Prova


Non preoccuparti della pioggia, lasciala cadere” (Marco Brignoli, Rifugio Baroni al Brunone, Sentiero delle Orobie Orientali)

sabato 24 luglio 2010

Il terzo cavaliere

Un tempo vivevo con due amici in una piccola abitazione a Sesto San Giovanni. Condividevamo quasi tutto, sebbene fossimo profondamente diversi. Tommy era uno sportivo maniacale, salutista/igienista al limite del patologico e grande studioso: era uno dei migliori del suo corso universitario di storia. Davide, al contrario, non era per niente portato per l’attività fisica, salvo il calcio di cui andava pazzo - spesso costringeva Tommy e me ad assistere ai suoi “calci di punizione” indirizzati nella piccola porta della sua stanzetta e possibilmente si aspettava che noi esultassimo convintamene ai suoi gol - beveva e fumava abbondantemente e non gli importava gran che né della pulizia della casa né dell’integrità dei cibi che consumavamo, e ancor di meno di condurre una vita regolare. Il mio modo di vivere si collocava in quel periodo a metà strada tra i due. A quel tempo eravamo tutti e tre single ed in cerca di avventure. Un giorno Tommy andò in biblioteca a studiare ed uscendo ci disse: “e piantatela di fumare e bere! Fate come me: aglio fresco! Ecco cosa ci vuole per cominciare bene la giornata: non c’è niente di meglio che una bella testa d’aglio da sgranocchiare”. Davide ed io lo guardammo disgustati. Capitò che quella volta in biblioteca si sedette davanti al nostro la ragazza dei suoi sogni, quella che non gli faceva chiudere occhio e che da sempre corteggiava disperatamente. Ed avvenne anche un fatto eccezionale: fu lei a cominciare un timido approccio. Tommy non credeva ai suoi occhi: era l’occasione che aspettava da tanto tempo. Cominciò a parlarle con insolita tranquillità, senza dar a vedere la sua agitazione: era al colmo della felicità. Improvvisamente però la ragazza portò la mano destra a protezione del naso e fece una smorfia. Tommy non si accorse di niente e continuò a scolarle addosso parole. Ad un tratto la ragazza si alzò, prese i suoi libri e quaderni e disse: “scusami, ma proprio non resisto: ma cosa hai mangiato oggi?”. Tornato a casa Tommy fece volare in pattumiera tutto l’aglio (2 kg. abbondanti) che aveva nella dispensa e decise che, se proprio era il caso, lo avrebbe assunto in comode compresse. Qualche tempo dopo Tommy e Davide mi comunicarono una notizia: “stasera vengono a cena da noi due nostre amiche e portano con loro una ragazza: ci manca il terzo cavaliere”. “Ehi non facciamo scherzi – dico – non è che mi rifilate il solito rospo?”. “Ma scherzi – risponde Davide – è davvero una bella ragazza!”. Verso le 20.00 suonò il citofono e salirono le tre: la prima, quella di Tommy era tutto sommato passabile, sebbene denotasse un accenno di cifosi; la seconda, quella di Davide, era piuttosto carina; la terza, la mia, era una vera pantegana! Passai tutta la serata in un silenzio imbarazzante. Quando andarono via le ragazze feci i conti con i miei due amici: a momenti venivamo alle mani. Un paio di giorni dopo Tommy: “che ne dici se invitiamo ancora una volta le ragazze a cena? Tiziana dice che vorrebbe cucinarci qualcosa lei!”. “Scordatelo, io non ci sono!” rispondo. “Andiamo – insistette Davide – se non ci sei tu non vengono: lo sai che sono in tre!”. “Non se ne parla nemmeno. Chiuso!”. “Ti assicuriamo che è l’ultima volta!”. “Beh, ok se è l’ultima volta”. Fatto sta che non fu per niente l’ultima volta: in una maniera o nell’altra riuscivano sempre a mettermi in mezzo. Alla fine escogitai un sistema: cominciai a presentarmi a cena senza aver fatto la doccia, indossando magliette con evidenti macchie di sugo e tra un ragionamento e l’altro non mi facevo mancare di digerire forte! Andò a finire che le ragazze non si presentarono più a casa: Tommy e Davide le cercarono ancora, ma non ebbero risposte. L’unica che continuò a chiamare per diversi mesi fu la mia, e chiedeva di me. Dovetti andare alla SIP per far cambiare il numero di casa.
(Da "Considerazioni sullo stato dell'Umanità").

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