Prova


Non preoccuparti della pioggia, lasciala cadere” (Marco Brignoli, Rifugio Baroni al Brunone, Sentiero delle Orobie Orientali)

martedì 1 aprile 2014

Anteprima “Rimini”

Molte persone, quando in questo periodo dell’anno comincio ad accennare alla biciclettata di Rimini, mi guardano perplesse e, non riuscendo a controllarsi, esplodono con un irriguardoso: “Ancora…? Un’altra volta a Rimini…? Ma perché non cambiate meta sta volta?”. Al che io le fisso con un sorriso sornione appena accennato, tra il bonario e l’irridente, e mi sento come colui che si trova di fronte ad un tizio che pone domande ingenue, oziose, che non necessitano di risposta tanto sono banali e scontate.
Perché ritornare per l’ennesima volta a Rimini? Perché non cambiare, almeno per una volta, destinazione? Ecco, questa l’obiezione. E questa è la risposta: la biciclettata di Rimini è ormai una tradizione, e come ogni buona tradizione che si rispetti, anche questa deve necessariamente tenere fermi determinati capisaldi: se l’appuntamento si definisce da sempre “Biciclettata di Rimini”, che senso avrebbe spostarci altrove quest’anno, poniamo caso, in Liguria? E perché no magari non più in primavera, ma in estate. A quel punto bisognerebbe cambiare dicitura: “Biciclettata ligure estiva”. Sentite come suona male…? Mette orrore solo a pronunciarla una “roba” simile…!
Rimini per me e per altri come me, rappresenta non solo, e non più, una località balneare in cui ci si trova bene, si è bene accolti e non si spende troppo (che non guasta tra l’altro, dato il periodo…). E non è neanche ciò che molti (profani…) credono, ovvero baldoria, discoteche, sballo e poco altro. Rimini in primavera è diventato una sorta di sogno da inseguire nei lunghi mesi invernali, la porta d’accesso alla stagione delle stagioni, il caldo, la luce, i colori, i profumi che ritornano dopo il freddo grigiore dei mesi bui. È il ritorno alla gioia condivisa, assaporata pedalando su e giù per le colline dell’Appennino romagnolo; gustata a brevi sorsi, o tracannata di rigore, attorno ad una tavolata goliardica di amici ritrovati; inalata a pieni polmoni in riva al mare e sulle spiagge già calde, eppure ancora semideserte. In una parola, Rimini significa tornare a casa. O meglio ancora - e consapevole dell’enormità che mi accingo a scrivere - Rimini vuol dire FELICITÀ. E sì, perché al netto appunto della più indicibile delle parole, “felicità”, questa è un po’ la sensazione che provo quando penso ai giorni trascorsi - e soprattutto a quelli che verranno - in questo luogo della riviera. D’altra parte felicità è prima di tutto proiezione verso il futuro. Un lungo fine settimana vissuto al massimo dell’intensità esistenziale, unico (una volta all’anno), evocativo, fugace eppure capace di regalare piccoli spicchi di eternità. Come diceva giustamente Fellini: “Io credo che se uno vive intensamente in pienezza spirituale ogni istante, gode per un anno e ogni anno diventa cinque anni più giovane!” (La dolce vita).
E così la biciclettata di primavera - giunta ormai alla quinta (o sesta? boh…) edizione - diviene tradizione consolidata, rito di passaggio che segna l’inizio ufficiale del tempo di raccolta. E come ogni anno di questo periodo ci si prepara al grande evento, si mettono a punto i programmi, gli itinerari, i luoghi da visitare: “Oh Lu, stesso albergo dell’altro anno: colazione ok, e parcheggio bici comodo e sicuro”; “Sì Ale, e poi aperitivo al chiringuito sulla spiaggia, e cena a base di pesce al Club Nautico”; “Ok, e avvicinamento a Rimini facendo la panoramica di Gabicce Monte”.
E ragionando di tutto ciò, già si gusta stilla a stilla un po’ di quel nettare che scorrerà brioso e abbondante nelle vene. E ci si sente ebbri sulla fiducia...!
E dunque che Rimini sia…! Le date? Eccole: 6-7-8 giugno. Segnatele con il lapis rosso sull’agenda.

A presto.

1 commento:

  1. Approvo e sottoscrivo (col lapis rosso sul calendario del Credito Valtellinese)
    Rimini è un simbolo, una tradizione, una lama di luce proiettata dal mare e condita col sale della vita e della gioventù, che stenta a morire in chi vuol farla vivere..
    Pedalate, e sudate, io vi attenderò ebbro di luce al Bagno 7, con una pinta di spritz in una mano e il futuro nell'altra. Prosit!

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