Prova


Non preoccuparti della pioggia, lasciala cadere” (Marco Brignoli, Rifugio Baroni al Brunone, Sentiero delle Orobie Orientali)

lunedì 24 novembre 2014

GENERALE “INVERNO”

Amici,
I due intrepidi romani, alle prese con il giro del mondo in bicicletta, sono arrivati in Cappadocia: “Siamo stati sfortunati… tre giorni in Cappadocia, ma praticamente non siamo riusciti a vederla! Pioggia, neve, vento e nebbia! Benvenuto inverno!” (Simona e Daniele).
BRRRR che freddo… Ma ve l’immaginate che significa trascorrere tutto l’inverno in giro in bicicletta…? La notte dormire nella tenda…!?!?! E sono ancora in Turchia: pensate quando arriveranno in Russia, in pieno GENERALE INVERNO. Ammazza che coraggio…
(Yanez)

Sì, un coraggio al limite della follia che solo l’ammore (quello vero, con due m) può alimentare. Finché dura. Io, dal calduccio del mio divano, mi permetto di affermare che i due intrepidi hanno commesso un errore nella tempistica della programmazione: come tutti quelli che hanno sfidato le steppe della Russia, avrebbero dovuto infatti lasciare i nostri lidi in primavera, in modo da esser lì all’inizio dell’estate… Comunque, secondo me, nun je la fanno. Troppo freddo. Troppi chilometri. “Dura no, dura minga!”
(Salvo)

Hanno calcolato di passare l’inverno in Russia per essere in primavera in Nepal per fare il passo più alto del giro a 5000 metri.
(Lorenzo)

Esattamente, hanno scelto questa tempistica (che può apparire assurda… ed è assurda…, ma ha una sua logica) perché transitando dalla Russia in pieno inverno, riusciranno - sempre se tutto va secondo i piani - a raggiungere l’Himalaya in primavera inoltrata: vale a dire nel momento giusto per affrontare il passo di montagna più alto del loro intero viaggio…
(Yanez)

Sì giusto, lo scrive anche Lorenzo, e ora che guardo la mappa ne scorgo una logica. Resta il fatto che attraversare la Russia d’inverno per poi puntare a sud in primavera è un’impresa: c’è una differenza di 20 gradi (Nord) di latitudine! Se fossero rimasti intorno al 40mo parallelo - attraverso per esempio Turchia e Azerbaijan - e poi giù verso il 30mo parallelo attraverso Iran, Pakistan e India, (paesi tutto sommato percorribili) si sarebbero avvicinati al Nepal in ambienti climatici meno ostili dell’inverno russo… Ma io parlo così perché mi piace sognare sulle storie di viaggi, se hanno fatto quella scelta avranno avuto le loro ragioni. In bocca al lupo!
(Salvo)

In effetti è la stessa cosa che ho detto a Simona: “Ma perché non passate dallIran…, che pare sia oltre che una miniera di meraviglie - l’antica Persia - anche un paese estremamente ospitale e generoso?” La risposta è stata: “Perché il secondo passo di montagna più alto del mondo (ne devono superare ben sette: ndr) si trova tra Georgia e Russia. E quindi, dobbiamo obbligatoriamente passare da lì”. Tuttavia, sul programma iniziale è sovvenuto un piccolo problema: giunti a Istanbul sono andati al consolato russo per richiedere regolare passaporto, ma, con loro grande sorpresa, si sono accorti che le autorità reputano il loro viaggio in bicicletta non sicuro in zone “destabilizzate”. Sicché, a questo punto, e in attesa di ricevere nuove comunicazioni dalla Farnesina, hanno deciso di “perdere” un po’ di tempo in Cappadocia. Qualora dal Ministero degli Esteri italiani non dovessero pervenire buone notizie, allora sì, dovranno optare per il “PIANO B”, ovvero lasciar perdere la Russia e transitare molto più a sud, ovverosia attraverso Iran, Pakistan, India…
Ammazza che robba…! Aòh, io tanti chilometri potrei percorrerli solo a bordo di un treno lanciato nell’immensità della Transiberiana (che ne dite, lo facciamo?).
(Yanez)

Cierto chessì…! Però in primavera, quando le nevi si sciolgono e sul viso delle giovani contadine siberiane fioriscono i colori del melograno maturo…
(Salvo)

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