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Non preoccuparti della pioggia, lasciala cadere” (Marco Brignoli, Rifugio Baroni al Brunone, Sentiero delle Orobie Orientali)

lunedì 5 marzo 2012

Lucio Dalla

Dialogo tra due amici sul grande artista bolognese morto il primo marzo.

«La morte di Lucio Dalla, grande musicista e bravissimo poeta, mi ha addolorato moltissimo. Sono cresciuto lunghi anni con le sue bellissime canzoni e l'ho amato moltissimo. Quando un artista contribuisce in maniera così sentita alla crescita emotiva di una persona è impossibile che questa la dimentichi, anzi, sente l'artista come parte di sé. Con la morte di Lucio è morta anche una parte di me... Non dimenticherò mai le straordinarie emozioni che mi hanno dato le sue canzoni, gli amori che collego alle sue liriche...! Povero Lucio, se n'è andato senza avvisarci, in una camera d'albergo, solo, proprio come è successo a Caruso, al quale si è ispirato per la sua immortale canzone. Sarà un semplice caso, ma forse qualcuno aveva già stabilito per lui la stessa fine dei grandissimi...».

«Non so, non mi convince. Qualche settimana fa è morta anche Whitney Houston. Appena sentita la notizia mi ha colpito. Era la mia cantante preferita durante gli anni fine '80 inizi '90. Aveva una voce meravigliosa, potente e melodiosa, oltre che una presenza fisica immensa. Pensavo che mi avrebbe sconvolto questa cosa e invece, sorprendendomene, sono rimasto quasi indifferente. Così come per la morte di Lucio Dalla. Non che disprezzassi la sua arte, anzi alcune canzoni le reputo dei veri capilavoro. Ma il fatto è che, probabilmente, per me queste persone erano già morte da molto tempo. La Houston ormai era scomparsa dalla scena, Lucio, nonostante qualche ultimo sprazzo, aveva dato il meglio di se nei lontanissimi anni '70-'80, epoca in cui, peraltro, ero ancora troppo piccolo per apprezzarlo “in diretta”. In fondo, artisticamente intendo, era già morto anche lui. Scompari dalla scena ed è come se te ne fossi andato, sepolto vivo dall'indifferenza. Forse è che sto diventando sempre più cinico con l'andare avanti dell'età, però proprio non mi appassionano queste lunghe commemorazioni, infarcite di personaggi più o meno noti, che affettando sguardi commossi e frasi di circostanza, non fanno altro che bearsi della loro presenza in televisione, risplendendo di luce riflessa. Anzi, mi da proprio fastidio...! Mi chiedo: un commento di Gianni Morandi o Roberto Vecchioni aggiunge o toglie qualcosa alla figura di uomo e di artista di Lucio Dalla? E non sarebbe più dignitoso un silenzio discreto, un rifiutare per una volta i riflettori? E invece la smania di apparire, la foga di essere ripresi e di entrare nelle case degli italiani (che in ultima analisi vuol dire vendere e fare soldi) non permette di capire che di fronte al grande mistero della morte non c'è che un unico modo di comportarsi: la presenza silenziosa».

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