lucio, nonostante qualche ultimo sprazzo, aveva dato il meglio di se nei lontanissimi anni '70-'80, epoca in cui, peraltro, ero ancora troppo piccolo per apprezzarlo “in diretta”. In fondo, artisticamente intendo, era già morto anche lui. Scompari dalla scena ed è come se te ne fossi andato, sepolto vivo dall'indifferenza. Forse è che sto diventando sempre più cinico con l'andare avanti dell'età, però proprio non mi appassionano queste lunghe commemorazioni, infarcite di personaggi più o meno noti, che affettando sguardi commossi e frasi di circostanza, non fanno altro che bearsi della loro presenza in televisione, risplendendo di luce riflessa. Anzi, mi da proprio fastidio...! Mi chiedo: un commento di Gianni Morandi o Roberto Vecchioni aggiunge o toglie qualcosa alla figura di uomo e di artista di Lucio Dalla? E non sarebbe più dignitoso un silenzio discreto, un rifiutare per una volta i riflettori? E invece la smania di apparire, la foga di essere ripresi e di entrare nelle case degli italiani (che in ultima analisi vuol dire vendere e fare soldi) non permette di capire che di fronte al grande mistero della morte non c'è che un unico modo di comportarsi: la presenza silenziosa».
«La morte di Lucio Dalla, grande musicista e bravissimo poeta, mi ha addolorato moltissimo. Sono cresciuto lunghi anni con le sue bellissime canzoni e l'ho amato moltissimo. Quando un artista contribuisce in maniera così sentita alla crescita emotiva di una persona è impossibile che questa la dimentichi, anzi, sente l'artista come parte di sé. Con la morte di Lucio è morta anche una parte di me... Non dimenticherò mai le straordinarie emozioni che mi hanno dato le sue canzoni, gli amori che collego alle sue liriche...! Povero Lucio, se n'è andato senza avvisarci, in una camera d'albergo, solo, proprio come è successo a Caruso, al quale si è ispirato per la sua immortale canzone. Sarà un semplice caso, ma forse qualcuno aveva già stabilito per lui la stessa fine dei grandissimi...».
«Non so, non mi convince. Qualche settimana fa è morta anche Whitney Houston. Appena sentita la notizia mi ha colpito. Era la mia cantante preferita durante gli anni fine '80 inizi '90. Aveva una voce meravigliosa, potente e melodiosa, oltre che una presenza fisica immensa. Pensavo che mi avrebbe sconvolto questa cosa e invece, sorprendendomene, sono rimasto quasi indifferente. Così come per la morte di Lucio Dalla. Non che disprezzassi la sua arte, anzi alcune canzoni le reputo dei veri capilavoro. Ma il fatto è che, probabilmente, per me queste persone erano già morte da molto tempo. La Houston ormai era scomparsa dalla scena, Lucio, nonostante qualche ultimo sprazzo, aveva dato il meglio di se nei lontanissimi anni '70-'80, epoca in cui, peraltro, ero ancora troppo piccolo per apprezzarlo “in diretta”. In fondo, artisticamente intendo, era già morto anche lui. Scompari dalla scena ed è come se te ne fossi andato, sepolto vivo dall'indifferenza. Forse è che sto diventando sempre più cinico con l'andare avanti dell'età, però proprio non mi appassionano queste lunghe commemorazioni, infarcite di personaggi più o meno noti, che affettando sguardi commossi e frasi di circostanza, non fanno altro che bearsi della loro presenza in televisione, risplendendo di luce riflessa. Anzi, mi da proprio fastidio...! Mi chiedo: un commento di Gianni Morandi o Roberto Vecchioni aggiunge o toglie qualcosa alla figura di uomo e di artista di Lucio Dalla? E non sarebbe più dignitoso un silenzio discreto, un rifiutare per una volta i riflettori? E invece la smania di apparire, la foga di essere ripresi e di entrare nelle case degli italiani (che in ultima analisi vuol dire vendere e fare soldi) non permette di capire che di fronte al grande mistero della morte non c'è che un unico modo di comportarsi: la presenza silenziosa».
sabato 3 marzo 2012
In bici sulle strade dei treni
Domenica 4 marzo ricorre la 5à Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate. Viviamo giorni in cui le notizie drammatiche provenienti dalla Val Susa ci allarmano non poco. Devo dire onestamente che fino a non molto tempo fa non mi appassionavo molto a questo argomento e, nella migliore delle ipotesi, mi limitavo a reputare puntiglio esasperato la protesta dei valligiani. Da qualche settimana invece ho cominciato a informarmi, anche perché non farlo, dopo che la gente comincia a rischiare la vita, sarebbe comportamento poco civile. Ebbene ho maturato l'idea che, usando le parole di Villaggio, la Tav sia una cazzata pazzesca. E' anti-economica, rischiosa per la salute, fuori dal tempo (il progetto risale a ventuno anni fa e non tiene più conto dei cambiamenti intervenuti ad oggi in fatto di trasporto), inutile e costosissima. Credo che il Governo italiano farebbe bene a ripensare seriamente tutto il piano trasporti nazionale, invece di usare il pugno duro con popolazioni inermi che non fanno altro che difendere la loro terra. E invece, a quanto pare, si proseguiranno i lavori purtroppo: per pura informazione ci tengo a ricordare che i francesi, dall'altra parte delle Alpi, non hanno neanche realizzato al momento il progetto definitivo. Si sono limitati a fare due scavi di sondaggio per vedere cosa contenevano le viscere della montagna e hanno chiuso subito tutto. Mica fessi loro.
Ad ogni modo, pensiamo in positivo: come detto domenica sarà la Giornata delle Ferrovie Dimenticate. Ci fu un tempo in cui il treno ha fatto l'Unità d'Italia, senza pensare ai costi. Oggi purtroppo tutto gira intorno al dio denaro e quindi si taglia ciò che non rende. Già a partire dagli anni '60 gran parte dei tratti di ferrovia non remunerativi furono messi fuori esercizio e ad oggi ci sono centinaia di chilometri di massicciate pronte a diventare green way. Sono progetti che proseguono lentamente, ma che spianano la via ad un turismo finalmente ecologico e a contatto con la natura. Alcune tratte, come quella che da da San Lorenzo corre fino a San Remo, sono letteralmente a picco sul mare (approfondimento). Una meraviglia assoluta. Speriamo che un giorno finalmente si possa raggiungere in bicicletta ogni parte d'Italia percorrendo strade ciclabili silenziose, pulite e sicure, senza rischiare di essere arrotati ad ogni momento. Viva la bicicletta.
(leggi l’articolo de La Repubblica)
(Marco Travaglio ci parla dell’Alta Velocità, o meglio Alta Voracità)
Ad ogni modo, pensiamo in positivo: come detto domenica sarà la Giornata delle Ferrovie Dimenticate. Ci fu un tempo in cui il treno ha fatto l'Unità d'Italia, senza pensare ai costi. Oggi purtroppo tutto gira intorno al dio denaro e quindi si taglia ciò che non rende. Già a partire dagli anni '60 gran parte dei tratti di ferrovia non remunerativi furono messi fuori esercizio e ad oggi ci sono centinaia di chilometri di massicciate pronte a diventare green way. Sono progetti che proseguono lentamente, ma che spianano la via ad un turismo finalmente ecologico e a contatto con la natura. Alcune tratte, come quella che da da San Lorenzo corre fino a San Remo, sono letteralmente a picco sul mare (approfondimento). Una meraviglia assoluta. Speriamo che un giorno finalmente si possa raggiungere in bicicletta ogni parte d'Italia percorrendo strade ciclabili silenziose, pulite e sicure, senza rischiare di essere arrotati ad ogni momento. Viva la bicicletta.
(leggi l’articolo de La Repubblica)
(Marco Travaglio ci parla dell’Alta Velocità, o meglio Alta Voracità)
venerdì 2 marzo 2012
Le gru sorvolano Venezia
Sul sito del Corriere della Sera hanno pubblicato un video girato dalla BBC sul volo delle gru su Venezia. E' poesia pura. "VENEZIA — L'hanno seguito per tre giorni in lungo e in largo attraverso i cieli del Lido. Tre gru dall'inconfondibile collo affusolato, impegnate a volare fedelmente dietro a un deltaplano adottato come mamma. La soluzione del mistero dell’avvistamento nei cieli del Lido degli esotici animali è in un documentario della Bbc, la tv pubblica inglese, sulla migrazione dall’Africa. Il deltaplano nell'aprile del 2011 aveva tracciato la rotta, come avviene abitualmente negli stormi degli uccelli migratori, e intanto l’operatore riprendeva il volo degli uccelli. Al termine di ogni volo, gli uccelli erano stati ricondotti dal deltaplano presso l'aeroporto Nicelli e da lì sistemati in apposite gabbie. Alcuni anni fa un ricercatore in deltaplano condusse un piccolo stormo di gru dall'Austria fino alla Venezia. Ora il documentario è online"
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