Prova


Non preoccuparti della pioggia, lasciala cadere” (Marco Brignoli, Rifugio Baroni al Brunone, Sentiero delle Orobie Orientali)

martedì 25 marzo 2014

L’angolo del compleanno

Amici, oggi è il compleanno di una delle persone più spassose che mi sia mai capitato d’incontrare nella mia triste vita: auguri grande Walter (da Roma).
Dove ho incontrato Walter? È presto detto: durante un viaggio di Capodanno nella freddissima Lubjana, in Slovenia. La sua simpatia contagiò immediatamente il gruppo, e non di rado in quei giorni, si sfiorarono risse furibonde pur di averlo al proprio tavolo durante le cene. Ci si incontrò poi alla biciclettata di Rimini, alla Festa del Redentore di Venezia (ti ricordi Leo e la fontanella, e Walter…?), in un viaggio d’estate in Calabria (“Catanzaaaaaro…”) etc… E poi, come dimenticare il suo ruolo di ‘Cicerone’ durante i giorni di marzo di due anni fa, nella splendida Capitale (eravamo scesi tra l’altro per accompagnare Lorenzo alle prese con la Maratona di Roma: Madre Santissima che pena mi fece vederlo giungere al traguardo…, stravolto, con gli occhiali appannati e lo sguardo di chi ha appena ricevuto una badilata sulla testa…). Ma perché - mi dicevo in quei frangenti - uno deve sottoporsi ad un tale strazio…, perché? È così bello poltrire…!
Ma va be’, lasciamo perdere queste brutte scene e torniamo al festeggiato: eccone alcuni brevi ritratti presi qua e là dal racconto ‘Verso oriente’ (Sulle orme di Francesco, 2011).

Tra tutti i compagni di viaggio si mette subito in evidenza un ragazzo di Roma, Walter, che comincia a snocciolare un esilarante frasario dialettale. Racconta strane storie cittadine, passioni calcistiche e soprattutto ci parla del suo viaggio da Roma a Vicenza: «Ma quale ostello…!, ho viaggiato de notte, e so’ arivato all’alba. I treni notturni so’ puntualissimi, guarda. Anzi stavo a spera’ che facesse un po’ de ritardo, ma nun ce stato gnente da fa’: ha spaccato er minuto, quel disgrazzzziato! No dico, ve’ potete immagina’ che vordì arrivare in stazione a quell’ora? Ce staveno li lupi de fori. ‘Na traggedia apocalittica: ce volevano quattro ore sane per l’appuntamento. Meno male che ce staveno du’ barboni pe’ chiacchiera’…».

La mattina del primo gennaio ci riserva una sorpresa: tutta Lubiana è coperta da una spessa coltre di neve. Saliti sul pullman ci dirigiamo alla volta del Lago Bled. Natascia si lamenta della ruvidezza di uno dei camerieri dell’albergo durante la colazione. Il mite Efrem aggiunge: «Per poco non gli alzavo le mani in faccia a quel cafone». Qualcuno dai posti anteriori conferma questa opinione ed aggiunge di stare molto attenti a portar via anche solo una misera fetta di pane dal tavolo perché si rischia una multa di cinquanta euro oltre che una figuraccia oscena. Molti non ci credono, ma altri confermano tale versione. Walter commenta: «Ah guarda, a me nun me ce fregano mica, sa’: io c’ho la mia bella piadina, quella di due giorni fa, e me magno quella. Certo non dev’essere freschissima…». Dopo circa un’ora raggiungiamo le sponde del lago e ci vestiamo per scendere. All’improvviso Walter lancia un urlo: «Aòh, ma la piadina mia ‘ndo sta: chi se l’è fregata?». Poi rivolgendosi ad Alessandra che è seduta accanto a lui dice: «Alessa’, arzate un po’, famme vede ‘ndo te sei seduta?». Alessandra si alza e da sotto alle sue terga spunta la schiaccina (opss, piadina). Walter non proferisce parola. «Eh dai - dice Alessandra - così la trovi più calda, no?».

L’ultima cena tutti insieme la trascorriamo nel ristorante della prima sera. Al nostro tavolo siamo riusciti ad avere Walter, sottraendolo con la forza, agli altri commensali. La sua presenza è garanzia di buon umore e risate a valanga. «Va be’ dai, mo ve racconto la storia del gatto. Dunque qualche anno fa era il giorno del mio compleanno, tornavo verso casa quando da lontano vedo un gatto steso davanti al cancello de casa mia. Uno dei miei amici me dice: “Anvedi quer gatto: sta a pija er sole”. Io glie risponno: “A me nun me pare proprio che sta a pija er sole”. E infatti er gatto era morto. Morale decidemo de levallo de mezzo. Ecco, a parte che tira’ su un gatto morto è già ‘na sensazione poco gradevole, in più l’amico mio se presenta con una borza de plastica che è tutto un programma: Iper-Carni…».

AUGURI…

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