Prova


Non preoccuparti della pioggia, lasciala cadere” (Marco Brignoli, Rifugio Baroni al Brunone, Sentiero delle Orobie Orientali)

mercoledì 19 giugno 2013

Come difendersi dal gran caldo

Lunedì notte ero di servizio in 118. Il mio turno comincia a mezzanotte, e se durante l’inverno uscire dal tepore della casa e immergersi nella bruma gelata della bassa padana è una vera tragedia, quando arriva la bella stagione è quasi piacevole assaporare il fresco della notte correndo con il finestrino dell’auto abbassato. E così, l’uscita di casa dell’altra sera è stata quasi una liberazione considerata la temperatura da ebollizione presente tra le pareti domestiche di questi giorni. Sono arrivato in sede in pochi minuti, e quei pochi momenti di vento sul viso, mi hanno quasi fatto dimenticare i patimenti della lunga giornata. Poi però sono sceso dall’auto e mi sono ritrovato nuovamente avviluppato nella calura afosa e appiccicaticcia di questo giugno sahariano. Ventotto gradi a mezzanotte. Per non parlare della temperatura percepita, come dicono gli esperti…! Da schiantare anche un elefante. A dispetto di tutti i sarcastici intelligentoni che sentenziano: “Non ne potevate più dell’inverno e della pioggia, avete voluto il caldo? Ora beccatevelo tutto e zitti…”. Come se augurarsi temperature miti e gradevoli sia un delitto infamante. Ad ogni modo in sede ci sono i condizionatori e dunque il caldo è più sopportabile. A patto di restare sigillati dentro, ovviamente. Ed infatti, la notte non è stata affatto tranquilla e ben tre sono state le chiamate di emergenza. Tre interventi, non particolarmente gravi né impegnativi, ma che ci hanno visto operare con la divisa completa addosso (idrorepellente), con tanto di pettorina ad alta visibilità (in gomma). Ogni volta un bagno completo di sudore. E non finisce qui perché, una volta tornati in sede, l’impatto con l’ambiente climatizzato, ci ha dato il colpo di grazia. Ed infatti il giorno dopo ho dovuto scontare, oltre ad una spossatezza devastante, anche un bel raffreddore fuori stagione. Tra l’altro non sono riuscito a chiudere occhio per tutta la notte. Gli esperti dicono che quando dormiamo, la temperatura del corpo scende di circa un grado e mezzo, ma con il caldo la discesa avviene più lentamente e quindi, come conseguenza, ci addormentiamo più tardi. Non per niente i nostri avi dicevano: “Mangiare al caldo, dormire al freddo”. Inoltre l’aumentare delle ore di luce, durante la giornata, influisce sul rapporto veglia-sonno: più si allungano le giornate, meno melatonina (l’ormone che facilita il sonno) secerne la ghiandola pineale. Ecco spiegato perché dormiamo di meno.
Si ma possiamo fare qualcosa per difenderci dal caldo, a parte migrare nelle terre alte o chiuderci dentro il frigidaire? Il Ministero della Salute, che come si sa ci vuole bene e si preoccupa sempre molto di noi cittadini, ha messo a punto il Programma Nazionale di Prevenzione Estate sicura 2013 al fine di tenerci informati sui livelli di rischio per le ondate di calore. Quello più temibile, a quanto pare, è il livello numero tre, ovvero quello capace di portare effetti negativi non solo ai soggetti più anziani, ai bambini e alle persone affette da malattie croniche, ma anche alle persone sane e attive. In caso di allerta di questo genere ecco cosa occorre fare o non fare:
Evitare l’esposizione diretta al sole nelle ore più calde della giornata (tra le 11.00 e le 18.00). Banale, direte, eppure l’altro giorno ho visto un tizio che faceva jogging alle due del pomeriggio. Per di più con una giacca dimagrante nera ben allacciata sotto il mento. La stupidità fatta persona. Evitare le zone particolarmente trafficate, i parchi e le aree verdi, dove si registrano alti valori di ozono, in particolare per bambini molti piccoli, gli anziani, le persone con asma e altre malattie respiratorie, le persone non autosufficienti o convalescenti. Un tempo si cercava un po’ di refrigerio sotto l’ombra delle piante: ecco, scordatevelo. Rischiereste il soffocamento. Evitare l’attività fisica intensa all’aria aperta durante gli orari più caldi della giornata. Consiglio scontato, a meno che non desideriate abbandonare questa valle di lacrime. Come quel tizio della giacca nera. Trascorrere le ore più calde della giornata nella stanza più fresca della casa, bagnandosi spesso con acqua fresca. Ottima questa idea. Nel mio caso per esempio la stanza più fresca della casa è il cesso. E c’è pure l’acqua per bagnarsi. Se qualcuno conta di passare a trovarmi, venga possibilmente senza velleità di espletazioni varie. Trascorrere alcune ore in un luogo pubblico climatizzato, in particolare nelle ore più calde della giornata. Qualche anno fa un Ministro della Repubblica suggerì di portate gli anziani al supermercato e lasciarli lì il più possibile. Si sarebbero conservati meglio: come i surgelati. Ecco, il consiglio pare che sia ancora valido. Indossare indumenti chiari, leggeri, in fibre naturali, tipo lino e cotone, ripararsi la testa con un cappello leggero di colore chiaro e usare occhiali da sole. Anche questo sembrerà lapalissiano, ma sapete quanta gente ho visto in giro col cappotto di questi tempi…! Proteggere la pelle dalle scottature con creme solari con alto fattore protettivo. Non credo che questo valga anche per chi si chiude nel cesso di casa. Verificherò. Bere liquidi, moderando l’assunzione di bevande gassate o zuccherate, tè e caffè. Evitare, inoltre, bevande troppo fredde e bevande alcoliche. L’ideale, anche ai fini di una corretta dieta (dimagrante e non), è l’acqua tiepida. Rigorosamente non gasata. Fa schifo, lo so, ma qui stiamo parlando di scienza, mica di fregnacce. Avere un’alimentazione leggera, preferire la pasta e il pesce alla carne, evitando i cibi elaborati e piccanti; consumare molta verdura e frutta fresca. Porre attenzione alla corretta conservazione degli alimenti deperibili (es. latticini, carne,) in quanto elevate temperature possono favore la proliferazione di germi che possono causare patologie gastroenteriche. Nulla si dice in merito a vino, alcolici e superalcolici vari. Presumo che sia meglio evitare comunque. Come si dice, le disgrazie non vengono mai da sole. Per chi assume farmaci, non sospendere autonomamente terapie in corso, ma consultare il proprio medico curante per eventuali adeguamenti della terapia farmacologica. Ovviamente. Se l’auto non è climatizzata evitare di mettersi in viaggio nelle ore più calde della giornata (ore 11.00-18.00). Non dimenticare di portare con sé sufficienti scorte di acqua in caso di code o file impreviste. Ma lasciare l’auto direttamente in garage, no? Non lasciare persone non autosufficienti, bambini e anziani, anche se per poco tempo, nella macchina parcheggiata al sole. Di drammatica attualità, purtroppo. Offrire assistenza a persone a maggiore rischio (ad esempio anziani che vivono da soli) e segnalare ai servizi socio-sanitari eventuali situazioni che necessitano di un intervento. Se ne vedono sempre più spesso di situazioni come queste: una società che abbandona le persone più indifese, non ha niente di civile. In presenza di sintomi dei disturbi legati al caldo contattare un medico.
Ecco, questo è ciò che occorre fare in caso di livello di rischio tre.
Ad ogni modo una domanda mi resta: ma quando eravamo bambini, ci siamo mai preoccupati così tanto del caldo? Scrivo quest'ultima considerazione rigorosamente in prossimità del climatizzatore. Naturalmente. Bah..., sarà l'età...!

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