Prova


Non preoccuparti della pioggia, lasciala cadere” (Marco Brignoli, Rifugio Baroni al Brunone, Sentiero delle Orobie Orientali)

lunedì 29 aprile 2013

Lunedì senza più stress

Può esserci situazione più deprimente e angosciante di un lunedì mattina umido e uggioso, a tratti bagnato da scrosci di pioggia improvvisi? Quando per di più si è reduci da una domenica funestata da tragiche notizie di cronaca provenienti dalla Capitale, oltreché dalle imperdibili perle di gioia a cui la politica ultimamente ci sta abituando? Gli esperti definiscono questo strano malessere “sindrome del lunedì” e pare che vi incorra la quasi totalità degli esseri viventi presenti sulle terre emerse. I sintomi sono sempre gli stessi, a qualsiasi latitudine: stanchezza fisica e mentale, svogliatezza, apatia, noia, claustrofobia, nervosismo incontrollato, nausea, gastrite ed irritabilità del colon. D’altra parte è da capire: lasciate alle spalle quelle due splendide giornate di libertà – quando non addirittura un qualche salutifero ponte – , ci si ritrova con l’agghiacciante prospettiva di tirare il fine settimana tra lavori mortiferi, clienti feroci e capi-ufficio rompicoglioni. Chi non verrebbe travolto dallo sconforto? Gli esperti, che peraltro nelle tragedie proliferano come i funghi in autunno, forniscono alcuni utili consigli per sopportare tali sciagure. Andiamo ad analizzarne qualcuno. Prima di tutto, proprio perché il fine settimana è breve e assai fugace, occorre sfruttarlo al meglio: bando dunque alla pigrizia e alla fiacchezza, e sotto con le attività che regalano un po’ di “sale”. Una camminata tra i boschi, una pedalata fuori città, un film al cinema. Consigliabili anche mostre e musei (tenuto ovviamente conto dei gusti e delle predisposizioni personali: se per esempio non capite l’arte moderna, evitate…! L’attacco da noia fulminante è sempre dietro l’angolo).
Altro consiglio molto completo è quello di andare a dormire presto la domenica sera (come le galline). Le abbondanti ore di sonno (sempre che non soffriate d’insonnia, naturalmente) vi regaleranno al risveglio uno splendido stato psico-fisico. E ancora, per evitare la frenesia e la concitazione che accompagna da sempre i momenti che precedono l’uscita di casa, meglio levarsi dal letto con un buon anticipo. Evitare assolutamente le sveglie apocalittiche, ma stare alla larga anche da quelle troppo soft, tipo quelle che diffondono sciabordii e sonorità marine, o anche pioggerelline primaverili: sono insidiosissime e garantiscono al cento per cento, la continuazione del sonno e dunque ritardi mostruosi e stress da infartone miocardico.
Altro suggerimento molto prezioso è quello di fare un’abbondante colazione, associata ad un minimo di attività ginnica. Per i cultori del genere, va bene anche una breve sessione di meditazione (si sconsigliano tematiche legate alla crisi economica o alla fame nel mondo).
E veniamo all’aspetto esteriore: un tempo si diceva che il modo migliore per cominciare la giornata era sorridere, o meglio sorridere guardandosi allo specchio. Molti tuttavia già fanno fatica a specchiarsi appena alzati (e come dar loro torto…), figuriamoci se si provano anche a sorridere forzosamente…! Lasciamo stare dunque. Si può però cercare di migliorare il proprio umore prendendosi un po’ cura di se stessi: doccia e barba senza fretta; e poi una soffice crema idratante; il profumo preferito; e ancora, scegliete nell’armadio l’abito che più vi piace o che vi ricordi qualcosa di piacevole. Piccoli gesti che possano regalare un pizzico di benessere. Effimero chiaramente, aggiungo io, ma va bene pur che sia.
Altro consiglio assai utile è quello di rimandare il più lontano possibile le incombenze lavorative più tediose. Se vi riesce confinatele alla giornata di venerdì (del 2023). Oppure, meglio ancora, cercate di scaricarle al collega di scrivania più vicino. Con le dovute maniere, s’intende.
E per terminare, se anche in questa fottuta giornata tutto è andato nel peggiore dei modi, l’importante è essere positivi e pensare che fuori dall’ufficio c’è tutto un mondo che vi aspetta, pronto ad accogliervi a braccia aperte. Per sfruttare al meglio questo suggerimento bisogna essere però molto, ma molto ottimisti. Sennò il giochino non riesce.
Ecco, seguendo questi piccoli accorgimenti – dicono i luminari del settore – l’incubo del lunedì sarà vinto. Completamente. Nel caso tuttavia questo non basti (l’eccezione che conferma la regola, naturalmente), potrebbe trattarsi di un accumulo eccessivo di stress, protratto nel tempo e dunque più difficile da trattare. Il consiglio è quello di prendersi una bella vacanza: quattro o cinque anni dovrebbero bastare. Auguri.

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